Del fortificar di terra

Perchè di sopra si è fatta più volte menzione di far forti di terra, utili e necessarii e per le difese delle città e per l'espugnazione ancora, è necessario in questo luogo darne qualche istruzione; e ciò si deve tanto più fare, quanto che a i muratori ordinarii non è così noto il fabricar di terra come di muraglia. E però, quando s'averà a fortificare di muraglia, basterà solamente dare al capomaestro de' muratori il disegno della fortezza con le sue misure; ed esso poi, come persona prattica, saprà benissimo quali materie, istrumenti ed operazioni saranno necessarie per mandar ad essecuzione la disegnata fabrica: ma il lavorar di terra è cosa più da soldato che da muratore. Però alquanto diffusamente dimostreremo quali stromenti, quali materie e che ordine si deve tenere nel fabricar di terra.

E prima, quanto alla forma della fortezza, si devono osservare le medesime misure, formare i fianchi e cavar le difese nell'istesso modo, che se s'avesse a fortificar di muraglia. Perciò che allora solamente si fortifica di terreno, quando per la brevità del tempo non ci è permesso il murare. E prima, avanti che più oltre passiamo, per esser meglio intesi, dichiareremo alcune materie ed alcuni istrumenti necessarii all'opera nostra.

E circa la materia, quella di che noi ci serviremo più, saranno alcune piote di terra erbosa, cavate di praterie o argini; la qual terra, per esser contesta con le radici dell'erba, è molto fissa, e fa bonissima presa, tutta volta però che non sia arenosa o troppo bagnata. Queste piote si devono cavare e tagliare secondo una delle figure, che si veggono notate per A, B, C; le quali sono figure ch'insieme si commettono e scambievolmente si sostengono. Ma perchè non in tutti luoghi si truova comodità d'avere le predette piote, come sarebbono i luoghi montuosi, allora si deve far buona provisione di terra da far mattoni; e questa, ben trita e netta da i sassetti, s'impasterà con acqua, mescolandovi entro pula di grano, o veramente fieno trito, o paglia battuta, o vero cime di scope; o potendo avere scotolatura di lino, sarebbe eccellentissima: e di questo terreno si formeranno, in forme simili a quelle de i mattoni, alcuni pastoni grossi un quarto di braccio e lunghi due terzi in circa; come nelle figure segnate EF, GH.

Si farà ancora gran provisione di scope, o vero altri legnamisottili e forti, come castagni o rovere, e che siano verdi: e di questi se ne piglieranno quanti con una mano se ne possono abbrancare, e tenendo con una mano forte la parte più grossa, con l'altra si torceranno ed avvolgeranno insieme; di poi si piegheranno e doppieranno destramente, avvolgendoli pur tuttavia; e piegati che siano, si legheranno con ginestre e salci. E queste si domandano manocchie; come si vede nelle figure K, LM. Di queste se ne prepara gran quantità, acciò che siano pronte per quando si mettano in opra. Sono ancora molto buoni, per tale essercizio, alcuni manipoli o manaiuole, che se le dichino: le quali si fanno di scope legate insieme in fascetti, con ginestre o giunchi, in due luoghi vicino alla parte più grossa, ciò è dove sono tagliate, e dall'altro capo si lasciano sparse, come nella figura N O si vede; e questi manipoli si fanno grossi quanto con una mano si può capire. Bisogna poi, per raffilare i pastoni e le piote, avere alcuni coltellacci grandi, come si vede il coltello P. In oltre, per battere i pastoni e le piote, acciò s'unischino bene insieme, bisogna avere alcune mestole di legno gravi e dure, come per la figura Q si vede. Per nettare poi la terra da i sassi, si averanno rastrelli di ferro, come si vede nella figura R; per assodare poi e battere la terra, si averanno de' pilloni o pistoni, come si vede il pistone S; e per spianare ed assodare insieme il terreno, si averanno delle mazzeranghe, come si vede nella figura T.

