SCENA II.

Rienz e Teresa - poi di nuovo la Carolina.

Rienz bacia la mano alla contessa.

Teresa.

Mio Dio! Stefano?

Rienz.

Una lettera anonima! Una denuncia.

Teresa.

Una denuncia contro chi?

Rienz.

Contro Vitaliano; contro vostro figlio! Lo si accusa di cospirazione; di essere in rapporti con Mazzini e con quel... Garibaldi, quell'altro romantico filibustiere!

Teresa.

Datemi questa lettera!

Rienz.

Non fu mandata a me! Fu mandata...

Teresa con un grido represso.

Alla polizia?

Rienz.

Tranquillatevi. Fu aperta dal barone Wolf, - un buon austriaco, mio amico. - Per fortuna! - Se capitava fra le mani dell'altro commissario, l'italiano, a quest'ora sarebbero qui i gendarmi!

Teresa vivamente, giungendo le palme verso la cappelletta.

Grazie! Grazie! Vi ringrazio!

coprendosi il viso con le mani.

Mio figlio? Il mio sangue? Un conte Lamberti?

Rienz.

C'è questo di più grave ancora:: la lettera anonima, la denunzia è partita da questa casa.

Teresa.

Come lo sapete?

Rienz.

Per un miracolo! Ai furfanti, manca sempre qualche cosa: quando sono perfetti, diventano... brava gente! A costui, manca il sangue freddo. Mentre compie la canagliata, gli tremano le mani e gli si oscura la vista.

Teresa vivamente.

Chi è?

Rienz.

Cézky.

Teresa.

Quel polacco girovago, pitocco?

Rienz.

È innamorato di Anna.

Teresa fissando Rienz.

Anna abbassarsi a... Non lo credo...

risoluta.

No!

Rienz.

Precisamente! Respinto, per vendicarsi!

Teresa con alzata di spalle.

Uno strimpellatore di versi! Un Werther, un Ortis, inconcludente!

Rienz.

Più concludente degli altri! Invece di ammazzarsi, costui, fa impiccare il marito!

Teresa impallidendo: con voce rauca.

In qual modo avete scoperto?

Rienz si avvicina alla scrivania di Teresa
e prende un foglio di carta.

Questa è la lettera. - Va bene? - Qui, in prima pagina, la sua brava denunzia.

volta il foglio.

E in fondo da quest'altra parte, una parola, in lapis, sbiadita, - una sola parola - «promemoria». - Una nota si vede incominciata e subito interrotta.

Teresa.

Era il carattere del Cézky?

Rienz affermando col capo.

Indubbiamente! Non vi ricordate, Teresa? Per quindici giorni, quando ho avuto ammalato il mio cancelliere? Chi lo ha sostituito? Il Cézky.

Teresa si lascia cadere sopra una sedia.

Ma... e allora?

Rienz.

Volete un'altra prova?... Schiacciante? Prima di parlare con voi, volevo parlare col Cézky

con piglio minaccioso.

a quattr'occhi, io e lui... A villa Lamberta non c'è più. - Il letto... intatto. Fatto il colpo ha preso il largo.

Teresa.

Allora?... E allora?...

Rienz.

Chiamate vostro figlio.

Teresa esitante.

Qui?... Con voi?

Rienz con un atto stizzoso.

Puntigli, riguardi, risentimenti... Non è l'ora! - Adesso bisogna tutto sapere, - la lista dei compagni, dei fratelli prima, - poi, se si tratta solo di sciocchezza, d'imprudenze, tutto in tacere, per quanto riguarda la vostra casa. - Ma vostro figlio, - il pazzo! - reso da noi impotente a nuocere e a nuocersi!

Teresa con gratitudine, stringendogli la mano.

Oh! Stefano!

Rienz.

Di simili scandali è piena Milano; è pieno il Lombardo-Veneto! Ci mancherebbe altro che ne scoppiasse uno anche nella casa... che... frequento io! - È necessario per tutti, per l'autorità stessa dell'Arciduca, che qui... e a Vienna, non si facciano confusioni fra il vostro nome e quello dei d'Adda, dei Durini, degli Arese... Fra la vostra, - la vera, - e tutta questa aristocrazia turbolenta, irrequieta, imborghesita dalle inframmettenze donnesche e dalle velleità demagogiche! - Chiamate vostro figlio!

Teresa suona il campanello sopra il tavolino: pausa.

Carolina entra: rimane presso l'uscio.

Teresa.

Mandate Francesco dal signor conte. A mio nome! Venga qui, subito.

Carolina via.

Rienz.

Calma mi raccomando; calma.

Teresa.

È un gran dolore!... La mia devozione il mio affetto all'imperatore! I miei principî! Tutto l'orgoglio del mio nome...

Rienz le impone di tacere e le fa segno che qualcuno si avvicina.

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