Scena sesta

Ridolfo ed Eugenio.

RIDOLFO Se posso, voglio vedere di far del bene anche a questa povera diavola. E nello stesso tempo facendola partire con suo marito, la signora Vittoria non avrà più di lei gelosia. Già mi ha detto qualche cosa della pellegrina.

EUGENIO Voi siete un uomo di buon cuore. In caso di bisogno, troverete cento amici che s'impegneranno per voi.

RIDOLFO Prego il cielo di non aver bisogno di nessuno. In tal caso non so che cosa potessi sperare. Al mondo vi è dell'ingratitudine assai.

EUGENIO Di me potrete disporre finch'io viva.

RIDOLFO La ringrazio infinitamente. Ma badiamo a noi. Che pensa ella di fare? Vuol andar in camerino da sua moglie, o vuol farla venire in bottega? Vuol andar solo? Vuole che venga anch'io? Comandi.

EUGENIO In bottega non istà bene; se venite anche voi, avrà soggezione. Se vado solo, mi vorrà cavare gli occhi... Non importa; ch'ella si sfoghi; che poi la collera passerà. Anderò solo.

RIDOLFO Vada pure col nome del cielo.

EUGENIO Se bisogna, vi chiamerò.

RIDOLFO Si ricordi che io non servo per testimonio.

EUGENIO Oh, che caro Ridolfo! Vado. (in atto di incamminarsi)

RIDOLFO Vai bravo!

EUGENIO Che cosa credete che abbia da essere?

RIDOLFO Bene.

EUGENIO Pianti, o graffiature?

RIDOLFO Un poco di tutto.

EUGENIO E poi?

RIDOLFO Ognun dal canto suo cura si prenda.

EUGENIO Se non chiamo, non venite.

RIDOLFO Già ci s'intende.

EUGENIO Vi racconterò tutto.

RIDOLFO Via, andate.

EUGENIO (Grand'uomo è Ridolfo! Gran buon amico!) (entra nella bottega interna)

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