Scena quarta

Trappola dall'interno della bottega, detti.

TRAPPOLA Eccomi.

DON MARZIO Vieni qui. Va dal gioielliere qui vicino, fagli vedere questi orecchini, che sono della moglie del signor Eugenio, e dimandagli da parte mia, se io sono al coperto di dieci zecchini, che gli ho prestati.

TRAPPOLA Sarà servita. Dunque questi orecchini sono della moglie del signor Eugenio?

DON MARZIO Sì, or ora non ha più niente; è morto di fame.

RIDOLFO (Meschino, in che mani è capitato!) (da sè)

TRAPPOLA E al signor Eugenio non importa niente di far sapere i fatti suoi a tutti?

DON MARZIO Io sono una persona, alla quale si può confidare un segreto.

TRAPPOLA Ed io sono una persona, alla quale non si può confidar niente.

DON MARZIO Perché?

TRAPPOLA Perché ho un vizio, che ridico tutto con facilità.

DON MARZIO Male malissimo; se farai così perderai il credito, e nessuno si fiderà di te.

TRAPPOLA Ma come ella l'ha detto a me, così io posso dirlo ad un altro.

DON MARZIO Va a vedere se il barbiere è a tempo per farmi la barba.

TRAPPOLA La servo (da sè) (per dieci quattrini vuole bere il caffè, e vuole un servitore a suo comando.) (entra dal barbiere)

DON MARZIO Ditemi, Ridolfo: che cosa fa quella ballerina qui vicina?

RIDOLFO In verità non so niente.

DON MARZIO Mi è stato detto che il conte Leandro la tiene sotto la sua tutela.

RIDOLFO Con grazia, signore, il caffè vuol bollire. (da sè) (Voglio badare a' fatti miei.) (entra in bottega)

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