Personaggi

Il marito

La moglie

L'autore

Il direttore della compagnia

Il servo

La voce del suggeritore

I Voce in platea

II Voce in platea

Il fantoccio dell'uomo al cancello

La scena raffigura la prova di una commedia sopra un palcoscenico d'Italia.

L'AUTORE discorre col DIRETTORE, seduto a sinistra della ribalta, con le spalle voltate al pubblico. Ha vicino a sé un tavolinetto. Gli attori fanno gruppo verso il fondo discorrendo sommessamente, addossati al fondale, e poi ridono forte: specialmente la signorina Melato.

IL DIRETTORE

Un po' di silenzio, laggiù! È vero che la prova non è incominciata, ma qui c'è l'autore che spiega. Conoscere la sua intenzione è interessante anche per Loro. Vengano più avanti.

All'AUTORE

dunque tu dici... che la scena deve essere illuminata dalla luce della luna. Va bene, perché è mezzanotte. Ma devi riflettere che il pubblico si stanca a vedere la scena quasi al buio per mezz'ora. Beh, questo si vedrà!

Ai comici

Stiamo attenti perché si farà una prova che possiamo chiamare sperimentale. L'autore farà i cambiamenti man mano che l'azione procederà, e dove crederà opportuno. Accidenti agli autori moderni!

I comici ridono.

L'AUTORE

Hai ragione!

IL DIRETTORE

che ha uno spiccato accento fiorentino

Non si sa mai che diavolo s'ha a fare!

L'AUTORE

Abbi pazienza, Virgilio!

IL DIRETTORE

Be', s'incomincia. Dove vai?

L'AUTORE

Vado a prendere un caffè. Ma sarò qui al momento che bisognerà mutare.

IL DIRETTORE

Hai date le varianti al suggeritore?

Dà un'occhiata al SUGGERITORE

L'AUTORE

Sì, gli ho dato tutto.

Via

IL DIRETTORE

Bene. S'incomincia.

I comici si ritirano.

LA VOCE DEL SUGGERITORE

«Salone di un castello. A sinistra una porta. In fondo la comune che dà in una veranda, ai piedi di una selva. È circa la mezzanotte. Nessuno è in scena all'aprirsi del velario. Dopo un poco entra il marito dalla comune».

Entra infatti il I ATTORE il quale esegue l'azione secondo le parole del SUGGERITORE.

LA VOCE DEL SUGGERITORE

«Si ferma sul limitare. Volge lo sguardo intorno con circospezione. Sentendo rumore di passi, va a rincantucciarsi in un angolo».

IL DIRETTORE

Un po' più lunga l'azione! Non abbiano paura delle pause lunghe, non abbiano paura dei silenzi. Molte volte i silenzi esprimono più delle parole, e un attore che sappia tacere è un attore raro. Faccia in modo che il pubblico capisca che Lei entra di sorpresa in questa casa, che è poi casa sua: quindi con una certa padronanza e sicurezza. Nello stesso tempo faccia capire bene che qualcuno sta per arrivare ma, nello stesso tempo, che questo qualcuno non disturba il Suo programma. Ecco fatto. Rientri.

IL MARITO esegue l'azione di prima, si guarda circospetto, poi si nasconde in un angolo.

IL DIRETTORE

Ecco. Qui una pausa. Ed entra il servo.

IL SERVO dalla sinistra si avvia verso l'uscita nascondendo qualche cosa nella tasca dei calzoni. IL MARITO esce dal nascondiglio e gli si pianta di fronte.

IL SERVO

allibito

Padrone!

IL MARITO

imponendogli, con un segno, di tacere, gli parla con voce repressa

Non una parola!

IL SERVO agghiacciato rimane muto dinanzi al padrone, pronto ad eseguirne gli ordini.

IL MARITO

Tu hai una lettera in tasca.

IL SERVO china il capo. Una pausa.

IL MARITO

Dammela.

IL SERVO un po' esitante, ma rassegnato, cava di tasca una lettera e la dà al padrone.

IL MARITO

eccitatissimo, ma dominandosi dinanzi agli occhi del SERVO, apre e legge: poi, fissando IL SERVITORE bene in faccia

Voi non conoscete una parola d'inglese, non è vero?

IL SERVO

No, signore.

IL MARITO

State attento. Voi siete un furfante, e certamente vi farò saltare le cervella se non ubbidirete a quanto vi ordinerò.

IL SERVO

Sono qui per obbedire.

IL MARITO

scandendo bene le parole

Consegnerete questa lettera alla persona a cui è diretta, come se io non l'avessi vista: capite? Se quella persona si meraviglierà di trovarla senza busta, direte che la signora, avendo fretta di farla recapitare, ve l'ha consegnata così.

IL SERVO

Sì, signore.

IL MARITO

Quel signore... a cui è diretta la lettera, vi sta aspettando in qualche posto, immagino... Dove, precisamente?

