Scena quarta

Pantalone, Beatrice e Brighella, poi il Servitore di
Pantalone.

PANTALONE Come, pettegola? Cossa distu? (le vuol correr dietro).

BEATRICE Fermatevi, signor Pantalone; la compatisco. Non conviene prenderla con asprezza. Col tempo spero di potermi meritare la di lei grazia. Intanto andremo esaminando i nostri conti, che è uno dei due motivi per cui, come vi è noto, mi son portato a Venezia.

PANTALONE Tutto xè all'ordine per el nostro conteggio. Ghe farò veder el conto corrente; i so bezzi xè parechiai, e faremo el saldo co la vorrà.

BEATRICE Verrò con più comodo a riverirvi; per ora, se mi permettete, andrò con Brighella a spedire alcuni piccioli affari che mi sono stati raccomandati. Egli è pratico della città, potrà giovarmi nelle mie premure.

PANTALONE La se serva come che la vol; e se la gh'ha bisogno de gnente, la comanda.

BEATRICE Se mi darete un poco di denaro, mi farete piacere; non ho voluto prenderne meco per non discapitare nelle monete.

PANTALONE Volentiera, la servirò. Adesso no gh'è el cassier. Subito che el vien, ghe manderò i bezzi fina a casa. No vala a star da mio compare Brighella?

BEATRICE Certamente, vado da lui; e poi manderò il mio servitore; egli è fidatissimo, gli si può fidar ogni cosa.

PANTALONE Benissimo; la servirò come la comanda, e se la vol restar da mi a far penitenza, la xè parona.

BEATRICE Per oggi vi ringrazio. Un'altra volta sarò a incomodarvi.

PANTALONE Donca starò attendendola.

SERVITORE Signore, è domandato (a Pantalone).

PANTALONE Da chi?

SERVITORE Di là... non saprei... (Vi sono degl'imbrogli) (piano a Pantalone, e parte).

PANTALONE Vegno subito. Con so bona grazia. La scusa, se no la compagno. Brighella, vu sè de casa; servilo vu sior Federigo.

BEATRICE Non vi prendete pena per me.

PANTALONE Bisogna che vaga. A bon reverirla. (Non voria che nascesse qualche diavolezzo) (parte).

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