SCENA VI.

Lamberti ed Anna, poi di nuovo Francesco.

Anna a Vitaliano.

Hai da parlarmi?

lo guarda fisso.

Che hai?

Lamberti a sua volta, continua a fissare Anna con grande tristezza.

Anna con voce rotta dall'ansia.

Che hai? Che cosa vuoi dirmi? Sì, sì!... Fissami bene: che il tuo occhio possa penetrare in fondo all'anima mia; non ho nulla da nasconderti!

Lamberti.

Hai capito dunque, che io volevo parlarti... di lui, del Cézky?...

Anna sostiene lo sguardo di Vitaliano: ferma, sicura.

Lamberti le prende una mano, gliela bacia.

No, Anna, Anna cara; io non ho mai dubitato di te!

Anna.

Posso essere stata leggera; certo sono stata imprudente! - Era, allora, così vuota e inerte la mia vita, così grigia...

con un brivido.

così buia!

accarezzandogli i capegli con grazia affettuosa.

L'amore è come il sole; senza di lui, non c'è luce, nè calore!

Lamberti stringe Anna al petto affettuosamente.

Anna.

Per quel giovane... che non aveva una famiglia, solo, povero, io ho sentito, prima, un sentimento di compassione, di pietà... Poi anche di simpatia per il suo dolore così simile al mio. Cézky mi amava... lo capivo, lo vedevo, e non era amato. E anch'io cominciavo ad amare, ad amarti, e allora... non mi credevo amata! - Ecco; ti ho detto tutto! - Io poi, lo ritenevo nobile di animo, esaltato, ma onesto.

Lamberti.

Onesto?... Forse lo era. Non si può giudicare gli uomini nell'eccesso della passione; da un momento di disperazione! Bisogna, in ogni modo, essere indulgenti con chi...

lentamente e fissando Anna per farle indovinare il suicidio del Cézky.

sa condannarsi e punirsi da sè, con chi... sconta il delitto commesso... con la propria vita.

Anna con un grido.

Cézky?

Lamberti accennando affermativamente col capo, si leva una lettera di tasca e gliela dà.

È una lettera da Milano. Chi scrive, è un amico.

Anna legge con un forte tremito: lascia cadere la lettera e siede con un gesto d'orrore, nascondendosi il capo fra le mani.

Lamberti raccoglie la lettera e di nuovo la ripone in tasca.

Noi lo credevamo in Tirolo o a Vienna, sotto la protezione della polizia! Invece era a Milano, nascosto in una soffitta, vivendo nel dolore, e, forse, fra i rimorsi. In quell'ultimo istante la grande bontà di Dio ha certo fatto dimenticare a quell'uomo di essere una spia. Si è ucciso con una pugnalata come Jacopo Ortis... e col libro dell'Ortis, chiuso dinanzi.

cammina su e giù, poi torna ad avvicinarsi ad Anna.

Anna rimane sempre con il capo fra le braccia appoggiata al tavolino.

Lamberti si appoggia lui pure al tavolino: ad Anna, con grande dolcezza.

Perdonagli, Anna! Gli ho perdonato anch'io! Ed ora... ascoltami con coraggio. Forse... forse qualche giorno, forse domani, forse stasera io dovrò partire.

Anna, con un sussulto doloroso.

È il momento?

Lamberti.

Sì. Il Fratti e lo Strassér rimangono a Milano. Don Carlo Morelli, da Como, ci terrà in relazione con lui.

Anna.

Con Mazzini?...

Lamberti.

Sì. È a Lugano; pronto ad unirsi con noi. Io devo passare dal Carrarese, e per il giorno dell'insurrezione trovarmi a Sarzana.

Anna buttandogli le braccia al collo.

Vengo con te!

Lamberti.

Anna... Anna...

Anna.

Vengo con te!

Lamberti.

Mi raggiungerai!... Presto!

Anna.

Vengo con te! Vengo con te!

Lamberti.

È impossibile cara, e lo sai. Ascoltami, dunque; ascolta bene ciò che tu devi fare.

Anna abbassa il capo come vinta.

Lamberti.

Appena partito io tu anderai e ti fermerai a Milano, in casa tua. Sei ricca, della mia sostanza tu non ne hai bisogno.

si leva di tasca un'altra lettera chiusa in una busta.

Prendi...

turbamento di Anna.

Ma no!... Non impressionarti così! Bisogna tutto prevedere. Tornerò, o verrai tu!

indicando la lettera.

Due righe sole. Sei tu la mia erede universale. Ma per aiutare i nostri. Devi spendere tutto ciò che è mio per la causa. Ed ora...

esitando.

Un'altra preghiera. E pensa, - adesso sì, - pensa che può essere l'ultima. - È la mia felicità, è il coraggio stesso che io ti domando. Sono egoista, ingiusto, inumano, ma è più forte di me. Se io... Anche quando non ci sarò più...

abbracciandola stretta con un singhiozzo.

Ti voglio sempre mia!

Anna coprendolo di baci.

Tua, tua, tua, tua! Ma io voglio venire con te! Ma io voglio morire con te! Con te che sei mio! Con te che mi hai fatto vivere! Con te che mi hai fatta buona! Tua! Tua! Tua! Tua!

Lamberti dopo un momento di commozione, asciuga gli occhi ad Anna.

Che non ti vedano piangere!... Nessuno deve sospettare...

prende la lettera sul tavolino, gliela dà.

Prendi!

Anna, attonita, la tiene in mano.

No! No!...

Anna la nasconde in seno.

E la chiuderai subito nella tua scrivania. A Milano vedrò poi il mio notaio...

Francesco
dall'uscio di mezzo, tremante, sconvolto.

Signor conte! Sa?... Sa?

Lamberti.

Che c'è?

Francesco.

A Sonvico, hanno arrestato il dottor Fratti!

Lamberti.

Chi te l'ha detto?

Francesco.

Adesso! Il maestro di posta!

Lamberti.

Va!... Chiamalo!

Francesco via.

Anna trattenendo Vitaliano che vuol seguire Francesco.

Il dottor Fratti? Arrestato?...

Lamberti.

Lasciami andare! Lasciami andare!

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