Oltre a queste cose, è necessario avere quantità di corbe e corbelli per portare il terreno; e così zappe, zapponi, vanghe e pale. Sarà ancora necessario aver buon numero di gabbioni, fatti come la figura V, i quali, pieni di terra, si possono mettere in cambio di parapetto: e similmente gabbioni quadri, simili alla figura Y, similmente pieni di terra, si potranno accommodare per merloni e parapetti nelle piazze da basso. Fannosi ancora alcuni graticci, simili alla figura X, di castagno; i quali si potranno accommodare, in cambio di piote e pastoni, dalla parte di dentro.

Avanti che venghiamo alla fabrica particolare del forte di terra, sarà molto a proposito che noi dichiariamo la regola di fare il quarto buono; ch'è uno stromento da poter ordinar le scarpe secondo la proporzione che vorremo. Però si deve pigliare una tavola, la quale per ogni verso sia un braccio, come è nella figura ABCD ; e se vorremo dare di scarpa un quarto, un quinto, o vero un sesto, per braccio, si dividerà la linea DC in quattro, cinque, o sei parti: come nell'essempio si vede, dove noi supponghiamo voler dare per ogni braccio d'altezza un quarto di scarpa; però abbiamo divisa la linea DC in quattro parti uguali, una delle quali è la CE. Tirisi di poi dal punto B al punto E la linea BE, e seghisi via il triangolo B EC: e perchè sia più comodo tale istromento ad esser maneggiato, si taglierà via la metà ADFH. Segnisi poi la linea IK ad angoli retti sopra la BH, e nel punto I si accomodi il filo con il perpendicolo, come si vede per le lettere IK; il quale, nell'usar lo stromento, si farà batter giusto secondo la linea IK. Quando poi vorremo dare il giusto pendío alla scarpa, averemo un regolo diritto e saldo lungo circa quattro braccia, una delle estremità del quale si accosterà in terra a canto alla corda, che sarà di già tirata nel disegnar la pianta; e tenendo esso regolo diritto, se gli accosterà il lato del quarto buono BE: di poi, inclinando o alzando esso regolo, si ridurrà a segno, che il perpendicolo batta giusto sopra la linea IK: ed allora il regolo averà la debita inclinazione e pendío di un quarto per braccio, come nell'altra figura appresso si scorge. E questo ci servirà per regola e guida in proporzionare la scarpa della nostra fabrica in tutte le sue parti con uguale inclinazione.

Ordinate che si saranno tutte le soprascritte cose, si tireranno le corde secondo il disegno della pianta, la quale, come altra volta si è detto, deve in tutte le sue parti osservare le medesime proporzioni e misure che nel far di muraglia. Di queste corde se ne tireranno due, una per di fuori al recinto della fortezza, e l'altra di dentro; e si porranno lontane l'una dall'altra quattordici braccia. Di poi si comincierà a cavare il terreno tra l'una e l'altra corda, profondandosi fin che si truovi il terreno sodo e fisso da poter reggere tutta la fabrica. Di poi si comincierà a riempire, alzandosi in su di mano in mano, ma più dalla parte verso la corda esteriore, talmente che la superficie del terreno venga piovendo all'indentro, ed abbia per ogni braccio di larghezza un quarto di pendío. E quando si sarà arrivato al piano della campagna, tra le due prime corde se ne tireranno tre altre, ad esse e tra di loro parallele; e la esteriore di queste si tirerà lontana dalla prima di fuori cinque braccia, e l'altre due si tireranno, infra di loro e dalle altre, lontane tre braccia: e si pone la prima distanza delle cinque braccia, maggiore dell'altre, per amor della scarpa che si deve dare alla fabrica. Di poi si averanno quantità di pali grossi più che la coscia d'un uomo, e lunghi dalle 14 braccia in circa; de i quali pali se ne devono piantare cinque ordini, rasente le corde ultimamente tirate, lontani l'uno dall'altro tre braccia: avvertendo, nel piantarli, che non s'incontrino in fra di loro talmente, che quattro di essi prossimi comprendessino una figura quadrata; ma più tosto si ordineranno per scancío, in maniera che tra quattro di essi rimanga la figura che si domanda romboide: come nella seguente figura si vede. Devesi ancora molto bene considerare, ch'i pali siano diritti e senza nodi: perchè, come appresso diremo, ci vanno intrecciati tra l'uno e l'altro alcuni altri legni, e ad essi pali vanno legati; e perchè il terreno postovi, col tempo cala ed avvalla, se i pali fossero nodosi, non lascierebbono scorrere le incatenature, e per conseguenza la fabrica rimarrebbe cavernosa e debile. Per questo rispetto ancora si avvertirà che siano diritti e piantati a perpendicolo; e nel piantargli basterà ficcargli nel terreno solamente tanto che si sostenghino diritti, perchè poi, nel tirar inanzi la fabrica, vengono continuamente a sotterrarsi maggiormente.

