Hersitele, l'inarrivabile artefice, scolpì l’anfora, con ellenica purezza, lungo un maggio di rose, per Eirene, la divina etèra, sino allora sua divota amante.
Ei ne ricavò la squisitissima sagoma dalla dura compagine di un masso di purissimo cristallo di monte, che vide un giorno al mercato e comprò da un etiope mercante. E modellandone la dolcissima voluta ei pensava al tepido fianco dell’amante.... Sognava egli riportarne la morbidezza nel puro cristallo, che scintillava e vibrava, quasi viva cosa, nelle sue mani sapienti?...
Poi che l’ebbe finito ne cinse la bocca d’un sottil cerchiello di oro e si fermò a contemplare un istante l’opera sua.
E preso da dolce entusiasmo per la squisita sua creazione egli la baciò (e baciava in quel vaso Eirene, l’amante vaga e sapiente) e, in quel bacio, l’artista vi alitò entro tutto il suo spirito di amore.
A quel soffio divino subitamente il purissimo cristallo s’infiammò e rifulse di luce vivissima e maravigliosa.... Quindi Hersitele, adornata la bocca dell’anfora di un tralcio di verbena e affidata ad una giovane schiava quindicenne, la recò egli stesso ad Eirene.
Ma non era il Fato quel giorno propizio a chi veracemente amava. Hersitele giunto presso la casa di Eirene – che un boschetto di rose e di mirti intrecciati celava e proteggeva – scoprì che il suo sogno finiva e che troppo tardi giungeva il suo dono.
Troppo si era l’artista indugiato nell’opera e nella forza dell’estro, troppo l’artista avea obliato l’amante....
Il giovane allora, ferito nel cuore, maledisse a Venere infida e all’opera sua che gli aveva tolto l’amore.
E a quel crudele anatema la vivissima luce di che lo spirito d’amore avea infiammato il puro cristallo si appannò e si cambiò in un’ombra di gelo che, sino ai più riposti meandri del cristallo, tutta si fè padrona dell’anfora che Hersitele in sogno d’amore avea creato.
Il prodigio si sparse.
E un vecchissimo sapiente vaticinò che solamente un nuovo alito d’intensissima fede e di superno amore avrebbe potuto un giorno – forse lontano nei secoli – ridar il raggio perduto allo spento cristallo....