SCENA QUINTA

Fabrizio col ferro, e detti.

FABRIZIO: Son qua. (Vedendo il Cavaliere, s'ingelosisce.)

MIRANDOLINA: È caldo bene? (Prende il ferro.)

FABRIZIO: Signora sì. (Sostenuto.)

MIRANDOLINA: Che avete, che mi parete turbato? (A Fabrizio, con tenerezza.)

FABRIZIO: Niente, padrona, niente.

MIRANDOLINA: Avete male? (Come sopra.)

FABRIZIO: Datemi l'altro ferro, se volete che lo metta nel fuoco.

MIRANDOLINA: In verità, ho paura che abbiate male. (Come sopra.)

CAVALIERE: Via, dategli il ferro, e che se ne vada.

MIRANDOLINA: Gli voglio bene, sa ella? È il mio cameriere fidato. (Al Cavaliere.)

CAVALIERE: (Non posso più). (Da sé, smaniando.)

MIRANDOLINA: Tenete, caro, scaldatelo. (Dà il ferro a Fabrizio.)

FABRIZIO: Signora padrona... (Con tenerezza.)

MIRANDOLINA: Via, via, presto. (Lo scaccia.)

FABRIZIO: (Che vivere è questo? Sento che non posso più). (Da sé, parte.)

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