Ordinati i pali come si è detto, si pianteranno alcuni regoli appresso la corda dalla parte di fuori, dandogli la pendenza in dentro con il quarto buono, la quale si farà o maggiore o minore secondo la qualità del terreno: perchè, dove la terra è ghiarosa o arenosa, bisogna darle più scarpa, che dove l'è tenace e fissa. Accomodati i regoli, si tirerà un filo tra l'uno e l'altro, equidistante al piano, acciò che il lavoro venga sempre per tutto al pari. Di poi si comincierà a metter le piote, ponendo sempre la parte erbosa per di sotto; e si avvertirà di commetterle bene insieme, il che ci sarà facile con l'aiuto del coltellaccio P, tagliando dove bisogna: e messo che si sarà un filo di piote, si batteranno con la mestola Q, acciò meglio si spianino ed accostino l'una all'altra. Messe che si saranno le piote intorno intorno, si metterà nel mezzo d'esse terra ben trita e sottile, levandone i sassi con il rastrello R, con il quale si distenderà ugualmente: di poi con il pilone S si anderà battendo ed assodandola per tutto egualmente, avvertendo che la non sia nè più alta nè più bassa delle piote, e vada pendendo all'indentro come il suolo di sotto: e come la sarà assodata con il pilone, si spianerà con la mazzaranga T. Fatto questo, si metterà un altro filare di piote, accomodandole al filo di fuori, battendole e spianandole come l'altre; di poi vi si metterà l'altro suolo di terra, spianandola ed assodandola, col pilone prima, e poi con la mazzaranga. Fatto questo, si accommoderà un altro filo di piote, col terreno di dentro, al modo già detto. Di poi, con cavigli di legname lunghi un braccio, s'anderanno conficcando con un maglio per forza le piote l'una sopra l'altra. Si piglieranno poi delle frasche, di scopa, se sarà possibile, se non, d'altro legname, purchè siano dure, nè più grosse d'un dito, ma più lunghe che sia possibile; e queste s'anderanno distendendo per il traverso sopra il terreno e piote di già accomodate, mettendo la parte più grossa verso di fuori, e le vette verso la parte di dentro: e per riempirne tutta la larghezza delle 14 braccia, ci se n'anderanno distendendo dell'altre, applicando il ceppo delle seconde sopra le vette delle prime; avvertendo che siano ugualmente spianate, senza rilevare più in un luogo ch'in un altro, e mantenghino quella pendenza all'indentro, della quale di sopra si è parlato. Ordinate in questo modo le fascinette, si copriranno le teste delle prime, dalla parte di fuori, di malta fatta con terra tenace, simile a quella che s'adopra in vece di calcina nel murar di terra; metterassi di poi sopra dette frasche intorno intorno, verso la parte di fuori, un altro filare di piote, dentro al quale, come nell'altro luogo si è fatto, si anderà riempendo di terra trita, spianandola prima col pilone, e di poi con la mazzaranga: avvertendo diligentemente di non alzar mai la terra, che si mette dentro, più che le piote; ma si farà bene che, quando la sarà pilata e rassodata, sia a punto al piano delle piote. E con quest'ordine si anderà alzando il terreno, mettendo ad ogni terzo filare di piote un suolo di fascine, e ad ogni cinque suoli di fascinette una incatenatura; tal che tra l'una incatenatura e l'altra saranno quindici filari di piote. Queste incatenature si faranno di legni grossi come la gamba d'un uomo, mettendogli l'uno sopra l'altro a guisa d'una ingraticolata, facendo che