Il pianoforte di guerra

Sul Piave. Grande cucina affumicata della cascina Olivotto.

Sbrigo la mia corrispondenza erotica stemperando sulla carta un po' di quel crepuscolo rossastro verde-dorato. Brutalmente si spalanca la porta. Il tenente Carnevali entra con la neve, un brontolio di cannonate lontane e il ssss molle del Piave.

– T'invito alla nostra mensa. Pranzo squisito e pianoforte a coda.

Via in carrozzino per le strade sfondate.

– Abbiamo un enorme pianoforte a coda; presumibile che i puntatori austriaci trascurino la nostra casa in rovina.

Oscillante bianco nero viscido del buio nevoso.

Cortile-pantano. I muli col rancio. Cracziiing draang di casse di cottura. Vocio tanfo fumo acremordente negli occhi in gola. Cactus frenetici della fiammata. Ombre-luci che sbozzano volumi massici di artiglieri. Poi su per la scala di legno fangosa. Piccola camera illuminatissima. Sul muro carte quadrettate, ovali, strisce e zone di sbarramento. Due ufficiali chini sulla tavola centrale. Un gran letto matrimoniale sotto il groviglio dei fili che il telefono da campo modello Siti arteria fuori della casa a tutti i pezzi della batteria.

Esorbitante pasta asciutta sanguigna carne dura e pagnotta abbrustolita. Giù rumore di carri pesanti gridio sforzi nella neve cocciuta.

– Ecco il pianoforte a coda. È arrivata anche la posta. Due lettere per te! 4-5-6-8 per me! Che gioia! Bisogna togliere l'armadio. Presto chiama i giannizzeri.

– Ma come farlo passare dalla porta? È un pianoforte enorme. Entrerà! Sì, sì; fuori l'armadio! Nel corridoio.... Presto, una candela! Ecco, veniamo.... Prendetelo da sotto, sollevatelo. Accidenti! Bisogna togliere le gambe.... Tutti insieme. Attenti! Foorza! Foorza!

Sale asmaticamente l'elefante sonoro. Striiing delle corde patetiche. Attenti alla tastiera!...

Tuuum Pluuum di cannone nell'ovatta.

Driiin. Telefono.

– Pronti! Pronti! Leggi il fonogramma. Da questa sera.... va in vigore il nuovo tiro di sbarramento. Cosa dici? Due granate cadute a due metri dal secondo pezzo. Fa partire subito tre colpi con le nuove granate. Mi raccomando. Nel togliere il cappelletto rosso di stagnola, non strappate il nastro. Tutti i serventi ai pezzi. Puntamento al bersaglio Castello. Alzo 40. Sito 10,00. Correttore 140.... Fra mezz'ora riprenderai per batteria, colpi 10, cadenzati.

La prepotenza smisurata del piano a coda svergina intanto la porta.

– Su, attenti. Fooorza! Non passa, no! Sì! No! Passerà. Abbassatelo. Contro il muro. Alt. Un momento. Chiama il mio attendente. Ghiandusso!.... Inghingoli!.... Via, di corsa. Dirai al Capopezzo che lasci da parte le tre granate che sono in alto nel primo ricovero blindato. Presto. Il telefono non funziona più.

Craaak ZZZAANH TRUUUM.

– Questa è scoppiata molto molto vicino.

– È crollato il fienile.

– Cosa si fa del pianoforte?

– Bisogna farlo entrare o riportarlo giù.

– Via, Ghiandusso! Scavalcalo.

– Dammi il monofono.... Pronti? Ora si sente.... Cosa? Tirano? Calma. Prudenza! Continuate così.... Ed ora ragazzi, spingiamo dentro il pianoforte Fooorza! Viene. Entra. Attenti. Così. Rimettiamo le gambe. Su, su, per non rompere la gamba destra. Uff! Uff!.... Che fatica! Dammi il monofono. Pronti? Voglio il tenente. Sì, il tenente. Sei tu? Come va?

Intanto il tenente Medici canta al pianoforte:

M'affaccio alla trincea

Quando le stelle....

– Taci un momento. Non posso sentire al telefono.

Pluuum pluuum.

– Ora ti canto Mandolinata a mare.

– No no. Suona Napule mio! O meglio, Pusilleco duorme!....

– Dopo suonerai O surdato 'e malavita.

Si scatena l'anima carnale lacerata di singhiozzi della marina napoletana con dolci braccia nude bianchissime per sparpagliare le stelle scottanti aguzze e soffocare le bocche dure virili dei lontanissimi cannoni.

– Pronti, pronti. Come?.... Primo pezzo colpito? In pieno? Feriti? Quanti? Leggeri? Tu pure? Una scheggia? Dove? Bene, bene. Noi ci beviamo su una Strega! (Taci perdio, con quel pianoforte!!!...) Il medico è venuto? Pronti! Senti quell'animale come suona male. O Lola ch'hai di latti la cammisa.... T'è piacciata? La musica ti eccita? Pensi a lei? sempre a lei? Noi pure. Vuoi una Strega per telefono? Brindiamo alla tua scheggia. Buona notte, vecchio shrapnel.

Andiamo prima a vuotarci la vescica all'aperto. Impossibile. Freddo cane! Il corridoio russa tutto imbottito di artiglieri coricati. Non si può scavalcarli. Via! si piscia tutti nel pianoforte a coda. Sì tutti pisciam pisciam pisciam sui vasti profondi funerarii idioti accordi di Wagner Bach Beethoven! sssssssssssssssssssssssssss Italianissimi rubinetti gloriosi.

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