Grato era al re, più grato era alla figlia
quel cavallier chiamato Ariodante,
per esser valoroso a maraviglia;
ma più, ch'ella sapea che l'era amante.
Né Vesuvio, né il monte di Siciglia,
né Troia avampò mai di fiamme tante,
quanto ella conoscea che per suo amore
Ariodante ardea per tutto il core.