SCENA DICIASSETTESIMA

Mirandolina con un foglio in mano, e detto.

MIRANDOLINA: Signore. (Mestamente.)

CAVALIERE: Che c'è, Mirandolina?

MIRANDOLINA: Perdoni. (Stando indietro.)

CAVALIERE: Venite avanti.

MIRANDOLINA: Ha domandato il suo conto; l'ho servita. (Mestamente.)

CAVALIERE: Date qui.

MIRANDOLINA: Eccolo. (Si asciuga gli occhi col grembiale, nel dargli il conto.)

CAVALIERE: Che avete? Piangete?

MIRANDOLINA: Niente, signore, mi è andato del fumo negli occhi.

CAVALIERE: Del fumo negli occhi? Eh! basta... quanto importa il conto? (legge.) Venti paoli? In quattro giorni un trattamento si generoso: venti paoli?

MIRANDOLINA: Quello è il suo conto.

CAVALIERE: E i due piatti particolari che mi avete dato questa mattina, non ci sono nel conto?

MIRANDOLINA: Perdoni. Quel ch'io dono, non lo metto in conto.

CAVALIERE: Me li avete voi regalati?

MIRANDOLINA: Perdoni la libertà. Gradisca per un atto di... (Si copre, mostrando di piangere.)

CAVALIERE: Ma che avete?

MIRANDOLINA: Non so se sia il fumo, o qualche flussione di occhi.

CAVALIERE: Non vorrei che aveste patito, cucinando per me quelle due preziose vivande.

MIRANDOLINA: Se fosse per questo, lo soffrirei... volentieri... (Mostra trattenersi di piangere.)

CAVALIERE: (Eh, se non vado via!). (Da sé.) Orsù, tenete. Queste sono due doppie. Godetele per amor mio... e compatitemi... (S'imbroglia.)

MIRANDOLINA (senza parlare, cade come svenuta sopra una sedia.)

CAVALIERE: Mirandolina. Ahimè! Mirandolina. È svenuta. Che fosse innamorata di me? Ma così presto? E perché no? Non sono io innamorato di lei? Cara Mirandolina... Cara? Io cara ad una donna? Ma se è svenuta per me. Oh, come tu sei bella! Avessi qualche cosa per farla rinvenire. Io che non pratico donne, non ho spiriti, non ho ampolle. Chi è di là? Vi è nessuno? Presto?... Anderò io. Poverina! Che tu sia benedetta! (Parte, e poi ritorna.)

MIRANDOLINA: Ora poi è caduto affatto. Molte sono le nostre armi, colle quali si vincono gli uomini. Ma quando sono ostinati, il colpo di riserva sicurissimo è uno svenimento. Torna, torna. (Si mette come sopra.)

CAVALIERE (torna con un vaso d'acqua.): Eccomi, eccomi. E non è ancor rinvenuta. Ah, certamente costei mi ama. (La spruzza, ed ella si va movendo.) Animo, animo. Son qui cara. Non partirò più per ora.

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