La nuova religione-morale della velocità

Manifesto futurista pubblicato
nel primo numero del giornale «L’Italia Futurista»

11 maggio 1916

Nel mio primo manifesto (20 febbraio 1909) io dichiarai: la magnificenza del mondo s’è arricchita di una bellezza nuova, la bellezza della velocità. Dopo l’arte dinamica la nuova religione-morale della velocità nasce in quest’anno futurista della nostra grande guerra liberatrice. La morale cristiana servì a sviluppare la vita interna dell’uomo. Non ha più ragione d’essere oggi, poiché s’è vuotata di tutto il Divino.

La morale cristiana difese la struttura fisiologica dell’uomo dagli eccessi della sensualità. Moderò i suoi istinti e li equilibrò. La morale futurista difenderà l’uomo dalla decomposizione determinata dalla lentezza, dal ricordo, dall’analisi, dal riposo e dall’abitudine. L’energia umana centuplicata dalla velocità dominerà il Tempo e lo Spazio.

L’uomo cominciò col disprezzare il ritmo isocrono e cadenzato dei grandi fiumi identico al ritmo del proprio passo. L’uomo invidiò il ritmo dei torrenti simile a quello del galoppo d’un cavallo. L’uomo domò i cavalli, gli elefanti e i cammelli per manifestare la sua autorità divina mediante un aumento di velocità. Strinse alleanza cogli animali più docili, catturò gli animali ribelli e si cibò degli animali commestibili. L’uomo rubò l’elettricità dello spazio e i carburanti, per crearsi dei nuovi alleati nei motori. L’uomo costrinse i metalli vinti e resi flessibili mediante il fuoco, ad allearsi coi carburanti e l’elettricità. Formò così un esercito di schiavi, ostili e pericolosi ma sufficientemente addomesticati, che lo trasportano velocemente sulle curve della terra.

Sentieri tortuosi, strade che seguono l’indolenza dei fiumi e girano lungo le schiene e i ventri disuguali delle montagne, ecco le leggi della terra. Mai linea retta; sempre arabeschi e zigzag. La velocità dà finalmente alla vita umana uno dei caratteri della divinità: la linea retta.

Il Danubio opaco, sotto la sua tonaca di fango, chino il volto sulla sua vita interna piena di grassi pesci libidinosi e fecondi, passa borbottando fra le alte ripe implacabili delle sue montagne, come nell’immenso corridoio centrale della terra, convento scoperchiato dalle ruote veloci delle costellazioni. Fino a quando questo fiume pedante permetterà che un’automobile lo superi a tutta velocità, col suo abbaiare di fox-terrier folle? Io spero di vedere presto il Danubio correre in linea retta a 300 km. all’ora.

Bisogna perseguitare, frustare, torturare tutti coloro che peccano contro la velocità.

Grave colpevolezza delle città passatiste dove il sole si stabilisce, si adagia e non si muove più. Chi può credere che il sole si ritirerà questa sera? Eh via! Impossibile! Si è domiciliato qui. Piazze, laghi di fuoco stagnante. Strade, fiumi di fuoco pigro. Non si passa, per ora. Non si esce! Inondazione di sole. Ci vorrebbe una barca frigorifera o uno scafandro di ghiaccio per attraversare quel fuoco. Rintanarsi. Despotismo, repressione poliziesca della luce, che incarcera i rivoltosi color di fresco e di velocità. Stato d’assedio solare. Guai al corpo che esce di casa. Una mazzata sulla testa. Morto. Ghigliottine solari su tutte le porte. Guai al pensiero che esce dal cranio. 2, 3, 4 note di piombo gli cadono addosso dal campanile-rudero. In casa, nell’afa, rabbia di mosche nostalgiche. Stiramenti di cosce e di ricordi sudati.

Lentezza peccaminosa delle folle domenicali e delle lagune veneziane.

