Che la terra sia constituita nel centro della sfera celeste.

Molte ed efficaci ragioni si potriano addurre per confirmazione di questa conclusione: delle quali n'addurremo quelle, che più facilmente si potranno in questi principii comprendere.

E prima diremo, che se la terra non fusse constituita nel centro, adunque, o vero saria più vicina al nostro oriente che all'occidente, o per l'opposito; o vero s'inalzeria avvicinandosi verso la parte del cielo che ci è sopr'il capo, o, per lo contrario, si sbasserebbe verso la parte opposta; o vero saria posta più verso settentrione, o vero al mezo dì: ma niuna di queste costituzioni si può imaginare senza qualche repugnanza: adunque il centro solamente può esser suo sito accommodato.

Quanto alla prima posizione, che si accosti più verso l'oriente o verso l'occidente, contraria l'apparirci il sole, la luna e l'altre stelle della medesima grandezza nel nascere e nel tramontare; il che non avverria, se l'orto più che l'occaso, o questo più di quello, a noi fusse vicino. In oltre, se la terra non fussi in pari distanza fra l'oriente e l'occidente, l'intervalli del nascere d'una stella all'arrivare al mezo dì, e di qui all'occidente, non sariano eguali; ma in tempo più breve passeria l'arco tra 'l meridiano e l'altro termine più vicino interposto.

La seconda posizione viene distrutta, perchè, se la terra s'inalzasse più verso la parte del cielo a noi sopraposta, non potremmo vedere se non meno che la metà del cielo, e maggior parte ne vedremmo, quando, per l'opposito, la terra si sbassasse; il che repugna totalmente all'esperienza, essendo che la metà del cielo è da noi continuamente veduta. Di che ci possiamo certificare osservando due stelle diametralmente opposte, delle quali una nasca nell'istesso momento che l'altra tramonta. Per ciò che, se l'arco del cielo apparente, traposto tra l'orientale stella e l'occidentale, fusse minore o maggiore di mezo cerchio, quando essa orientale fusse nell'occaso, l'altra, o non saria ancora ritornata nell'oriente, o vero ci saria pervenuta inanzi; il che repugna all'osservazioni, le quali ci dimostrano, come di tali stelle diametralmente opposte, gli orti e gli occasi si fanno alternamente nell'istesso momento di tempo: certo argomento, l'arco sopra terra tra le dette stelle intermedio, essere uguale all'arco sotto terra.

Alla terza posizione repugna un'apparenza presa dalle ombre di tutti i corpi perpendicolarmente eretti sopra 'l piano della terra. Perciò che, quando la terra fusse più verso l'uno che l'altro polo, nel tempo dell'equinozio, quando il sole si trova egualmente distante da i poli, l'ombre de i detti corpi matutine, prodotte nello spuntar del sole, non anderiano per linea dritta verso quel punto, dove la sera il sole tramonta: di modo che nè l'ombra vespertina risguarderia il nascere matutino, nè esse due ombre constituirebbono una linea dritta, ma formeriano angolo nella base dello stile o altra cosa piantata in terra.

Adunque, poi che tutte quest'altre posizioni ricevono manifeste contrarietà, doviamo conchiudere la terra esser nel centro situata.

Si confermerà il medesimo con un'altra molto bella osservazione presa dalle ecclissi lunari. Perciò che se si osserverà il tempo dell'ecclisse lunare, ed il sito di essa luna in tal tempo, si troverà lei esser sempre per diametro opposta al sole; ed essendo di tale oscurazione cagione l'interposizione della terra, adunque in tutti gli ecclissi lunari, fatti in qualsivoglia parte del cielo, la terra si troverà linealmente interposta tra 'l sole e la luna; ed occorrendo, come si è detto, tali ecclissi in diversi parti del cielo, bisogna per necessità che confessiamo, la terra ritrovarsi in diversi diametri, ma diversi diametri non hanno di commune altro ch'il centro, nè altro punto che il centro è in diversi diametri; adunque la terra in esso centro è situata.

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