Anni M....

Arrigo secondo imperò anni xvij. Questi fu figliuolo di Currado primo, ma secondo altra oppenione elli fue suo figliuolo adoctivo e fu suo genero. Questi, vegnendo in Italia, prese per forza Pandolfo prencipe di Capova e fecelo mectere in prigione; e un altro il quale avea nome Pandolfo, simigliante, il qual era conte, sí 'l confermò principe in luogo di lui.

In questo tempo, del mese di giugnio all'entrante, il decto Arrigo venne ad hoste sopra la città di Firenze, e puose suo campo, actendato di loggie, trabacche e padiglioni, nel piano del Cafaggio, del Vescovado di Firenze, fuori delle mura di San Lorenzo, con exercito grande di popolo e di cavalieri. Allora i Fiorentini uscirono fuori armata mano e combacterono con lui e colla sua gente; e infine elli fue vinto e sconficto, e molti de' suoi vi rimasono morti, fediti e presi. Ma elli campò fuggendo innaverato. E de' Fiorentini pochi morirono, ma gran quantità ne furono fediti: ma tucti sanavano per la virtú d'un bagno ch'era nel decto Cafaggio e presso alle mura; la quale acqua usciva per condocto del monte di Fiesole. E questo bagnio fu trovato e facto al tempo de' Romani, quando hedificarono la città di Firenze. La quale acqua guariva certe malactie e etiandio i lebrosi, e gli atracti stendeva, e li fediti sanava. E di questa victoria fare fu capitano messer Ugulino degli Ughi; i quali gentili huomini fondarono la chiesa di sancta Maria a Ughi in Firenze, e la chiesa di sancto Martino a Montughi: dov'elli fece la prigione di xxvij nobili huomini ch'elli prese nel predecto stormo, i quali molta moneta poi si ricomperarono.

Et allora nacque gran guerra tra loro e' Berteldi, di fedite e di morte, per una donna de' Lamberti che l'uno e l'altro guardava per amore; e finalmente ciascuno ne fu consumato d'avere e di persone.

In questo tempo il principe Goctifredi di Buglione, mirabile duca, venne in Ytalia; e per li Romani fu cacciato da Roma ad Anania.

Nel decto tempo ad Roma fu trovato in una sepultura socterra uno corpo d'uno giogante morto e non punto calterito, con una scritta a capo in uno petrone di marmo, che diceva: - Questo giogante avea nome Pallanteo Brunocto lo figliuolo d'Ulandro. - Et avea una fidita la cui apritura fu misurata iiij piedi e mezzo, e della sua grandezza era xvij piedi e oltre. E fulli trovato a capo socto il petrone una lucerna d'oro, che continuamente ardeva, la quale per vento né per fuocho e per nullo modo si potea spegnere: lo quale fu morto per la lancia di Turno giogante.

Ancora nel decto tempo, in Puglia, era una statua di marmo, la quale intorno al capo avea un cierchio di rame, nel quale era scritto: - In calendi maggio, levante il sole in tauro, il capo d'oro. - Il quale verso intese e spuose uno savio huomo saracino del Levante, il quale era prigione di Ruberto Guiscardo. Elli puose mente nel segnio della libra, nel levare del sole, e notò il termine di quell'ombra; ove trovò molto tesoro, il quale egli gli diede per sua recuperatione.

In questo medesimo tempo le chiese di Francia fortemente furono conturbate per Berlinghieri del Torso, il quale falsamente affermava che 'l sacramento della Chiesa cioè dell'altare, che noi prendiamo, non è verace corpo di Cristo ma è figura del sangue di Cristo.

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