ne gli angoli de i quadretti venghino i pali che si piantorno per diritto. Questi legni dell'incatenatura si conficcheranno nell'intersecazioni loro con cavicchi di corgnolo o di simile altro legname: ma non si conficcheranno già con i pali piantati per diritto, anzi si lascieranno liberi, acciò che senza ostaculo possino scorrere di su e di giù, per il rispetto che di sopra, si è detto; ciò è, acciò che il terreno, che gli sarà posto sopra, possa calare, insieme con esse incatenature, unitamente e senza impedimento: perciò che i pali che si mettono per diritto, non si mettono ad altro uso, se non acciò che il bastione nel calare non s'arrovesci all'infuora. Le incatenature averanno ancor esse la medesima pendenza all'indentro che si è data al terreno, come di sopra dicemmo. E con tal ordine si anderà alzando il bastione, interserendo ad ogni terzo ordine di piote un suolo di fascine, e ad ogni quinta fascinata una incatenatura. Lo spazio poi, che sarà dalle 14 braccia in dentro, si anderà riempendo e terrapienando di terreno senz'altri sostegni. Quando poi saremo arrivati all'altezza di 14 braccia in 15 dalla parte di fuori, che è il luogo dove anderebbe il cordone quando si fabricasse muraglia, in vece di cordone si metteranno intorno intorno alcune doccie di legname o di terra cotta, le quali, rigirando intorno intorno il forte, riceveranno l'acque che cascheranno dal parapetto, acciò non vadino in su la scarpa e la dilavino. A queste doccie, ad ogni dieci o 15 braccia, si accomoderà un'altra doccia o canale, che, attraversando il forte, porti verso le parti di dentro l'acqua che si ridurrà e raccoglierà nella doccia esteriore; la quale acqua si smaltirà per di dentro in pozzi o fogne da smaltire. Dalle doccie in su si comincieranno a mettere altri filari di piote, ma solo si darà un ottavo per braccio di scarpa, mettendo, come nell'altro lavoro, ad ogni terzo filare di piote un suolo di fascine; ma non si metteranno già incatenature: e questa seconda fabrica si alzerà due braccia sopra le doccie; come si vede nel profilo sottoposto, dove A sono le doccie, ed AB l'altezza di due braccia, con un ottavo per braccio di scarpa. Quando poi saremo arrivati a quell'altezza, che sarà dal piano del fosso 16 braccia in 17, si spianerà per tutto a livello; come si vede per la linea BC. Dove si piglierà dal punto B in dentro braccia 10, che sarà dal punto B al punto C, e si tirerà intorno una corda lontana, come si è detto, dalla parte di fuori 10 braccia: lungo alla qual corda si ficcheranno pali lunghi 6 braccia e grossi come il braccio d'un uomo, de i quali la metà va ficcata sotto terra e l'altra metà riman sopra, e la distanza tra l'uno e l'altro d'essi non sarà più di mezzo braccio; di poi tra essi si intreccieranno vimini di castagno; facendo questa altezza delle tre braccia a guisa d'un graticcio, che servirà per la pelle di dentro del parapetto, quale sarà alto sin al punto I. Di poi lo spazio BCI si riempirà di terra bonissima, battendola ed assodandola più che sarà possibile; avvertendo di non alzar punto dalla parte B, ma di lasciare lo schiso pendente secondo la linea IB: il qual schiso si anderà covertando di piote, mettendo l'erba dalla parte di sopra, acciò meglio venga conservato il parapetto; avvertendo che le piote siano benissimo commesse insieme. E con quest'ordine si anderà circondando tutto il recinto.

