CLXXXVI

Al marchese di Mantova

Ill.mo ed Ecc.mo Signor mio osservand.mo Mi duole che le mie commedie per essere in versi non abbiano satisfatto a Vostra Eccell.a A me pareva che stessero così meglio che in prosa: ma li giudicii son diversi. Le due ultime io le feci da principio nel modo così strano, e mi duole di non averle anch'io fatte in prosa per aver potuto satisfarne [296] a quella. La quale sia contenta d'accettare il buon animo. Io le riferisco grazia che me le abbia (poi che non fanno per lei) rimandate subito. In buona grazia della quale mi raccomando sempre.

Ferrariae, V aprilis MDXXXII.

Di Vostra Eccellenza

Servitore deditissimo,

Ludovico Ariosto.

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