CAPITOLO II Merovingi e l'origine dei Carolingi

Da un pezzo i Franchi s'avanzavano nella Gallia pigliando una posizione sempre più importante. La loro forza diverrà fra non molto preponderante in tutta l'Europa, ed essi conquisteranno anche l'Italia, iniziando addirittura un'epoca nuova. È quindi necessario gettare un rapido sguardo alla loro storia. I Franchi erano una riunione di molte e diverse tribù germaniche, che abitavano la sponda destra del Reno. Dapprima cominciarono a filtrare lentamente nell'Impero: se ne trovavano nell'esercito, negli agricoltori, fra gli schiavi. Quando Stilicone, per poter combattere Alarico, richiamò in Italia le legioni, che erano a guardia del Reno, i Franchi, al pari di altre popolazioni germaniche, passarono il fiume in grandi masse (406). Non fecero però, come i Goti, i Vandali ed i Longobardi, una rapida emigrazione, trasferendosi d'una regione in un'altra, lungi dal proprio paese. S'avanzarono invece lentamente, conquistando a poco a poco la Gallia, senza mai staccarsi affatto dalla Germania, dalla quale riceverono sempre alimento ed aiuto di nuove genti. Serbarono quindi, dentro l'Impero, più a lungo i loro costumi e le loro istituzioni, come ad esempio la proprietà collettiva. [349] E i Romani, coi quali si trovarono a contatto, fecero altrettanto colle loro leggi ed istituzioni. Nella Gallia infatti, più che altrove, vediamo persistere la Curia municipale. La fusione dei due popoli fu assai meno rapida, ma anche meno violenta e più organica. Non pare che i Franchi pigliassero, come gli altri barbari, un terzo o più delle terre dei vinti. Grandi proprietari romani si trovano accanto a grandi proprietari franchi; ed i Romani sono ammessi agli uffici, non sono esclusi neppure dall'esercito. Unica differenza notevole, che sin dal principio si notasse fra di loro, era nel guidrigildo, quello che si pagava per la uccisione d'un Franco, essendo doppio di quello pagato per la uccisione d'un Romano.

L'essere, come dicemmo, i Franchi una federazione di varie tribù, portò per conseguenza che ben presto si trovarono, con consuetudini e costumi diversi, divisi in Salici e Ripuari, i quali si suddivisero formando vari regni, che di continuo combatterono aspramente fra di loro, ritardando il progresso nazionale. Ogni volta che sorgeva fra di essi un principe di genio politico e militare, venivano riuniti in un regno solo, per dividersi di nuovo alla sua morte. E così continuò per più secoli la loro storia fino a che Carlo Magno riuscì per breve tempo a sottoporre quasi tutta l'Europa al suo scettro.

Il primo che seppe riunire i Franchi fu Clodoveo, col quale s'iniziò la dinastia dei Merovingi. Capo d'una tribù salica, egli successe al padre nel 481; riuscì, mediante il suo ingegno ed il suo valore, ad unire Salici e Ripuari, e fu ritenuto come il fondatore della monarchia. Ma pur troppo fu anche un uomo senza scrupoli, che per ottenere il suo intento, si coprì d'ogni più crudele delitto contro alleati e contro parenti, ricorrendo al tradimento ed al sangue, per mezzo di sicari o colle stesse sue mani. La lunga serie di crudeli delitti, attribuiti a lui ed ai suoi successori, [350] fu tale da far credere che siano stati molto esagerati dalla leggenda; ma per quanto se ne levi, resta pur sempre tanto da doverne raccapricciare. Questi delitti uniti a grandi dissolutezze contribuirono finalmente ad indebolire la dinastia per modo da renderne inevitabile la caduta. Tra i fatti che nella vita di Clodoveo più agevolarono la costituzione della monarchia, furono le guerre contro gli Alamanni, e la sua conversione al cattolicismo, invece che all'arianesimo, come avevano fatto gli altri barbari. La guerra alamanna ebbe una grande importanza storica, perchè con essa cominciò quella reazione dell'Occidente contro l'Oriente, che fu continuata dopo di lui, e pose fine alle grandi migrazioni dei popoli germanici. La conversione al cattolicismo, della quale durante la stessa guerra egli aveva fatto voto a Dio, se gli concedeva la vittoria, iniziò la conversione del suo popolo. E la monarchia ne ebbe subito il favore della Chiesa romana, che, per mezzo de' suoi vescovi, era organizzata ben più fortemente dell'ariana. I Franchi così divennero il popolo eletto da Dio a difesa del Papa e della religione, il che agevolò anche la loro fusione coi Romani. Ed è singolare davvero il notare come sin d'ora apparisca chiaro nella mente degli uomini il futuro destino di questo popolo. Gregorio di Tours che scrisse poco dopo, nel narrare i continui delitti del Re, ripete spesso: ogni giorno Iddio faceva cadere un nuovo nemico di Clodoveo, ingrandendone il regno, perchè egli «camminava diritto nelle vie del Signore, e faceva ciò che gli era grato.» Altrove lo chiama addirittura un novello Costantino. E così altri scrittori più o meno vicini parlano in modo da far chiaramente capire, che in questo nuovo Costantino essi già prevedono Carlo Magno. Maravigliosa addirittura è la persistenza con la quale i Papi continuarono attraverso i secoli l'opera loro, quasi imponendo ai Franchi la missione voluta, preveduta dalla [351] Chiesa; e non smisero mai fino a che essa non ebbe il suo adempimento con la coronazione di Carlo Magno e la fondazione del potere temporale. L'imperatore Atanasio intanto conferiva a Clodoveo le insegne del Patriziato ed il Consolato, che egli assunse a Tours, nella chiesa di San Martino, dove i vescovi lo salutarono uomo di Dio, nuovo Costantino. La capitale fu fissata a Parigi.

