Strada remota.
Il Conte ed Arlecchino.
Con. Che cosa mi vai dicendo, che non t'intendo?
Arl. Digh cussì che la signora Rosaura ha mandà a invidar la locanda per la conversazion de stassera.
Con. Che diavolo dici! Ha mandata ad invitar la locanda?
Arl. Vogio dir...Sia maledetto! Una burla che ho fatto a uno Spagnuolo, m'ha fatto tanto ridere, che rido ancora e non so cossa che me diga.
Con. Hai forse fatto qualche scherzo a Don Alvaro?
Arl. Giusto a elo.
Con. E in che consiste?
Arl. Finzendo de portarghe un'ambassada della signora Rosaura...
Con. Dunque don Alvaro ha l'accesso della signora Rosaura?
Arl. Signor sì l'accesso, el secesso. E stassera l'è invidà anca lu alla conversazion della vedoa.
Con. Anch'egli? Ed io non son del numero degli invitati?
Arl. Padron sì; questo è quello che voleva dir dell'ambassada fatta alla locanda.
Con. Ora ho capito. La signora Rosaura questa sera darà una conversazione in sua casa ?
Arl. Signor sì.
Con. L'invito suo mi consola, ma temo di ritrovare nei convitati altrettanti rivali.
Arl. No ve dubitè gnente. Una donna de garbo sa soddisfar tutti senza difficoltà.