SCENA OTTAVA

Florindo e Beatrice.

FLORINDO Voi pure siete in questa locanda alloggiata?

BEATRICE Ci sono giunta stamane.

FLORINDO Ed io stamane ancora. E non ci siamo prima veduti?

BEATRICE La fortuna ci ha voluto un po'tormentare.

FLORINDO Ditemi: Federigo, vostro fratello, è egli morto?

BEATRICE Ne dubitate? Spirò sul colpo.

FLORINDO Eppure mi veniva fatto credere ch'ei fosse vivo, e in Venezia.

BEATRICE Quest'è un inganno di chi sinora mi ha preso per Federigo. Partii di Turino con questi abiti e questo nome sol per seguire...

FLORINDO Lo so, per seguir me, o cara; una lettera, scrittavi dal vostro servitor di Turino, mi assicurò di un tal fatto.

BEATRICE Come giunse nelle vostre mani?

FLORINDO Un servitore, che credo sia stato il vostro, pregò il mio che ne ricercasse alla Posta. La vidi, e trovandola a voi diretta, non potei a meno di non aprirla.

BEATRICE Giustissima curiosità di un amante.

FLORINDO Che dirà mai Turino della vostra partenza?

BEATRICE Se tornerò colà vostra sposa, ogni discorso sarà finito.

FLORINDO Come posso io lusingarmi di ritornarvi sì presto, se della morte di vostro fratello sono io caricato?

BEATRICE I capitali ch'io porterò di Venezia, vi potranno liberare dal bando.

FLORINDO Ma questi servi ancor non si vedono.

BEATRICE Che mai li ha indotti a darci sì gran dolore?

FLORINDO Per saper tutto non conviene usar con essi il rigore. Convien prenderli colle buone.

BEATRICE Mi sforzerò di dissimulare.

FLORINDO Eccone uno (vedendo venir Truffaldino).

BEATRICE Ha cera di essere il più briccone.

FLORINDO Credo che non diciate male.

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