IL SERVO

Nella selva, all'ingresso della lupa.

IL MARITO

Benissimo. Badate che tra mezz'ora voi sentirete, forse, un colpo d'arma da fuoco venire dalla selva. Se la signora vi manderà a vedere, voi vi affretterete a rassicurarla con un pretesto. Qualsiasi altro ordine che vi venga dato dalla signora non dovrà da voi essere eseguito. Fingerete, però, di eseguirlo.

IL SERVO

Sì, signore.

IL MARITO

Questi sono ordini precisi.

Lo guarda minaccioso

IL SERVO

Tutto sarà fatto come Lei ha ordinato.

Si avvia per uscire.

IL MARITO

trattenendolo con un gesto

Un momento!

Ed esce precedendo IL SERVO che si fa da banda, inchinandosi

IL DIRETTORE

Ecco. Guardiamo un po'. C'è, tra padrone e servo, questa rivelazione e diciamo pure questa complicità improvvisata. Il servo è un furfante perchè serviva da intermediario, ma il padrone ora ha bisogno di lui e si serve di lui per scoprire il resto. Nonostante questo, il padrone mantiene il suo prestigio tra il disdegnoso e l'offeso. Questo deve risultare. Perciò Lei

al MARITO

dimostri maggiore altezzosità, e il servo sia rispettoso e umile, ma non senza qualche soddisfazione di essere necessario al punto che il padrone non lo scacci di casa. Ecco fatto. Ripetiamo.

IL SERVO

Tutto sarà fatto come Lei ha ordinato.

Si avvia per uscire.

IL MARITO

trattenendolo con dignità

Un momento!

IL DIRETTORE

Lo guardi dall'alto in basso.

IL MARITO esegue. IL SERVO esce.

IL DIRETTORE

Ecco.

LA VOCE DEL SUGGERITORE

«La scena rimane vuota per qualche istante. Poi entra la moglie in veste da camera, elegantissima. Ella si ferma a metà della scena».

La I ATTRICE esegue ma è, naturalmente, vestita come vuole, per la prova.

LA VOCE DEL SUGGERITORE

«Poi guarda l'orologio, va a sedersi al pianoforte...».

LA MOGLIE

al DIRETTORE

Dove sta il pianoforte?

IL DIRETTORE

Là.

LA MOGLIE si siede su una sedia che si trova al posto indicato e finge di far correre le mani su una tastiera invisibile.

LA VOCE DEL SUGGERITORE

«...e incomincia qualche accordo. Ma poi subito si alza, si ferma davanti alla finestra, esitando. Infine si risolve. Va verso il caminetto, accende la lucerna e la tiene sospesa un minuto dinanzi alla finestra. È il segnale. Poi rimette al suo posto la lucerna e va a sedersi sopra una poltrona, in attesa. In questo momento si ode un colpo d'arma da fuoco venire dalla finestra. Ella dà un balzo e chiama con voce soffocata: Francesco! Poi cerca il bottone del campanello elettrico e lo spinge a lungo».

LA MOGLIE ha eseguito tutto, come indicavano le parole del SUGGERITORE. IL SERVO viene dal fondo.

IL DIRETTORE

al direttore di scena che figura fra le quinte

Mi raccomando, Miniati, che il colpo d'arma da fuoco non sia una schioppettata spaventevole, da fare, al solito, sussultare le signore in platea. Quelle dei palchi, anche se sussultano, fanno meno chiasso. Andiamo avanti.

LA MOGLIE

Francesco, avete portato il biglietto?

IL SERVO

Sì. Ha detto che andava bene.

LA MOGLIE

preoccupata

Francesco, avete udito un colpo d'arma da fuoco?

IL SERVO

Sì, signora. Qualche cacciatore che fa la posta alla lepre col chiaro di luna.

LA MOGLIE

È una cosa molto seccante che voi potreste evitare. Non è permesso tirare così vicino all'abitato.

IL DIRETTORE

Io «taglierei» questa lepre. È poi necessaria? Dov'è l'autore?

I ATTRICE

LA MOGLIE

È andato a prendere un caffé...

IL DIRETTORE

Accidenti! Non fa che prendere caffé! Andiamo avanti!

LA MOGLIE

Non è permesso tirare così vicino all'abitato.

IL SERVO

Cercherò domani di sapere chi è stato.

LA MOGLIE

Bravo Francesco. Ora andate pure a dormire. Non ho bisogno di altro.

IL SERVO

Buona notte, signora.

Via

LA MOGLIE

Buona notte.

LA VOCE DEL SUGGERITORE

«La signora va alla finestra, l'apre di nuovo e rimane per qualche istante a guardare la notte».

IL MARITO entra dalla comune e si ferma sul limitare.

LA MOGLIE

volgendosi esterrefatta

Tu... Ugo!

