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Quivi surgea nel lito estremo un sasso,

ch'aveano l'onde, col picchiar frequente,

cavo e ridutto a guisa d'arco al basso;

e stava sopra il mar curvo e pendente.

Olimpia in cima vi salì a gran passo

(così la facea l'animo possente),

e di lontano le gonfiate vele

vide fuggir del suo signor crudele:

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vide lontano, o le parve vedere;

che l'aria chiara ancor non era molto.

Tutta tremante si lasciò cadere,

più bianca e più che nieve fredda in volto;

ma poi che di levarsi ebbe potere,

al camin de le navi il grido volto,

chiamò, quanto potea chiamar più forte,

più volte il nome del crudel consorte:

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e dove non potea la debil voce,

supliva il pianto e 'l batter' palma a palma.

— Dove fuggi, crudel, così veloce?

Non ha il tuo legno la debita salma.

Fa che lievi me ancor: poco gli nuoce

che porti il corpo, poi che porta l'alma. —

E con le braccia e con le vesti segno

fa tuttavia, perché ritorni il legno.

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