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Ad Issabella il re d'Algier scongiuri

di non la molestar fe' più di mille,

pur ch'essa lavorar l'acqua procuri,

che far lo può qual fu già Cigno e Achille.

Ella per balze e per valloni oscuri

da le città lontana e da le ville

ricoglie di molte erbe; e il Saracino

non l'abandona, e l'è sempre vicino.

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