IL DIRETTORE

Più forte, con più terrore! Bisogna considerare che questa signora credeva di veder arrivare l'amante e invece c'è il marito. Non è piacevole. Perciò l'azione, diciamo così di sorpresa, va fatta in due tempi. Un primo momento di terrore vero, e un altro movimento in cui la simulazione riprende il sopravvento. Perciò: «tu... Ugo!» Quel «tu» è il grido della donna terrorizzata. «Ugo» detto con calma affettata e con ansietà repressa cerca di modificare il pericolo del primo grido di sorpresa. Ecco fatto!

LA MOGLIE

eseguendo

Tu... Ugo!...

IL MARITO

freddo

Io, sì.

Le va incontro. LA MOGLIE rimane come inchiodata al suo posto.

IL MARITO

con simulata naturalezza, sorridendo

Proprio io! Il marito! E che vuoi che ci faccia? Aspettavi non so chi... Una cameriera? Un pacco postale? Niente affatto. Si apre la porta, ed entra il marito. Adesso che devo fare? Buttarmi dalla finestra mi sembra un'esagerazione.

LA MOGLIE

stizzita, ma dominandosi

Chi ti dice questo?

IL MARITO

con fredda ironia

Oh! Generosa!

LA MOGLIE

Ammetti almeno che sia sorpresa. Sei partito ieri...

IL MARITO

Per star fuori quindici giorni...

Ride

LA MOGLIE

enigmatica

Già!

IL MARITO

Mentre invece sto fuori quindici ore. È un po' forte, via! Si usava nei vecchi romanzi... Oggi un marito ha l'abitudine di telegrafare.

LA MOGLIE

riafferrando tutta la sua padronanza

Già!

IL MARITO

E io non ho telegrafato. Invece chiudo la finestra perché comincia a far freddo.

LA MOGLIE

prontamente, prevenendolo

Chiudo io. Siedi. Sarai stanco.

Va a chiudere.

IL DIRETTORE

Con maggiore scatto quella battuta! Si deve capire che la moglie non vuole che il marito si affacci perché altrimenti vede quell'altro che sta giù. Ma veramente sarebbe più logico che lo vedesse... O perché non lo deve vedere? Dov'è l'autore? Accidenti, ancora a prendere il caffé! Non fa che prender caffé tutto il giorno! Bene! Andiamo avanti.

IL MARITO

dopo una pausa, appena LA MOGLIE si è messa a sedere

Grazie. No. Non sono neanche stanco. Tutt'altro che stanco! Questa passeggiata dalla stazione fin qui... una marcia veramente un po' forzata... mi ha messo di buon umore... Pare impossibile, ma mi sono ricordato dei vecchi tempi in cui attraversavo la selva, per venire sotto le tue finestre quand'eravamo fidanzati.

Cambiando tono

Senti: deve essere stato un colpo di luna. Io credo ai colpi di luna più che ai colpi di sole. Figurati che vedendo da lontano la luce della tua stanza ho avuto un balzo al cuore. Giuro. Giuro che ho accelerato il passo per arrivare più presto. Non trovi tutto ciò enorme? Io sì! Fosse stato almeno per abbracciarti! No, semplicemente per salutarti...! È o non è un colpo di luna? E per questa incantata frenesia eccomi qui a mezzanotte a disturbare la mia signora con un discorso stravagante. Che hai?

LA MOGLIE

Nulla.

IL MARITO

Eh sì! Hai qualche cosa! Tu hai...

avrebbe voglia di dire qualche altra cosa

...un gran sonno! E allora buonanotte! Non soltanto hai un gran sonno ma sei seccata di essere stata sorpresa... sia pure in piena innocenza...

LA MOGLIE

No. Ti dirò che non ho voglia di discorrere.

IL MARITO

Ah! Una virtù rara, il silenzio! Ma tacere non vuol dire essere rassegnata... Quando una donna non rimprovera nulla a un uomo colpevole, è perché, forse, si è consolata. Se non si è consolata, come nel caso tuo... il silenzio è veramente una virtù rara.

LA MOGLIE

ride nervosamente, si alza, lo fissa in una maniera strana, poi gli dice lentamente

Che cosa sai tu?

IL MARITO

Come, che cosa so?

LA MOGLIE

Che cosa sai tu se io sia o non sia una donna capace di fare o non fare una cosa? Da quanto tempo non si discorre insieme un po' più a lungo di quanto occorra per darci il buon giorno e la buona sera? Dunque? Che cosa puoi sapere di quello che è passato e passa nella mia anima? Di quello che io sia diventata? Di quello che io possa diventare? Ecco un uomo che pretenderebbe di conoscere sua moglie dopo averla lasciata quattro anni sola!

IL MARITO

Che cosa vuoi dire con questo?

LA MOGLIE

fissandolo

Voglio dire che io non ho nulla da nascondere: ma se la mia sincerità è una buona cosa, bisogna meritarsela. Tu non hai fatto nulla per meritare qualche cosa... Anzi, mi hai messo davanti agli occhi dei cattivi esempi. Tu sai quali esempi. Ecco perché ti chiedo: che cosa sai tu di me? Ci voleva una notte di luna e una passeggiata per la selva perché ti ricordassi di avere a casa una moglie con cui si poteva discorrere per un quarto d'ora di cose più o meno... profonde...