Fatto questo, si accommoderanno i letti per l'artiglierie in questa maniera. Si prenderanno nella sommità del parapetto alcune lunghezze di venti braccia l'una; di poi si misureranno all'indentro altre venti braccia, che saranno la lunghezza del letto; di poi con graticci, simili a quelli del parapetto, si armeranno dall'una e l'altra parte essi letti, facendogli pendenti verso la parte di dentro: come si vede nella figura prossima di sopra DFE, la quale ci rappresenta un letto. Tra l'uno e l'altro letto ci si lascia uno spazio di dieci braccia per gli archibusieri, facendovi la sua panchetta; come nella medesima figura si vede FGH. E nel fare i letti si userà diligenza, nel riempiere tra l'uno e l'altro graticcio, di pigliare terreno che sia fisso, battendolo e spianandolo bene; ed oltre a ciò, nella parte di sopra, quando si averanno ad adoperare l'artiglierie, si spianeranno tavoloni grossi tre dita, sopra i quali caminino l'artiglierie, acciò che non si ficchino nel terreno.

Nel formar poi le piazze da basso, si disegneranno prima con le corde; di poi, lungo le corde, si accommoderà e fabricherà la pelle di fuori di piote, ed all'indentro per lo spazio di 6 braccia si anderà lavorando con fascine e terreno ben battuto, lasciandogli la sua scarpa di fuori. Ed in quelle parti di esse piazze da basso che verranno ricoperte, nè saranno viste dalla campagna, si potrà, in cambio di piote, per sostegno del terreno di dentro, adoperare graticci. Il merlone, similmente, si farà, dalla parte di fuori, di piote ben commesse ed accommodate.

Ma quando non s'avesse commodità di piote, sarà di bisogno in quel cambio di servirsi di pastoni: i quali si adopereranno in questa maniera. Lungo il filo dalla parte di fuori si metterà un filare di manocchie, mettendo la parte piegata a canto 'l filo, ed il restante per di dentro; e sopra tutto sieno accommodate egualmente; e tra esse si metterà terra ben trita, e vi si assoderà sopra con piloni e mazzeranghe; avvertendo che detta terra vi sia sparsa sottilmente, e solo tanto che la spiani. Di poi, sopra vi si metterà un suolo di pastoni, i quali da l'una e dall'altra testa si conficcheranno con cavicchi, come si disse delle piote; e di dentro si metterà della terra, assodandola e spianandola sin al pari de' pastoni; e poi si metterà un suolo di manocchie, spianandole benissimo ed agguagliandole con della terra; si metterà in oltre un altro suolo di pastoni, tenendo 'l medesimo ordine già detto; ed ad ogni due mani di pastoni si distenderà una fascinata, ed ad ogni tre fascinate una incatenatura, seguitando in tutto il restante l'ordine medesimo che quando si adoperavano le piote.

Con quest'ordine di piote o di pastoni si fabricheranno i corpi di difesa e le cortine, non meno circa alle terre ch'in campagna, chiudendo a torno a torno e' luoghi fortificati con ordine e regola, di maniera che venghino per tutte le parti guardati, non altrimenti che nel fortificare di muraglia le città e le terre si è detto: avvertendo, nel far di terra, ancora di sfuggir al possibile gli angoli acuti, accostandosi alle figure che siano di molti angoli e lati, tuttavolta che dal sito ci sia conceduto, nè ci manchi uomini ed artiglieria da poterli guardare. Avvertirassi ancora che siano talmente posti che non abbino a torno luoghi rilevati, che vi siano a cavaliero; perchè questo sarebbe di grandissimo nocumento. Devesi ancora con ogni avvertenza sfuggire ch'intorno al nostro forte non siano luoghi bassi, che da esso non siano scoperti. Abbino in oltre commodità d'acque: il che è di grandissima importanza; perchè, se bene questi forti sono fatti per assediare altre fortezze, può nondimeno tal volta occorrere che siano assediati loro; parimente, quando fossero fatti per difesa della fortezza principale, occupando qualche luogo che potesse esser commodo al nimico, sendo tali forti disgiunti dalla principal fortezza, fa di mestiero che da per sè stessi abbino almeno le cose necessarie, perchè ancor essi corrono il medesimo risico d'essere assediati, battuti, zappati, e minati. Ed in questi, che fossero fatti per difesa della città, si deve ancora usar maggior diligenza ch'in quelli che si facessero per assediare altri luoghi; perchè a i fatti per assediar altrui, basta che non possino esser battuti dentro da luoghi più rilevati. Nel restante, non hanno a servir ad altro che per una ritirata a gli assedianti, quando gli sopravenisse una carica, o gli fosse di bisogno ritirarsi in luogo forte, dove potesse star al sicuro quattro o sei giorni, sin che gli venisse nuovo soccorso: pure, quando si dubitasse che il forte non potesse esser soccorso se non doppo un mese o maggior tempo, allora bisognerebbe usar di maggior diligenza, facendogli attorno la sua fossa e la spianata, acciò scuopra attorno per tutto.

