I.

Quando l'Ariosto mise mano all'Orlando? Non si sa preciso, ma su la fine del 1506 la orditura doveva essere molto innanzi. Isabella d'Este marchesana di Mantova, a cui il cardinale Ippolito aveva mandato il poeta per rallegramenti in occasione di un parto, rispondeva il 14 febbraio 1507 al fratello, ringraziando, che l'ambasciatore le aveva anche per conto suo addotto gran soddisfazione, avendole con la narrazione dell'opera che compone fatto passare due giorni non solo senza fastidio ma con piacer grandissimo. Ludovico s'era messo risolutamente attorno l'opera tosto che credè aver ritrovato presso il cardinale stanza quieta, e provvigione da sopperirgli alle strettezze di famiglia, nelle quali aveva penosamente affaticata la sua gioventù. Nato gli 8 settembre del 1474, egli era allora su la trentina: molto aveva composto di versi in latino, poco e male in italiano, che le sue rime belle sono tutte per l'Alessandro Benucci, scritte cioè nel 1513 e dopo: benchè fin dai primi anni, oltre la prova fanciullesca della Tisbe, andasse attorno co'l duca Ercole a fare cioè a recitare commedie, non ne aveva ancora scritte: ma al poema pensava [210] da un pezzo. Egli era nato e cresciuto in un'aria tutta impregnata dalla rifioritura classica dei romanzi. La prima edizione del Morgante in ventitrè canti fu del 1481, la seconda compiuta in ventotto dell'82. La prima edizione dell'Orlando innamorato in due libri venne del 1486; la seconda, in tre libri, del 95. Nel 95 era anche finito il Mambriano, e nel 1509 fu stampato con dedicatoria al cardinale Ippolito. Nel 1506, quando l'Ariosto gettava le fondamenta al Furioso, usciva dalle stampe di Venezia il primo libro della continuazione all'Innamorato composta dall'Agostini, e il secondo doveva uscire nel 13, tre anni prima che l'Ariosto finisse la sua. Non lasciavano poi tregua alle stampe i poemi minori.

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