La velocità, avendo per essenza la sintesi intuitiva di tutte le forze in movimento, è naturalmente pura. La lentezza, avendo per essenza l’analisi razionale di tutte le stanchezze in riposo, è naturalmente immonda. Dopo la distruzione dell’antico bene e dell’antico male, noi creiamo un nuovo bene: la velocità, e un nuovo male: la lentezza.

Velocità = sintesi di tutti i coraggi in azione. Aggressiva e guerresca.

Lentezza = analisi di tutte le prudenze stagnanti. Passiva e pacifista.

Velocità = disprezzo degli ostacoli, desiderio di nuovo e d’inesplorato. Modernità, igiene.

Lentezza = arresto, estasi, adorazione immobile degli ostacoli, nostalgia del già visto, idealizzazione della stanchezza e del riposo, pessimismo circa l’inesplorato. Romanticismo rancido del poeta viandante e selvaggio e del filosofo zazzeruto occhialuto e sporco.

Se pregare vuol dire comunicare con la divinità, correre a grande velocità è una preghiera. Santità della ruota e delle rotaie. Bisogna inginocchiarsi sulle rotaie per pregare la divina velocità. Bisogna inginocchiarsi davanti alla velocità rotante di una bussola giroscopica: 20.000 giri al minuto, massima velocità meccanica raggiunta dall’uomo. Bisogna rapire agli astri il segreto della loro velocità stupefacente, incomprensibile. Partecipiamo dunque alle grandi battaglie celesti; affrontiamo gli astri-palle lanciati da cannoni invisibili; gareggiamo con la stella 1830 Groombridge, che vola a 241 km. al secondo, con Arturo che vola a 413 km. al secondo. Invisibili artiglieri matematici. Guerre in cui gli astri, essendo ad un tempo proiettili e artiglieri, lottano di velocità per sfuggire a un astro più grosso o colpirne uno più piccolo. Nostri santi sono gli innumerevoli corpuscoli che penetrano nella nostra atmosfera a una velocità media di 42.000 metri al secondo. Nostre sante sono la luce e le onde elettromagnetiche 3 × 1010 metri al secondo.

L’Ebbrezza delle grandi velocità in automobile non è che la gioia di sentirsi fusi con l’unica divinità. Gli sportsmen sono i primi catecumeni di questa religione. Prossima distruzione delle case e delle città, per formare dei grandi ritrovi di automobili e di aeroplani.

Luoghi abitati dal divino: i treni; i vagoni-ristoranti (mangiare in velocità). Le stazioni ferroviarie; specialmente quelle dell’Ovest America, dove i treni lanciati a 140 km. all’ora passano bevendo (senza fermarsi) l’acqua necessaria e i sacchi della posta. I ponti e i tunnels. La piazza dell’Opéra di Parigi. Lo Strand di Londra. I circuiti d’automobili. Le films cinematografiche. Le stazioni radiotelegrafiche. I grandi tubi che precipitano delle colonne d’acqua alpestri per strappare all’atmosfera l’elettricità motrice. I grandi sarti parigini che mediante l’invenzione veloce delle mode, creano la passione del nuovo e l’odio per il già visto. Le città modernissime e attive come Milano, che secondo gli americani ha il punch (colpo netto e preciso, col quale il boxeur mette il suo avversario knock-out). I campi di battaglia. Le mitragliatrici, i fucili, i cannoni, i proiettili sono divini. Le mine e le contro-mine veloci: far saltare il nemico PRIMA che il nemico ci faccia saltare. I motori a scoppio e i pneumatici d’un’automobile sono divini. Le biciclette e le motociclette sono divine. La benzina è divina. Estasi religiosa che ispirano le centocavalli. Gioia di passare dalla 3a alla 4a velocità. Gioia di premere l’acceleratore, pedale russante della musicale velocità. Schifo che ispirano le persone invischiate nel sonno. Ripugnanza che io provo a coricarmi la sera. Io prego ogni sera, la mia lampadina elettrica; poiché una velocità vi si agita furiosamente.

L’eroismo è una velocità che ha raggiunto sé stessa, percorrendo il più vasto dei circuiti.