IL MARITO

Io mi son sempre ricordato di avere una moglie a casa. E sapevo anche, tutte le volte che ero fuori, che mi aspettava una donna buona e fedele.

LA MOGLIE

Una cosa comodissima!

IL MARITO

Per chi?

LA MOGLIE

Oh! Per te! Comodissima, non solo, ma meritatissima. Davvero, Ugo, non so come immaginare una cosa più meritata di questa! Si va, si viene, si torna, un'amante qua, un'altra là, un mese di assenza, poi otto giorni sotto il proprio tetto. E questa sciocca è qui, fresca come una rosa. Ci vuole dell'abnegazione, eh? E soprattutto della stupidità! Confessa almeno che io sono una donna di una stupidità ineffabile!

Ride d'un riso stridulo

IL MARITO

sempre molto calmo

Andiamo piano. Di questo si discorrerà dopo. Per ora ti dico che, se sei una tale donna, ti ammiro.

LA MOGLIE

Grazie. Troppo gentile. Ma non ti fidare.

Sono in piedi tutti e due che si spiano, si sfidano, vicini a prorompere.

IL MARITO

fissandola

Che cosa vuoi dire?

LA MOGLIE

enigmatica

Mah! Che cosa sai tu di me?

IL MARITO

sempre fissandola lungamente

Che cosa so?

LA MOGLIE

Già!

IL MARITO

con terribile calma

So che hai un amante!

LA MOGLIE lo guarda livida. Poi scoppia in una sonora risata.

IL MARITO

livido, tagliente, ma sempre calmo

Ridi pure. So il tuo pallore, dietro quel riso.

LA MOGLIE

Mi fai proprio ridere!

IL MARITO

E tu a me no! E del resto il tuo amante lo conosco.

LA MOGLIE

ghiacciata

Ti sfido a dirmi chi è.

IL MARITO

Giacomo Riva.

LA MOGLIE

Calunnie!

IL MARITO

Non mentire, o io non sono più padrone di me. È già un miracolo che io possa dominarmi così.

LA MOGLIE

Ma se non è vero!

IL MARITO

Taci, non negarlo! Ancora una volta ti dico di non mentire.

LA MOGLIE

È una menzogna! Una menzogna!

IL MARITO

appressandosi a lei con collera repressa

No, che non è una menzogna!

LA MOGLIE

retrocedendo spaventata, ma pure dominando la sua ansia

Ti sfido a fornirmi la prova di quanto asserisci.

IL MARITO

La prova... la prova... Io l'ho la prova!

LA MOGLIE

L'hai? E quale?

IL MARITO

Io l'ho, capisci? E tale che tra un istante sarai qui soffocata da un'angoscia di morte.

Una pausa

LA MOGLIE è tenuta visibilmente da una terribile angoscia. Infine ella si decide a conoscere la verità a ogni costo.

LA MOGLIE

Qual'è questa prova? Io ti sfido a darmela!

IL MARITO

Tu mi sfidi? Ebbene, vorresti miglior prova di questa? Io ho ammazzato dianzi, con un colpo di fucile, il tuo amante all'ingresso della lupa.

LA MOGLIE

con un grido straziante

Assassino!

IL MARITO

freddo

Ecco. Ora nega, se puoi.

LA MOGLIE

stringendosi la faccia tra le mani

Assassino! Assassino!... Ho udito il colpo...

IL MARITO

Ah sì? L'hai udito?

LA MOGLIE

dopo una pausa, fissandolo con uno sguardo in cui si leggono tutte le disperazioni

Ebbene, sì! Assassino, era il mio amante! Era! Era!

IL MARITO

sempre glaciale

Anch'io ne ero così certo che, come vedi, l'ho ucciso.

LA MOGLIE

singhiozzando, va a gettarsi presso la poltrona in ginocchio, torcendosi le mani, presa da una grande disperazione, e mormorando sempre: «assassino»... Poi si leva improvvisamente, agitata dall'ira, va verso di lui e gli grida

Sei stato tu che mi hai spinta, disperata, tra le sue braccia! Pure, quell'uomo non sarebbe mai entrato in questa casa se la tua condotta infame non mi avesse dispensata da ogni ritegno. E se anch'io sono stata colpevole, che mi importa? L'hai ucciso? Vado da lui. Ora che egli non potrà più entrare in questa casa io ne uscirò per sempre. Lasciami passare.

IL MARITO

piantandosi dinanzi alla porta

Tu non uscirai di qui.

LA MOGLIE

fremendo

Guarda ch'io non ti riconosco nessun diritto, all'infuori di quello di uccidermi. Il diritto di discutere, no. Lasciami passare, o io griderò, farò accorrere i servi. Lasciami, ché io sono disperata, e non toccarmi!... Lasciami passare!

