CLXXVII

Al marchese di Mantova

Ill.mo ed Ecc.mo Sig. mio osserv.mo Essendo io in procinto per mandare di nuovo a stampa il mio Orlando furioso, e per questo bisognandomi far condurre da Salò quattrocento risme di carta, supplico Vostra Eccellenza che sia contenta di commetter che per le sue terre possa esser condotta liberamente senza pagamento di alcun dazio, sì come anche la felice memoria del Marchese suo padre mi concesse di poterne condurre fin alla somma di mille risme, della qual somma io mi feci condurre solo risme duecento. E perchè non reputo che Vostra Eccell.a m'abbia per manco servitor suo che m'avesse il padre, con non minor fiducia ricorro a quella, e la supplico che mi faccia questa grazia; e non solo per questa volta, ma per sempre che mi accadrà di stampare: chè se ora ho aggiunto da quattrocento stanze al detto libro, spero ad altra addizione di aggiungervene molte più: e come in questa ho nominato Vostra Eccell.a con qualche laude, non sono anco per tacerla nell'altra. Io fo pensier anco di stampare alcune mie cosette; sicchè quella non voglia tenermi per importuno e poco discreto se sempre ch'avrò bisogno di carta domanderò a quella il transito per le sue terre libero: in buona grazia [285] della quale umilissimamente mi raccomando sempre.

Ferrariae, XV januarii MDXXXII.

Di Vostra Eccellenza

Ossequiosiss.o servitor,

Ludovico Ariosto.

Fuori - All'Ill. mo ed Ecc. mo Signor mio osservandiss. mo il Sig. Duca di Mantova.

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