SCENA QUARTA.

Luciano

si dispone ad avvolgere con un panno umido il bozzetto. Poi tirerà il trespolo in disparte. Poi ancora riatterà la sua toilette.

Doretta

rientra subito. Va al tavolo-scrivania. Cerca un libro di note. Lo sfoglia – scrive qualche riga. – Solleva di tanto in tanto la testa per rispondere a Luciano. Il suo atteggiamento verso di lui deve apparire quello d'una donna che sa tenacemente celare i suoi sentimenti come vuole e quando vuole, con una superiorità assoluta. C'è in Luciano, verso di lei, una rispettosa devozione, una affettuosa soggezione.

Luciano.

È curioso, quanta gente si occupa dei fatti nostri....

Doretta.

Lasciali fare. Se questo li diverte....

Luciano.

Ma non diverte me! Non è affatto piacevole essere mal giudicati da chi avrebbe tanto da pensare ai fatti suoi!

Doretta.

Sono appunto quelli i giudici più spietati. Non è una novità. Non bisogna darci importanza.

Luciano.

Quello che mi secca è che coinvolgano te nel pettegolezzo.... Di me dicano pure quello che vogliono!... Ne han già dette tante!... Ma adesso ho capito che si cerca di stabilire, o si è già stabilito, che tu sei la mia vittima rassegnata e paziente....

Doretta.

Non importa. Quando si presenta l'occasione dimostro di non esserlo, e basta. Hai visto che anche prima ho voluto bene far notare che i nostri rapporti sono di una cordialità fraterna e di una indipendenza assoluta.

Luciano.

Hai fatto benissimo. Mi sei piaciuta molto....

Doretta.

Altro tono.

Dimmi un po': a che ora donna Enrica, dopo domani?

Luciano.

Alle quattro.

Doretta.

annotando.

È meglio segnarlo, perchè dopodomani hai la seconda seduta della baronessa Ceriani, alle cinque.

Luciano.

Sì. Segna pure.

Doretta.

E lo sai che la prima posa della Ceriani non è più alle undici di domattina?

Luciano.

No?

Doretta.

No. Te l'avevo già detto. Ha scritto pregando di rimandare alle tre del pomeriggio. Ho segnato anche questo.

Luciano.

Bravissima.

Doretta.

Sì, bravissima, va bene. Ma se io noto e tu poi non guardi, succede come l'altro giorno: la Gualandi è venuta due volte e non c'eri. Bisogna leggerli i miei appunti.

Luciano.

Anche questo è vero. Ma che vuoi? Qualche volta me ne dimentico. L'uomo d'ordine non s'improvvisa!...

Doretta.

sorridendo.

Hai ragione, povero Luciano. Stai già facendo dei miracoli!

Luciano.

Dei miracoli no. Ma delle cose quasi incredibili sì.

Doretta.

E io t'assillo un poco, vero? Ti tormento con la mia regolarità da istitutrice inglese.

Luciano.

No. Non è un paragone felice, Dori!

Doretta.

Eppure lo sono un pochino istitutrice, no?

Luciano.

No. Tranquillizzati. Non lo sei. Sei una magnifica incitatrice, ecco la parola. E lo sei così senza parere: ecco il merito.

Doretta.

sorridendo ancora.

Ho già dei meriti?

Luciano.

Sei riuscita in pochi mesi a indirizzarmi verso un lavoro piacevole, quasi senza che me n'accorgessi! Mi sono trovato poco a poco preso in un giro di affari e di commissioni con la stessa facilità con cui una volta mi sarei trovato preso in un magnifico giro di debiti. Cosa vuoi di più? Se un giorno mi avessero detto: «Tu guadagnerai con qualche altro sistema che non sia il gioco» avrei scommessa qualunque somma.... Oggi trovo che non c'è guadagno più interessante di quello che si ricava dalla propria fatica....

Altro tono, burlando sè stesso.