Una pausa, durante la quale si ode il respiro affannoso di quelle due anime disperate e nemiche.

IL MARITO

con dolore profondo, dopo una lunga pausa

Come lo amavi! Questo io ho voluto sapere. Io ho voluto conoscere di che specie fosse il tuo amore. Perciò ti ho detto che l'ho ucciso.

LA MOGLIE

con uno scatto improvviso e una luce di speranza nello sguardo

Eh!

IL MARITO

con grande amarezza

Sì, è vivo il tuo amante. Quel colpo è stato tirato per una finzione. Per indurti a confessare. Come vedi, è servito a dovere.

LA MOGLIE

cerca di prendergli una mano

Giura!

IL MARITO l'allontana con un gesto brusco, quasi di orrore.

LA MOGLIE

con tutto il viso irradiato dalla gioia

Giura! Giura!

Va alla finestra, poi torna verso IL MARITO, si porta rapidamente una mano alla fronte, assumendo un atteggiamento quasi insinuante.

IL MARITO

fissandola

La mia gioia è bene che egli sia vivo! Ma darà ragione a me di quello che ha fatto.

Va ad aprire la finestra. LA MOGLIE è alle sue spalle, anelante

Lo vedi che è proprio vivo?

LA MOGLIE

sobbalzando

Ah!

IL MARITO

sarcastico

Peccato! S'io fossi stato più prudente avrei avuto il piacere di vederlo capitare qua dentro, per puro caso... Ah! Ah! Poverino! La sua ansietà in questo momento deve essere enorme. Egli ha veduto le nostre due ombre agitarsi e immaginerà forse qualche brutto scherzo. In ogni caso, ecco per lui un'avventura romantica andata a male! Un castello, un vero castello, una selva e una signora che si annoia... E la luna sopra tutto ciò! Una luna inverosimile e coreografica...

LA MOGLIE

ormai decisa a tutto

Non l'uccidere, sai?!

IL MARITO la guarda come trasognato, colpito dall'ardire e dall'atteggiamento di lei: atteggiamento di lotta e quasi di sfida.

LA MOGLIE

Non l'uccidere! Bada che io difendo la vita di quell'uomo. Bada che io sono disposta a tutto contro di te. Sarò la tua nemica!

IL MARITO

con infinita tristezza

Come lo ami!

LA MOGLIE

disarmata e sorpresa, ma diffidente

Forse che mi vuoi far credere che soffri?

IL MARITO

con uno scatto d'ira

Perché... perché lo ami così? Che cosa ha fatto quell'uomo per meritare questo da te!

LA MOGLIE

sempre diffidente, appressandosi a lui

Rispondi! Vuoi farmi credere che soffri? Non mentire. Qui si sta a un passo dalla morte. Abbi anche tu il coraggio di essere franco. So che non soffri.

Lo guarda a lungo, perplessa. Poi, quasi implorando

Non rendermi ancora più l'anima perplessa... Sei ferito nel tuo orgoglio, e vuoi vendicarti ... Ed è giusto! Questo, sì, lo trovo giusto... Ma non dire altro!...

IL MARITO

con un grido disperato

No! No! Soffro! Soffro! E credi che mi tenga qui il pensiero o il desiderio della vendetta? No! Ti avrei uccisa, o lo avrei ucciso... Ma sono stato vile, capisci?... Sono stato vile...

LA MOGLIE

Perché?

IL MARITO

quasi suo malgrado confessandosi

Perché ti voglio bene... perché ti amo...

LA MOGLIE

rapidamente

Basta, Ugo. Non mentire.

IL MARITO

È orribile, capisci? Quel che ti dico... Ma io avevo paura che, se te lo uccidevo, tu morissi di dolore. Vedi dunque a che punto sono un miserabile...

LA MOGLIE

colpita dal dolore di lui, con voce sorda

Taci!

IL MARITO

con disperazione

Ti amo, sì. E ti amo ora che, perdendoti, hai aperto un abisso dinanzi a me!

LA MOGLIE

Taci! Taci!

IL MARITO

Portartelo via?... Oh! Che vale anche uccidere? Avrei potuto uccidere il tuo rimpianto, forse?

LA MOGLIE

agitata oscuramente da opposti sentimenti

Ti scongiuro... non mentire...

IL MARITO

Perché hai tanta paura di credermi?

LA MOGLIE

disperata

Povera me!

IL MARITO

Hai paura di credermi. Hai una paura folle ch'io ti ami!

La scuote tutta, tormentandola. Ella lascia fare, senza volontà.

LA MOGLIE

Sì, ho paura...

Poi con forza, improvvisamente

No, non ti credo!

Tenta di ridere

Per fortuna non ti credo!

IL MARITO

Oh Silvia! Forse che mi hai visto qualche volta piangere dinanzi a te?

