CANTO QUINTO. swash

'Siede la terra dove nata fui

Sulla marina, dove il Po discende

Per aver pace co' seguaci sui.

Amor, che al cor gentil ratto s'apprende,

Prese costui della bella persona

Che mi fu tolta, e il modo ancor m' offende.

Amor, che a nullo amato amar perdona,

Mi prese del costui piacer si forte,

Che, come vedi, ancor non mi abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:10

Caino attende chi vita ci spense.'

Queste parole da lor ci fur porte.

Da che io intesi quelle anime offense

Chinai 'l viso, e tanto il tenni basso,

Finchè il Poeta mi disse: 'Che pense?'

Quando risposi, cominciai: 'O lasso!

Quanti dolci pensier, quanto disio

Menò costoro al doloroso passo!'

Poi mi rivolsi a loro, e parla' io,

E cominciai: 'Francesca, i tuoi martiri20

A lagrimar mi fanno tristo e pio.

Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri

A che e come concedette Amore,

Che conoscesti i dubbiosi desiri?'

Ed ella a me: 'Nessun maggior dolore

Che ricordarsi del tempo felice

Nella miseria; e ciò sa il tuo dottore.

Ma se a conoscer la prima radice

Del nostro amor tu hai cotanto affetto

Farò come colui che piange e dice.30

Noi leggevamo un giorno per diletto

Di Lancelotto, come Amor lo strinse:

Soli eravamo, e senza alcun sospetto.

Per più fiate gli occhi ci sospinse

Quella lettura, e scolorocci il viso:

Ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso

Esser baciato da cotanto amante,

Questi, che mai da me non fia diviso,

La bocca mi baciò tutto tremante:40

Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse—

Quel giorno più non vi leggemmo avante

Mentre che l'uno spirto questo disse,

L'altro piangeva sì che di pietade

Io venni meno cos com' io morisse;

E caddi, come corpo morto cade.

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