SCENA IV.

CARLOTTA dalla destra, quindi FAUSTINI dal fondo. Detti.

Carl. ― Signor padrone, c'è il fattorino dell'uffizio telegrafico con un dispaccio.

Carlo. ― Ah sono salvo!... Addio per poco, Francesco. (Carlotta esce dalla destra)

Franc. ― Coraggio, maestro, e mi aspetti fra poco con tutti gli altri. (Carlo esce dalla destra. Francesco, per uscire dal fondo s'imbatte in Faustini)

Faust. ― Lei qui, caro direttore?

Franc. ― Perchè no? Io la ringrazio delle offerte che mi ha fatto; ma le ripeto che non abbandono quest'officina.

Faust. ― Non l'abbandoni, tanto meglio. Sua moglie deve intanto accettare il regalo che mi ha voluto restituire, poichè d'or innanzi... Ecco il Valori; mi lasci con lui, direttore, ma non s'allontani, le dirò il resto.

Franc. ― Ma io non sono punto ai suoi ordini!

Faust. ― Via, via, aspetti; quando avrà compreso, sarà contento.

Franc. ― Temo di aver già capito troppo! (esce dal fondo)

Faust. ― Quanto fumo! E non capisce d'essere nelle mie [132]mani come gli altri tutti! Ma se quel dispaccio annunzia il pagamento delle macchine, il mio progetto è bell'e ito! (si ritira in disparte verso il fondo)

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