LA MOGLIE

con disperazione

Oh t'avessi visto almeno piangere una sola lacrima! Sarei stata salva. Sarebbe bastata una parola sola!

IL MARITO piange, cercando di nascondere il viso.

LA MOGLIE

fissandolo, con l'anima in tumulto

Dimmi perché mi hai abbandonata. Dimmi perché hai voluto umiliare la mia inutile devozione...

Con rabbia

E dimmi perché piangi!

Gli gira intorno disperata

Dimmi perché piangi!...

Una pausa. Si ode il singhiozzo represso di lui e il respiro affannoso di lei

Questo dolore mi soffoca... Perché, perché hai inabissata la mia esistenza e ora t'affacci sulla mia rovina per mostrarmi il tuo volto angosciato? Ah! È ben meglio che tu mi uccida, ora!

IL MARITO

No, che vuoi vivere per lui!

LA MOGLIE

Ascolta, Ugo! Io non ti so dire dove la mia disperazione mi ha condotto. Devo dire che io amavo quell'uomo, e devo crederlo per rispetto di me. Ma tu ora, Ugo, col tuo dolore è come se avessi messo a giacere il tuo cadavere tra noi due... Guarda: tra me e quella porta!

IL MARITO

la guarda con gli occhi sbarrati, colpito dalle parole di lei. Sembra all'improvviso risolversi e corre verso la porta. Poi torna vicino alla MOGLIE e le parla come in uno stato di incoscienza

Egli mi aspetta laggiù... Vado!

LA MOGLIE

avviticchiandosi a lui

No!

IL MARITO

felice, carezzandole i capelli, dopo una pausa

Lasciami andare, Silvia. Sei il mio amore, tu. Per tanto tempo non ho osato più dirtelo... Bisognava che ti perdessi per avere questo coraggio. Potrei riafferrarti per sempre, lo so... lo sento... Oh! Sento questa cosa così certa che mi ubriaca di gioia... ma c'è qualcuno al cancello che è arrivato prima di me. Non si passa più!

LA MOGLIE

quasi senza fiato

Ugo... Ugo...

IL MARITO

Succede sempre così. Ma chi sbarra la porta non deve essere lui. Lasciami andare. A costo di mettermici io, su quella soglia... egli non deve più entrare in questa casa.

LA MOGLIE

tremante, appassionata, incoerente

No, non voglio che tu esponga la tua vita... È armato!

IL MARITO

stringendosela improvvisamente al petto la bacia sulla bocca lungamente

Lo so... E che m'importa?

LA MOGLIE si sente mancare. Le braccia le cadono inerti ai fianchi. Ella piega i ginocchi quasi stesse per svenire. IL MARITO l'abbandona così ed esce in fretta.

LA MOGLIE

con uno sforzo si alza, rimane un momento come immemore dritta nel mezzo della scena con gli occhi sbarrati. Poi corre alla finestra e chiama con voce soffocata

Ugo!

Ella è anelante. Spinge lo sguardo laggiù, tenuta da un'ansia tragica

Eccoli... per pietà... Ah! No!

Getta un urlo di orrore, si copre gli occhi, come per sfuggire una visione terribile. Qualche cosa di irreparabile è accaduto al di fuori, ed ella dà con la sua scena muta l'impressione di quell'orrore. Poi si aggira come folle in mezzo alla stanza. Ed ecco: si ode un passo pesante e cadenzato dietro la porta. Qualcuno sta per entrare. Chi? Lunga pausa di angoscia durante la quale ella rimane in ascolto, aggrinciata, con l'anima anelante. IL MARITO entra barcollando, pallidissimo, tenendosi una mano sul petto.

LA MOGLIE

disperatamente, correndogli incontro

Ugo! Sei ferito... anima mia!... Ho visto tutto! Ho visto tutto...

IL MARITO

accenna di sì e sorride col volto sfigurato da un pallore di morte

Non sarai più sua!... Ho voluto portarti quassù il mio corpo, per impedirgli di entrare... Chiudi quella porta a chiave.

LA MOGLIE lo guarda trasognata.

IL MARITO

Chiudi!

LA MOGLIE obbedisce macchinalmente.

IL MARITO

Giura... che non lo vedrai più! Giura!...

LA MOGLIE

Sì, sì... Giuro... Oh! Mi puoi credere!...

IL MARITO

sempre sorridendo

Sì... sì...

Accenna ancora di sì col capo mostrando di essere persuaso che l'altro non entrerà più. Poi cade morto tra l'uscio e la donna.

LA MOGLIE

Ugo! Ugo! Ugo!

Pausa. Poi i comici si alzano indifferentemente. La commedia è finita. IL DIRETTORE approva col capo.

IL DIRETTORE

Va bene, va bene. Brava Maria...

Accarezza la guancia della signorina Melato e la stringe un po' al suo fianco mentr'ella sorride dolcemente

Nella scena muta, mentre aspetti che «lui» salga, hai avuto uno dei più bei tuoi momenti!...