Il patriottismo è la velocità diretta d’una nazione; la guerra è il collaudo necessario di un esercito, motore centrale di una nazione.

Una grande velocità d’automobile o d’aeroplano consente di abbracciare e di confrontare rapidamente diversi punti lontani della terra, cioè di fare meccanicamente il lavoro dell’analogia. Chi viaggia molto, acquista meccanicamente dell’ingegno, avvicina le cose distanti guardandole sinteticamente e paragonandole l’una all’altra e ne scopre le simpatie profonde. Una grande velocità è una riproduzione artificiale dell’intuizione analogica dell’artista. Onnipresenza dell’immaginazione senza fili = velocità. Genio creatore = velocità.

Velocità attiva e velocità passiva; Velocità maneggiante (chauffeur) e velocità maneggiata (automobile); Velocità modellante (scrivente, scolpente) e velocità modellata (scritta, scolpita); Velocità portata da diverse velocità (treno spinto e tratto da 2 locomotive in testa e in coda) e velocità portante diverse velocità (transatlantico che porta parecchi motori di velocità diverse + diversi uomini in moto: marinai, macchinisti, passeggeri, camerieri, cuochi, nuotatori nell’acqua agitata delle vasche + l’acqua agitata dai nuotatori + molti cani correnti o abbaianti + molte pulci balzanti + le velocità potenziali di molti cavalli da corsa).

Altro esempio di velocità portante diverse velocità: l’automobile portante lo chauffeur + velocità del suo pensiero che fa la seconda tappa o tutto ciò che rimane da fare, mentre l’automobile fa materialmente la prima tappa. Lo chauffeur prova infatti all’arrivo la noia del già visto.

La nostra vita deve sempre essere una velocità portante: velocità pensiero + velocità del corpo + velocità dell’impiantito che porta il corpo + velocità dell’elemento (acqua o aria) che porta l’impiantito (bastimento o aeroplano). Staccare il pensiero dalla strada mentale per posarlo su quella materiale. Come una matita, lasciare sulla carta della strada odori (sparpagliamento corporale), pensieri (sparpagliamento spirituale) = accrescimento di velocità. La velocità distrugge la legge di gravità, rende soggettivi, e perciò schiavi, i valori di tempo e di spazio. I chilometri e le ore non sono eguali, ma variano, per l’uomo veloce, di lunghezza e di durata.

Imitiamo il treno e l’automobile che impongono a tutto ciò che esiste lungo la strada di correre con velocità identica in senso inverso, e destano in tutto ciò che esiste lungo la strada lo spirito di contraddizione, cioè la vita. La velocità del treno costringe il paesaggio attraversato a dividersi in due paesaggi giranti in senso inverso alla sua direzione. Ogni treno porta via con sé la parte nostalgica dell’anima di chi lo vede passare. Le cose un po’ lontane, alberi, boschi, colline, montagne guardano con spavento questo avventarsi delle cose lanciate in senso inverso del treno, poi si decidono a seguirle, ma come a malincuore e più lentamente. Ogni corpo in velocità dondola da destra a sinistra e tende a divenire un pendolo.

Correre correre correre volare volare. Pericolo pericolo pericolo pericolo a destra a sinistra sotto sopra dentro fuori fiutare respirare bere la morte. Rivoluzione militarizzata d’ingranaggi. Lirismo preciso conciso. Splendore geometrico. Per godere più fresco e più vita che nei fiumi e nel mare dovete volare nella contro-corrente freschissima del vento a tutta velocità. Quando volai per la prima volta coll’aviatore Bielovucic, io sentii il petto aprirsi come un gran buco ove tutto l’azzurro del cielo deliziosamente s’ingolfava liscio fresco e torrenziale. Alla sensualità lenta stemperata, delle passeggiate nel sole e nei fiori, dovete preferire il massaggio feroce e colorante del vento impazzito. Leggerezza crescente. Infinito senso di voluttà. Scendete dalla macchina con uno scatto leggerissimo ed elastico. Vi siete levato un peso di dosso. Avete vinto il vischio della strada. Avete vinto la legge che impone all’uomo di strisciare.

