Capitolo XI. Dell’Azzurro, e del Giallo bruciato.

La composizione dell’Azzurro fu la prima volta ritrovata in Alessandria, poi s’introdusse in Pozzuoli da Vestorio. Il modo di farlo, e la qualità degl’ingredienti merita osservazione. Si macina arena con fior di nitro sottile tanto, quanto la farina, e mescolata con raschiatura grossa di rame Ciprio, si bagna, acciocchè si possa appiccare insieme: se ne formano indi impastandola fra le mani tante palle, e si legano in modo, che presto si asciuttino: asciutte si accomodano in una pentola di creta, e si pongono in una fornace; così il rame e l’arena arroventati e bruciati insieme dalla veemenza del fuoco, col dare e ricevere l’uno dall’altro i respettivi vapori, perdono ciascuno le qualità proprie, e ridotte dal fuoco a una cosa, restano di colore azzurro.

Il Giallo bruciato, il quale si adopra molto negl’intonachi, si fa in questo modo. Si mette a cuocere una zolla di terra gialla buona, finchè si arroventi sul fuoco, indi si spegne con aceto, e rimarrà di colore purpureo.

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