A BETRONE

Anche tu, Annibale, con la faccia congestionata e la calma con cui pronunzi le ultime battute, sei impressionante. E se io fossi l'autore, lascerei la commedia così. Dov'è l'autore?

L'AUTORE

entrando in fretta

Scusa, Virgilio...

I comici fanno circolo vicino al DIRETTORE

Vedi: sono stato a sentire questo finale giù in platea. Così è inutile nasconderlo, la commedia assomiglia a tante altre. Bernstein avrebbe fatto certamente molto meglio, ma siamo sempre nella sua concezione scenica. Niccodemi avrebbe ottenuto più effetto. Ci avrebbe messo non so che... un notaio... Lui mette sempre un notaio!

I comici ridono

IL DIRETTORE

sorridendo

Non fare malignità!

L'AUTORE

Io invece ci metterei del grottesco. Quando il marito e la moglie si trovano tutti e due vicino alla finestra e vedono l'altro laggiù vicino al cancello... io comincerei a cambiare secondo la variante che ho data al suggeritore.

IL DIRETTORE

Già! Tu pensi, in fondo, che quel marito, dopo avere in circostanze così tragiche riconquistato la sua donna... perché infine l'ha riconquistata, non c'è che dire... abbia poi molto torto a essere così imbecille da prendersi una pugnalata per il gusto di non far passare più quell'altro dalla porta... Non hai torto: forse quel marito è un imbecille...

L'AUTORE

Perciò vediamo di voltare il dramma in grottesco. Riprendiamo dalla battuta della finestra... là dove dice...

LA VOCE DEL SUGGERITORE

«egli mi aspetta laggiù... Vado».

IL MARITO

eseguendo

Egli mi aspetta laggiù...! Vado!

LA MOGLIE

avviticchiandosi a lui

No!

IL MARITO

Lasciami andare!

Carezzandola

Sei il mio amore, Silvia! Per tanto tempo non ho osato dirtelo più! Bisognava che ti perdessi per avere questo coraggio. Potrei riafferrarti per sempre, lo so... lo sento... Oh! Sento questa cosa così certa che m'ubriaca di gioia... ma c'è qualcuno al cancello che è arrivato prima di me. Non si passa più!

LA MOGLIE

Ugo! Ugo!

IL MARITO

la bacia disperatamente. Ella sta per svenire

Lasciami andare!

LA MOGLIE

No, rimani qui!

IL MARITO

Lasciami andare!

LA MOGLIE

appassionatamente, con voce selvaggia

No, vieni qui... Vieni dinanzi alla finestra... qui! Ch'egli ci veda!

Languida

Ch'egli veda che sei tu, che sei tu quello che io amo... Ecco, rimani qui, e baciami... Baciami, ch'egli veda...

Si sente una sghignazzata ironica arrivare alla finestra come una sferzata. IL MARITO e LA MOGLIE rimangono perplessi.

LA MOGLIE

contrariata e stupita

Che vuol dire?

IL MARITO

Non ti amava. Vedi: ride!

L'AUTORE

al DIRETTORE

Che ti pare?

IL DIRETTORE

Mah! Forse è più logica... Però... quella di prima mi pare più di effetto drammatico...

L'AUTORE

tranquillamente

Io cambierei ancora...

I COMICI

protestando un po' scherzosamente

Oh!

L'AUTORE

Io ci metterei un Mago...

IL DIRETTORE

Sei sempre lo stesso! Ma da dove fai arrivare questo Mago?

L'AUTORE

Che importa? I Maghi arrivano sempre da qualche parte... Ormai li ho abituati a scomodarsi per niente!

Riflettendo

A meno che...

I COMICI

spaventati

Oh Dio!

L'AUTORE

A meno che tu non preferisca una «visione». E ho dato anche la parte per la visione. Allora mettiamo il pupazzo dell'uomo al cancello. Quella statua nella nicchia possiamo farla parlare col fonografo. Perché, scusate, quest'amante è laggiù? Eh? Perché? E non si vede? E non appare? Va bene, è giù al cancello. Ma noi possiamo ottenere un effetto suggestivo magnifico facendo parlare il suo fantoccio, ossia il suo egoismo... materializzando, diciamo così, la sua presenza. Perciò ripigliamo, scusate, là dove dice: «Potrei riprenderti per sempre»...

IL MARITO

Potrei riprenderti per sempre, ma c'è qualcuno, laggiù, presso il cancello...

IL FANTOCCIO DELL UOMO AL CANCELLO

con stridula voce meccanica

Aspettare è seccante per chi odia il chiaro di luna e le complicazioni nelle avventure sentimentali. Se il mio pudore fosse più disinvolto, guarderebbe i tacchi del proprio tornaconto e metterebbe molto spazio tra la mia contraffazione stridula e il pericolo di un dramma coniugale al primo piano...

