Nel corso del sesto lustro l’uomo prova tra gli altri un cangiamento doloroso e sensibile nella sua vita, il quale è che laddove egli per lo passato era solito a trattare per lo più con uomini d’età o maggiore o almeno uguale alla sua, e di rado con uomini più giovani di sé, perché i più giovani di lui non erano che fanciulli, allora spessissimo si trova a trattare con uomini più giovani, perché egli ha già molti inferiori d’età che non sono però fanciulli, di modo che egli si trova quasi cangiato il mondo dattorno, e non senza sorpresa, se egli vi pensa, si avvede di essere riguardato da una gran parte dei suoi compagni come più provetto di loro, cosa tanto contraria alla sua abitudine che spesso accade che per un certo tempo egli non si avveda ancora di questa cosa e seguiti a stimarsi generalmente o più giovane o coetaneo dei suoi compagni come egli soleva, e con verità, per l’addietro.