Don Ambrogio , poi Donna Eugenia
AMB. Finalmente l'ho poi trovato il galantuomo. Oh, non me lo lascio scappare. Quando è fatta, è fatta. Suo padre ci dovrà stare per forza... Oh, ecco donna Eugenia. Egli la cerca per di là, ed ella vien per di qua.
EUG. Signor suocero, vi riverisco.
AMB. Servo, signora sposa.
EUG. Io sposa?
AMB. Sì, consolatevi; spero che ne sarete contenta.
EUG. E chi pensate voi che debba essere il mio sposo?
AMB. Una persona che conoscete, che trattate, e che mi lusingo non vi dispiaccia.
EUG. (da sè) (O il Conte o il Cavaliere, m'immagino.) Ma ditemi via chiaramente...
AMB. Or ora lo mando qui a parlarvi da lui medesimo. Voglio lasciarvi in un poco di curiosità. Vo' farvi astrologare un pochino. È un galantuomo; ve lo assicuro. Prendetelo ad occhi chiusi.
EUG. Via, ditemi almeno…
AMB. Signora no; or ora lo vedrete. (parte)