CAMILLA
Si fermi ancora un po’. Mio marito non potrà tardare. C’è un treno che da Milano arriva alle dieci.
ARRIGHI
Ma il telegramma di ieri sera come dice?
CAMILLA
cerca il dispaccio sul tavolo. Legge
Eccolo qua: «Trattenuto caso gravissimo, tornerò domani mattina».
ARRIGHI
Quale sarà il «caso gravissimo»?
CAMILLA
Oh!... qualche malato... naturalmente. È probabile che si tratti di un «consulto». Chi sa come sarà lieto di poterla salutare!
ARRIGHI
Dopo vent’anni! Oh! Egli ha trovato la maniera di diventare celebre, ed è più giovane di me! Io non sono riuscito che a farmi nominare commendatore!
CAMILLA
Volete scherzare! Mario mi ha spesso parlato dell’amico lontano che per altre vie, ma non meno degne, si è fatto un bel nome...
ARRIGHI
Non basta. Io non ho fatto niente di veramente utile a questo mondo. Non ho scoperto nulla... assolutamente nulla... né un nuovo peccato mortale né una nuova polvere dentifricia. Ho commerciato e commercio in concimi chimici... Ma quelli erano già stati scoperti...
CAMILLA
ridendo
Non è poi detto che a questo mondo tutti debbano scoprire... Si conoscono già troppe cose che varrebbe la pena di dimenticare! Ecco qua il Dottor Manfredi... Mi par di udire la sua voce.
Va verso la veranda e parla col Signor Manfredi che è giù, in giardino
Siete solo? E Ferruccio? Oh, va bene! Fatelo chiamare, vi prego... Grazie. Poi venite su che vi presento un amico.
Tornando verso il comm. Arrighi
È il dottor Silvio Manfredi, un assistente, un collaboratore di mio marito; un bravo giovane molto studioso.