Capitolo VII Della scelta de’ luoghi per usi pubblici

Distribuiti i chiassuoli, e disegnate le strade, si deve ora trattare della scelta propria de’ suoli per uso de’ Tempj, del Foro, e degli altri luoghi pubblici. Se la Città sarà presso al mare, il suolo proprio per situarvi il Foro, si sceglierà vicino al porto; ma se sarà dentro terra, sarà nel mezzo della città. Per gli edifici sacri, e specialmente degli Dei tutelari, o di Giove, o di Giunone, o di Minerva, dee scegliersi il luogo il più eminente, da cui si scuopra la maggior parte delle mura: a Mercurio nel Foro, o pure, come anche a Iside, ed a Serapide, nell’Emporio: ad Apollo, ed a Bacco, presso al Teatro: ad Ercole, quando non vi fossero nè Ginnasj, nè Anfiteatri, presso al Circo: a Marte fuori della Città, e specialmente presso il Campo; a Venere fuori della Porta. Questo si trova fin anche stabilito negl’insegnamenti dell’aruspicina Etrusca, che i Tempj, cioè di Venere, Vulcano, e Marte si abbiano ad alzare fuori delle mura, e questo, acciocchè non si familiarizzi dentro la città co’ giovani, e colle madri di famiglia la libine venerea; e tenendo lontana dalle mura la potenza di Vulcano colle preghiere, e co’ sacrifici, restino le abitazioni libere dal timore d’incendio. La Deità di Marte essendo adorata fuori della città, non vi sarà guerra civile; ma anzi sarà quella difesa da’ nemici, e dal pericolo della guerra. A Cerere anche si destina un luogo fuori della città, ove gli uomini non possano andarvi sempre, ma solo quando occorrerà per gli sacrificj; e ciò perchè questo luogo si deve custodire con iscrupolosa castità, e santità di costumi: agli altri Dei tutti debbono ergersi Tempj in luoghi comodi per i sacrificj.

Della maniera d’edificare i Tempj, e della loro simmetria ne darò nel terzo e quarto libro le regole: perchè nel secondo mi è sembrato meglio trattare prima de’ materiali, che debbono prepararsi per gli edificj, esponendo quali sieno le loro proprietà, ed il loro uso; ed indi partitamente in ciascun libro andar trattando della simmetria degli edificj, e degli ordini, e d’ogni specie di proporzione.

Fine del libro primo.

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