VI.

Che cosa conteneva il cofano?

Conteneva...

(— Dentro la mia casa e dentro la mia coscienza ci si può guardare come se avessero le pareti di vetro puro — soleva ripetere il povero comm. Cerédoli. Questa l'arma che l'aveva difeso da ogni più feroce attacco partigiano, da ogni più forte avversione, da ogni più recondita insidia).

Il cofano conteneva...

(— Il bene sociale riposa sul bene della famiglia — spesso ammoniva il canonico Bonerba —; e il bene della famiglia riposa su la virtù e sul buon costume, su la rettitudine e sul buon esempio: guardate la famiglia del comm. Cerédoli).

Conteneva...

(E il figlio Cerédoli diceva spesso: — In fatto di moralità con mio padre non si scherza; è fin eccessivo. — )

Conteneva...

(E la madre Cerédoli raccomandava, di quando in quando, ai generi: — Specchiatevi nel commendatore, e renderete felici le mie figliuole. — ).

Conteneva...

(— Ah il babbo! — esclamavan le figliuole alzando gli occhi al cielo).

Conteneva, insomma, dei ritratti...

Eh? cosa?

... ritratti di donne...

(— Ah il nostro sindaco! — esclamavano i cittadini di San Giorgio al Piano, alzando gli occhi alle finestre di lui —. La sua casa è come se fosse tutta di vetro puro —).

... ritratti i quali, sebbene non avessero vesti a determinarne l'epoca, si vedeva che erano modernissimi.

Eh? cosa?

Appunto: nella cassapanca del seicento, ai piedi del letto nuziale, dentro il cofano che aveva forse accolti i mistici o verginei segreti di qualche avola, il povero comm. Cerédoli ci teneva delle fotografie — concludendo con le due paroline dal dottore Tibaldi mormorate all'orecchio del santo uomo —... fotografie oscene.

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