Lamberti e dette.
Lamberti.
Eccomi. Ed ora... io sono pronto.
Teresa.
Va!... Dunque!... Va!
Anna lo fissa pallidissima, immobile, muta.
Lamberti.
No, madre mia. Io resto.
Anna trasalisce: senza mai dire una parola lo abbraccia come per non lasciarlo più, lo accarezza, lo bacia, gli bacia la mano.
Teresa.
Rimani?... Ma... non hai capito?... Vengono qui!... I soldati! Il Commissario! Per arrestarti!
Anna stringe Vitaliano affettuosamente, lo guarda supplichevole, scongiurandolo di fuggire.
Lamberti le prende la mano, gliela stringe forte per infonderle coraggio: poi di nuovo, a Teresa.
Nella carrozza del conte di Rienz è partito Giacomino. Avviserà, dietro via quanti più potrà dei nostri. E gli ho dovuto assicurare, per farlo partire, che avevo anch'io un mezzo altrettanto sicuro e che lo avrei raggiunto a Chiasso. Invece... no. Resto qui. La Provvidenza che voleva salvare me, non ha voluto o potuto salvare insieme anche tutti gli altri miei compagni. Perciò io, - solo, - non posso, io, approfittare dei suoi favori... e rimango.
Teresa.
Va! Va! Va! Ascoltami, Vitaliano! Devi ascoltarmi! Ne ho diritto! Sono tua madre!... La mamma! La tua povera mamma! Lo sento e non l'ho mai sentito come in questo momento! E non c'è più altro per me! Te lo giuro! Non c'è più altro! Va! Va! Va! Va!
Lamberti con dolcezza.
Non posso partire!
la bacia, come in atto di perdono.
Teresa.
Va! Va! Va!
Lamberti risoluto.
No, mamma non devo partire. Bisogna aspettarli qui!
Teresa ascolta un momento: con un grido.
Dio!
prendendosi la testa fra le mani guardando spaventata verso la finestra.
Vengono!... Vengono!
Anna con un grido si attacca disperatamente al collo di Vitaliano come per difenderlo...
FINE.