SCENA TERZA

Truffaldino, poi Beatrice e Pantalone.

TRUFFALDINO Coss'è st'imbroio? L'è addolorà, el pianze, el se despera. No voria mi co sta favola averghe sveià l'ippocondria. Mi l'ho fatto per schivar el complimento delle bastonade, e per no scovrir l'imbroio dei do bauli. Quel ritratto gh'ha fatto mover i vermi. Bisogna che el lo conossa. Orsù, l'è mei che torna a portar sti bauli in camera, e che me libera da un'altra seccatura compagna. Ecco qua quell'alter padron. Sta volta se divide la servitù, e se me fa el ben servido (accennando le bastonate).

BEATRICE Credetemi, signor Pantalone, che l'ultima partita di specchi e cere è duplicata.

PANTALONE Poderia esser che i zoveni avesse fallà. Faremo passar i conti un'altra volta col scrittural; incontreremo e vederemo la verità.

BEATRICE Ho fatto anch'io un estratto di diverse partite cavate dai nostri libri. Ora lo riscontreremo. Può darsi che si dilucidi o per voi, o per me. Truffaldino?

TRUFFALDINO Signor.

BEATRICE Hai tu le chiavi del mio baule?

TRUFFALDINO Sior sì; eccole qua.

BEATRICE Perché l'hai portato in sala il mio baule?

TRUFFALDINO Per dar un poco de aria ai vestidi.

BEATRICE Hai fatto?

TRUFFALDINO Ho fatto.

BEATRICE Apri e dammi... Quell'altro baule di chi è?

TRUFFALDINO L'è d'un altro forestier, che è arrivado.

BEATRICE Dammi un libro di memorie, che troverai nel baule.

TRUFFALDINO Sior sì. (El ciel me la manda bona) (apre e cerca il libro).

PANTALONE Pol esser, come ghe digo, che i abbia fallà. In sto caso, error no fa pagamento.

BEATRICE E può essere che così vada bene; lo riscontreremo.

TRUFFALDINO Elo questo? (presenta un libro di scritture a Beatrice).

BEATRICE Sarà questo (lo prende senza molto osservarlo, e lo apre). No, non è questo... Di chi è questo libro?

TRUFFALDINO (L'ho fatta).

BEATRICE (Queste sono due lettere da me scritte a Florindo. Oimè! Queste memorie, questi conti appartengono a lui. Sudo, tremo, non so in che mondo mi sia).

PANTALONE Cossa gh'è, sior Federigo? Se sentelo gnente

BEATRICE Niente. (Truffaldino, come nel mio baule evvi questo libro che non è mio?) (piano a Truffaldino).

TRUFFALDINO Mi no saveria..

BEATRICE Presto, non ti confondere, dimmi la verità.

TRUFFALDINO Ghe domando scusa dell'ardir che ho avudo de metter quel libro in tel so baul. L'è roba mia, e per non perderlo, l'ho messo là. (L'è andada ben con quell'alter, pol esser che la vada ben anca con questo).

BEATRICE Questo libro è tuo, e non lo conosci, e me lo dai in vece del mio?

TRUFFALDINO (Oh, questo l'è ancora più fin). Ghe dirò: l'è poc tempo che l'è mio, e cusì subito no lo conosso.

BEATRICE E dove hai avuto tu questo libro?

TRUFFALDINO Ho servido un padron a Venezia, che l'è morto, e ho eredità sto libro.

BEATRICE Quanto tempo è?

TRUFFALDINO Che soia mi? Dies o dodese zorni.

BEATRICE Come può darsi, se io ti ho ritrovato a Verona?

TRUFFALDINO Giust allora vegniva via da Venezia per la morte del me padron.

BEATRICE (Misera me!). Questo tuo padrone aveva nome Florindo?

TRUFFALDINO Sior sì, Florindo.

BEATRICE Di famiglia Aretusi?

TRUFFALDINO Giusto, Aretusi.

BEATRICE Ed è morto sicuramente?

TRUFFALDINO Sicurissimamente.

BEATRICE Di che male è egli morto? Dove è stato sepolto?

TRUFFALDINO L'è cascà in canal, el s'ha negà, e nol s'ha più visto.

BEATRICE Oh me infelice! Morto è Florindo, morto è il mio bene, morta è l'unica mia speranza. A che ora mi serve questa inutile vita, se morto è quello per cui unicamente viveva? Oh vane lusinghe! Oh cure gettate al vento! Infelici strattagemmi d'amore! Lascio la patria, abbandono i parenti, vesto spoglie virili, mi avventuro ai pericoli, azzardo la vita istessa, tutto fo per Florindo e il mio Florindo è morto. Sventurata Beatrice! Era poco la perdita del fratello, se non ti si aggiungeva quella ancor dello sposo? Alla morte di Federigo volle il cielo che succedesse quella ancor di Florindo. Ma se io fui la cagione delle morti loro, se io sono la rea, perchè contro di me non s'arma il Cielo a vendetta? Inutile è il pianto, vane son le querele, Florindo è morto. Oimè! Il dolore mi opprime. Più non veggo la luce. Idolo mio, caro sposo, ti seguirò disperata (parte smaniosa, ed entra nella sua camera).

PANTALONE (inteso con ammirazione tutto il discorso, e la disperazione di Beatrice) Truffaldino!

TRUFFALDINO Sior Pantalon!

PANTALONE Donna!

TRUFFALDINO Femmena!

PANTALONE Oh che caso!

TRUFFALDINO Oh che maraveia!

PANTALONE Mi resto confuso.

TRUFFALDINO Mi son incanta.

PANTALONE Ghe lo vago a dir a mia fia (parte).

TRUFFALDINO No so più servitor de do padroni, ma de un padron e de una padrona (parte).

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