CLII

Ai medesimi

Magnifici ac potentes domini mei observandissimi. Ieri, essendo a Carreggine, mi venne un messo di V. S. con sue lettere, per le quali mi avvisano, come li cavalli e fanti mandati dal governatore di Reggio avevano preso a Soraggio alcuni banditi di V. S., e che io facessi intendere al detto governatore le convenzioni e capitoli che sono fra V. S. e il mio illustrissimo signore; e io, come sempre, desideroso di fare piacere e servizio a quelle, per il medesimo messo scrissi al governatore in buona forma, e non dubito che non faccia il medesimo ch'io ho fatto per il passato e sempre sono per fare, purchè si [258] trovi essere vero che in questi, che il capitano del governatore ha menato a Reggio, siano quelli banditi di V. S.; ma nella lista che mi mandò il detto capitano, quando si partì da Soraggio, già non era nominato quel Jeronimo. Pure credo che oculata fide il governatore di Reggio farà vedere al messo di V. S. tutti questi prigioni, acciò che conoschi li suoi banditi, se vi sono; ed essendovi, e non li volendo il governatore dare (il che però non credo), io sono per scrivere cento lettere non che una all'illustrissimo Signore mio, acciò che V. S. abbino il suo intento. Bene le prego, che per fare la volontà mia, che ho verso quelle di buona optima che l'officio c'ho sempre fatto e sono per fare per quelle, esse all'incontro vogliano fare per me, di porre qualche industria di far pigliare e darmi nelle mani Battistino Magnano di Castelnovo e Margutte da Camporeggiano suo compagno, li quali intendo che spesso si riducano in Tramonte e su quel di Castiglioni, e vanno villeggiando per le terre di V. S.; che più facilmente riusciria a V. S., delle quali non hanno sospetto, a farli pigliare, che a me dal quale si guardano con troppo vigilanza, massimamente al presente che il signore mio m'ha mandato 25 stioppettieri a piedi, oltra li cavalli ci ho per ordinario. Quando V. S. mi faccino uno piacere di questa sorte, stiano secure, che quello c'hanno di me in maggior parte al presente, averanno poi in tutto, sì che non meno potranno disporre [259] di me e di questa provincia in cosa di giustizia, che possa lo illustrissimo Signor mio. In buona grazia di V. S. sempre mi raccomando.

Camporeggiani, 5 augusti 1524.

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