Scena XIII

Rosaura e Marionette.

Mar. Credetemi che lo spirito di costui mi piace infinitamente.

Ros. É un servitore grazioso.

Mar. Quando l'ha preso un francese, non può essere senza spirito.

Ros. Sappi, Marionette, che il signor Pantalone si è disgustato meco, per aver io parlato contro alle nozze di mia sorella. Quasi quasi pareva mi volesse licenziare di casa sua; ed io sono disposta a prevenire il di lui congedo.

Mar. A voi non mancheranno case.

Ros. Sì, ma una vedova sola non istà bene.

Mar. Conducete con voi la sorella.

Ros. Ella ancora ha bisogno di essere custodita.

Mar. Andate in casa di vostro padre.

Ros. Avrei troppa soggezione.

Mar. Maritatevi.

Ros. Questo sarebbe il partito migliore.

Mar. Dunque, perché lo differite?

Ros. Son confusa fra quattro amanti.

Mar. Sceglietene uno.

Ros. Temo ingannarmi.

Mar. Attaccatevi al Francese, e non fallirete.

Ros. Ed io lo credo peggio degli altri.

Mar. Se non lo volete voi, lasciatelo prendere a vostra sorella.

Ros. Ci penserò.

Mar. Osservate un lacchè, che viene dalla sala correndo.

Ros. Che vorrà mai? Fallo passare.

Mar. Un lacchè non ha bisogno che gli si dica. Sono sfacciati di natura.

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