LA MOGLIE

enfatica nella sua passione

Oh! Il suo feroce egoismo! Ebbene, Ugo, mio amore ritrovato come un miracolo sulla soglia della tragedia, io voglio imprigionare il tuo spasimo di vendetta! Lascia che questo sogno non sia distrutto... Vedi: s'inizia ora! Non senti come la vita è bella? Le nostre anime curvate verso l'abisso si ricongiungono dinanzi alla morte per deriderla. Non senti nello strazio della mia paura battere contro il tuo petto il mio cuore di sorella?

IL MARITO

cupo

E vuoi che quel perfido passante che si fermò dinanzi alla mia porta a insidiarmi il nido séguiti a cercare per il mondo altre stanchezze da coltivare con la sua anima di servo?

LA MOGLIE

con lirismo

Pensa che dobbiamo a lui e alla mia stoltezza questa nuova gioia che fiorisce ora come un fiore notturno nelle nostre due anime! Che t'importa della sua ombra che dilegua? Noi le dobbiamo questa vita che abbiamo riafferrata al galoppo in una corsa tragica, e io ti giuro, anima mia, che sono pura... pura...

Mutando tono e volgendosi all'AUTORE e al DIRETTORE, mentre sta ancora abbracciata col MARITO

Questo non vi sembra un po' esagerato? Come faccio a esser pura?

L'AUTORE

Già, veramente...

IL DIRETTORE

Eh sì... Eh sì!

All'AUTORE

Senti, caro Gigi... Io credo che qui il pubblico mormorerà...

I comici vengono avanti

Tu l'hai tenuto per mezz'ora afferrato dalla violenza, che io credo efficacemente appassionata, di un dramma borghese, sia pure il solito dramma. Come vuoi d'un tratto precipitarlo in un lirismo che ha formato bensì il successo di altri lavori, ma perché? Perché quel lirismo, quella struttura, diciamo così... di cerebralità eloquente s'iniziava fin dalle prime battute. Ma qui no! Io credo che il pubblico mormorerà.

L'AUTORE

Ma appunto per questo ho messo le due voci in platea!

IL DIRETTORE

Ah già! Ci sono le voci di platea.

Da un'occhiata alla platea

I e II VOCE DI PLATEA

Siamo qui!

L'AUTORE

spiegando con molta calma e convinzione

Se io faccio dire dalle voci di platea quello che già pensa il pubblico della commedia, il pubblico ride perché capisce che l'autore è un uomo di spirito e ha scritto una commedia sbagliata a bella posta per provocare un dibattito finale che costituisce la sua autocritica... A me sembra un metodo eccellente per scaricare tutte le osservazioni che i critici veri erano andati caricando nel loro cervello durante la rappresentazione... Essi non potranno prendersela con l'autore una volta che l'autore già per conto suo se l'è presa con la commedia... Infatti guarda... Riprendiamo subito là dove la signorina Melato dice a Betrone: «io ti giuro anima mia...» Abbia pazienza signorina Melato...

I comici tornano alla finestra.

LA MOGLIE

Io ti giuro, anima mia, che sono pura...

I VOCE DI PLATEA

indignata

Ah no! Basta! Basta! Io mi appello al buon senso del pubblico per protestare contro questa roba...

II VOCE DI PLATEA

approvando vivamente

Ha mille ragioni! Io sono con lei!

I VOCE DI PLATEA

alla II

E mi piace di avere il consentimento di quel signore, in cui mi sembra di ravvisare un'illustrazione della città...

II VOCE fa un inchino.

I VOCE DI PLATEA

...e una mente illuminata e uno spirito libero... per domandare alla platea e anche ai palchi e anche al loggione se col nostro silenzio troppo educato non corriamo il rischio di renderci complici di questa mostruosità che l'autore ha voluto chiamare commedia...

L'AUTORE

al DIRETTORE

Vedi? La condanna della commedia la facciamo venire dal pubblico, e il pubblico ride.

IL DIRETTORE

Sei certo che riderà?

I ATTORE

Il MARITO

Speriamo!

I ATTRICE

LA MOGLIE

Chi lo sa! Non si può mai sapere!

L'AUTORE

perplesso

Già... piuttosto questo: quale di queste soluzioni adotteremo?

I ATTRICE

Sicuro! Ne abbiamo provato quattro, ma non potremo recitarle tutte insieme...

I comici ridono.

IL DIRETTORE

all'AUTORE

Deciditi, caro. Questa responsabilità esorbita dal mio ufficio. Non puoi mica sconvolgere e buttare in aria la commedia quattro volte nella stessa sera!

L'AUTORE

Sarebbe comodo!

IL DIRETTORE

Eh, lo so! E poi dire al pubblico: se ne vada a casa con quattro commedie in testa, si scelga quella che più le piace, e buonanotte!

I comici, l'AUTORE e il DIRETTORE s'inchinano ridendo dinanzi al pubblico.

Sipario

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