SCENA VI.

IL CONTE, GONZAGA, ORSINI, TOLENTINO, altri CONDOTTIERI.

IL CONTE.

Compagni, udiste

La lieta nova: l'inimico ha fatto

[207]

Ciò ch'io volea; così voi pur farete.

E il sol che sorge, a ognun di noi, lo giuro,

Il più bel dì di nostra vita apporta.

Non è tra voi chi una battaglia aspetti

Per farsi un nome, il so; ma questa sera

L'avrem più glorioso; e la parola

Che al nostro orecchio sonerà più grata,

Omai fia quella di Maclodio. Orsini,

Son pronti i tuoi?

ORSINI.

Sì.

IL CONTE.

Corri all'imboscate

Sulla destra dell'argine; raggiungi

Quei che vi stanno, e prendine il comando.

E tu a sinistra, o Tolentino. E quindi

Non vi movete, che non sia lo scontro

Incominciato; quando ei fia, correte

Alle spalle al nemico. Udite entrambi.

Se dell'insidie egli s'avvede, e tenta

Ritrarsi, appena avrà voltato il dorso,

Siategli addosso uniti: io son con voi.

Provochi, o fugga, oggi dev'esser vinto.

ORSINI.

E lo sarà.

(parte).

TOLENTINO.

T'ubbidirem, vedrai.

(parte).

IL CONTE.

(agli altri)

Tu, Gonzaga, al mio fianco. I posti a voi

Assegnerò sul campo. Andiam, compagni;

Si resista al prim'urto: il resto è certo.

[208]

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