Le figure, finalmente, particulari si faranno secondo la disposizion del sito: pure se ne disegneranno qui appresso alcune di semplici linee, qualcheduna delle quali si potrà accommodare al nostro sito; o al meno da tante diverse figure se ne potrà cavare una, da quella diversa, ch'al nostro sito s'accommodi. Avvertendo che fra le figure appresso ce ne saranno alcune di linee reflesse, le quali non si metteranno in opera se non in qualche improvisa necessità; ma, avendo tempo e luogo, si faranno i suoi fianchi reali: sarannoci ancora delle piante e disegni di figure di pochi lati, postici non perchè s'abbino a metter in opera, ma acciò che, veduta e conosciuta la loro imperfezione, si possino sfuggire.

Dalle figure poste di sopra si potrà comprendere quali fortificazioni siano da sfuggirsi, e quali si possino metter in uso. Perciò che nei triangoli equilateri posti da principio, per aver essi tutti gli angoli acuti, non ci si può accommodar sopra corpi di difesa; come si vede nel triangolo 3, sopra del quale vengono tre baluardi acutissimi e sproporzionati. E se si faranno due linee reflesse in vece della fronte del baluardo, per non s'avere a spingere tant'in fuori, come si vede nel numero 4, sarà fortificazione dannosissima: perchè, oltre alla acutezza, le difese vengono sempre da alto; e se le linee del triangolo si refletteranno in dentro, o vero vi saranno tirate sopra linee reflesse, come si vede nel numero 4, s'abbraccierà pochissima piazza, e gli angoli verranno tanto acuti, che con poca fatica potranno esser tagliati; ma se le si spingessero in fuori, come al numero 6, sariano un poco meglio, ma non però in tutto da eleggersi. Il medesimo avverrà alle figure al n.° 2, n.° 5: che, se bene l'una ha mezzi baluardi con i fianchi, e l'altra baluardi intieri, venendo le difese delle faccie, de' baluardi, e mezzi baluardi, dalle cortine e non da' fianchi, vengono a non mancare d'imperfezione. E quando pure fosse di necessità fortificare un simil sito triangolare, al parer mio, la meno imperfetta fortificazione sarebbe quella del n.° 5. Ne' triangoli rettangoli e ne gli ottusiangoli nascono le medesime imperfezioni e maggiori ancora, per aver alcuni angoli più acuti di quegli del triangolo equilatero; come nelle figure al n.° 7 ed al n.° 8 si vede. I rombi ed i romboidi, nelle parti dove sono gli angoli ottusi ricevono fortificazione perfetta, ma patiscono imperfezione ne gli angoli acuti; come alle figure del n.° 9 e n.° 10 si vede. I quadrati ed i tetragoni lunghi sono i migliori di tutte le forme quadrilatere, per aver i quattro angoli retti, dove i baluardi posti di sopra vengono meno acuti che quelli che sono formati sopra angoli minori che retti; come si vede alle figure 11. I trapezii, dove hanno gli angoli retti o ottusi, sono accommodati all'esser fortificati; ma perchè vi sono di necessità de gli angoli acuti, in questa parte rimangono imperfetti: come per le figure 12, 13, 14 si vede.

Oltre alle già dette figure, si sono poste altre piante di fortificazioni, fatte intorno a figure irregolari; che così è di mestiero il più delle volte fare, per accommodarsi al sito: le quali piante ci aiuteranno assai per imparar il modo di fiancheggiare qualsivoglia recinto, talmente che non vi resti parte alcuna senza difesa.

E questo basti per questa breve instruzione all'architettura militare.

Share on Twitter Share on Facebook