Bisogna continuamente variare la velocità perché la nostra coscienza vi partecipi. La velocità ha nel doppio svolto la sua bellezza assoluta, poiché lotta: 1° contro la resistenza del suolo, 2° contro le pressioni varie dell’atmosfera, 3° contro l’attrazione del vuoto formato dallo svolto. La velocità in linea retta è massiccia, grossolana, incosciente. La velocità nello svolto e dopo lo svolto è la velocità agilizzata, cosciente.

Meraviglioso dramma dello slittamento nei circuiti d’automobili. L’automobile tende a tagliarsi in due. Appesantimento della parte posteriore che diventa palla di cannone e cerca i declivi, i fossi, il centro della terra, per paura di nuovi pericoli. Piuttosto perire subito che continuare a rischiare. No! No! No! Gloria all’avantreno futurista che con una spallata o colpo di volante trae fuori dal fosso la parte posteriore del veicolo e la rimette in linea retta. Vicino a noi, fra noi senza binarî, delle automobili si slanciano, girano su sé stesse, balzano di qui alla curva dell’orizzonte, fragili, minacciate da tutti gli ostacoli preparati loro dagli svolti. Il doppio svolto superato in velocità è la più alta manifestazione della vita: Vittoria del nostro io sui perfidi complotti del nostro Peso, che vuole assassinare a tradimento la nostra velocità trascinandola in un buco d’immobilità. Velocità = sparpagliamento + condensazione dell’Io. Tutto lo spazio percorso da un corpo si condensa in questo stesso corpo.

Velocità terrestre

amore della terra-donna sparpagliamento sul mondo (lussuria orizzontale)

= automobilismo accarezzante amorosamente le strade curve bianche e femminee

Velocità aerea

odio della terra (misticismo perpendicolare)

ascensione spiralica dell’Io verso il Nulla-Dio = Aviazione, agilità purgativa dell’olio di ricino.

Ingranaggio veloce delle ruote del treno coi denti sorgenti dei rumori. Le ruote estraggono dalla terra tutti i rumori dormenti nella materia. Sotto la pressione del treno, le rotaie balzano, guizzano nella rete vibrante, elastica dell’istante commosso. Le strade percorse dagli automobili sono scie di rumori globulari e di odori spiralici. Questa 100 HP continua le caverne dell’Etna.

Le strade percorse dagli automobili e i binarî hanno uno slancio ondulatorio, elastico, per avvolgersi velocemente intorno al palo ideale che sorge su un punto dell’orizzonte.

Voluttà di sentirsi solo nel fondo buio di una limousine che corra tra i luminosi ghiacci balzanti di una capitale notturna: voluttà specialissima di sentirsi un corpo veloce. Io sono un uomo che spesso mangia alla stazione tra due treni diretti; il mio sguardo a spola va dall’orologio murale al piatto fumante; la vite-angoscia-ricordo penetra girando nel cuore. Bisogna subito nutrirlo di velocità. Bisogna credere soltanto nella solidità-resistenza creata dalla velocità. La forza e la complicazione del pensiero, la raffinatezza dei desiderî e degli appetiti, l’insufficienza del suolo, la fame di miele, di spezie, di carni e di frutti lontani, tutto impone la morale-religione futurista della Velocità.

La Velocità distacca il globulo-uomo dal globulo-donna. La Velocità distrugge l’amore, vizio del cuore sedentario, triste coagulamento, arterio-sclerosi dell’umanità-sangue. La velocità agilizza, precipita la circolazione sanguigna ferroviaria automobilistica aeroplanica del mondo.

Soltanto la velocità potrà uccidere il velenoso Chiaro-di-luna, nostalgico, sentimentale, pacifista e neutrale. Italiani, siate veloci e sarete forti, ottimisti, invincibili, immortali!

F. T. Marinetti, Bruno Corra, E. Settimelli Arnaldo Ginna, G. Balla, Remo Chiti

Share on Twitter Share on Facebook