Sonetto

DI
LODOVICO ARIOSTO
A GIULIANO DELLA ROVERE

eletto papa nel 1503 col nome di Giulio II

L'arbor ch'al viver prisco porse aita,

Poi si converse a miglior tempo in oro,

Or ha prodotto un sì soave alloro,

Che la fragranza in fino al ciel n'è gita.

Oh fra' mortali e fra gli Dei gradita,

Felice pianta! oh vivo e bel tesoro!

Per te s'allunga il seme di coloro

Che per cosa divina il mondo addita.

Quinci i rami gentil, quinci i rampolli

Ch'empìo di gloria e di trionfo il mondo,

E fan Roma superba e li suoi colli.

Godi, sacra colonna, e scorgi a tondo:

Alta sei d'ogni parte e senza crolli,

Nè del tuo stato mai fu il più giocondo.

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