Mi sembra d'essere diventato l'omino morale del libro di lettura dei ragazzi: il pane col sudore della fronte.... Che cosa onesta ma sudicia.... vero?...

Doretta.

Come sei ragazzo!... Il gioco dell'uomo occupatissimo, di' la verità, ti piace molto.

Luciano.

Mi piace di considerarlo un gioco. Ma effettivamente – come vedi – gioco abbastanza sul serio.

Doretta.

Ed è questo che mi dà una grande gioia.

Luciano.

Il gioco della mia redenzione, non è vero?

Doretta.

Perchè?

Luciano.

Perchè è quello che ha un po' messo gli argini allo scatenarsi dei commenti maligni. Se ne parlava prima appunto con donna Enrica che naturalmente, vivendo fra queste malignità, ne è un poco imbevuta....

Doretta.

Ma è strano, sai, come adesso ti preoccupi del mondo! Un uomo che ha passato la sua vita a sfidarlo, che si è divertito a provocarlo, ostentandone tutto il disprezzo, ora si turba per un qualunque piccolo commento di una qualunque donnetta! Non è da te, Luciano. Troverei piuttosto logico che me ne preoccupassi io!

Luciano.

Tu?... Nessuno potrà dirti che sposandomi hai fatto un affare!

Doretta.

Perchè no?

Luciano.

Come? Hai fatto un affare?

Doretta.

con molta grazia e acuta finezza.

Può anche darsi.

Luciano.

Ah! Questa è nuova!

Doretta.

Perchè?... Ho forse sposato il primo che passa? No. Ho sposato un uomo piuttosto invidiabile: giovane, elegante, molto in vista, considerato.... bene o male....; che sta per conquistarsi una bella riputazione d'artista!

Luciano.

No no.... Mi lusinghi, ma non mi persuadi. Credi, Dori, che non hai fatto un affare.

Doretta.

Eppure, raffronta – caro mio – queste tue virtù, alla mia posizione d'allora. Credi che fosse proprio divertente viaggiare come facevo io trascinando di qua e di là la mia apparenza di ricca signorina inacidita nella voglia di un marito?... Tu non puoi sapere com'è noioso, com'è triste, com'è umiliante essere una signorina matura!... Bisogna provarlo!

Luciano.

Oh! me l'immagino!

Doretta.

E allora potrai apprezzare quanto valore abbia il cancellare questa figura sospirosa per rivivere donna, signora della propria casa, occupatissima in una infinità di faccende familiari che prima non esistevano o non avevano nessun valore. La vita diventa interessante solo quando – in piccolo o in grande – si persegue uno scopo....

Con grande intenzione.

Adesso, nella mia vita, uno scopo c'è. E te lo devo.

Un silenzio.

Luciano

appare un poco turbato come se non capisse interamente il significato delle parole di Dori.

Doretta.

che ne ha scrutato i movimenti, con tono completamente diverso.

Vediamo un po' se ti ricordi dove devi andare oggi alle cinque.

Luciano.

No, Doretta. Non farmi l'esame. Non ricordo.

Doretta.

portandogli graziosamente il libro delle note e indicando con l'indice teso:

«Lunedì, ore cinque, prova dei quadri viventi in casa Adriani.» – Bada che hai promesso di non mancare e t'aspettano come la provvidenza! – Se manca Luciano, mi diceva ieri la contessa, non sappiamo più dove battere la testa. – Quel suo marito è un genio!... – Ti riferisco le parole testuali – Genio! – Oggi forse vado anch'io. Prima devo fare alcune visite, poi, se mai, ci troviamo là. Ma promettimi che vai.

Luciano.

È promesso.

Doretta.

Ci sono tutte quelle signore che ti sospirano!

Luciano

blasé.

Figurati!

Doretta.

Perchè?... Deve essere piacevole per un uomo farsi corteggiare. – No?

Luciano.

Non m'interessa!

Doretta

scherzosamente.

Va!... Non ti credo!

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