Alla sua morte (511) il regno restò diviso fra i quattro figli, e cominciò quel periodo di corruzione e lussuria, di guerre civili, di sanguinosi tradimenti e delitti, che lo fecero paragonare al regno degli Atridi. Nel 558 Clotario I, l'ultimo sopravvissuto dei figli di Clodoveo, riunì di nuovo i Franchi, e dopo la Sua morte la monarchia si divise nuovamente fra i suoi quattro figli: e così si continuò per lungo tempo. Molto si è discusso sulla vera natura di queste divisioni, che gettarono il paese in una serie continua di guerre civili. Sostengono alcuni storici francesi, che si divise la royauté plutôt que le royaume. Ma il vero è che i Franchi non formavano ancora un sol popolo, che mancava affatto il concetto di nazionalità e di Stato, che la Francia non esisteva. Secondo le idee barbariche il loro regno, che solo dalla violenza e dalla conquista era unito, appariva quale proprietà del conquistatore, e quindi per legge di eredità veniva diviso tra i suoi figli. Anche i servizi pubblici erano più che altro resi alla persona del re. Mancava l'idea di un'amministrazione accentrata ed organica; il diritto pubblico assai poco si distingueva dal privato. E per quanto disgregata fosse ancora questa società barbarica, il contatto continuo che essa ebbe con la romana, l'azione della Chiesa, l'unità geografica del paese fecero sì che i Franchi tendessero lentamente, ma pur costantemente a coordinarsi in unità. I quattro regni (Austrasia, Neustria, Aquitania, Burgundia), sorti e risorti dopo la morte di Clodoveo I, si ridussero nel secolo VII [352] sostanzialmente ai soli due primi. Nella Neustria, formata dalla Gallia occidentale e meridionale, erano i Salici, ed in essi avevano acquistato maggior forza gli elementi romani; nell'Austrasia erano i Ripuari, ed in essi avevano invece maggiore prevalenza gli elementi germanici, favoriti dal contatto e dalle relazioni continue colla patria antica.

Dapprima il predominio spettò alla Neustria ed ai Salici, ai quali appartenne Clodoveo, il fondatore della monarchia e della dinastia merovingia. Alla Neustria appartennero ancora i primi quattro re, che in tempi diversi unirono di nuovo la monarchia, l'ultimo dei quali fu Clodoveo II (638-56). Il centro di ciascuno di questi governi soleva essere allora il Palazzo, in cui primo ufficiale era il Maestro o Maggiordomo. Il suo ufficio si riduceva dapprima ad amministrare la proprietà regia; ma coll'andare del tempo il suo potere andò crescendo sempre più, sino a che egli divenne ministro delle finanze, poi primo ministro, e finalmente addirittura capo del governo. A poco a poco, dopo che i quattro regni si erano ridotti a due, la Neustria cioè e l'Austrasia, il centro di gravità passò dalla prima alla seconda. I Ripuari prevalsero sui Salici, e naturalmente gli elementi germanici sui romani. Andò allora crescendo il numero delle adunanze o assemblee popolari, crebbe il potere di quei nobili germanici, che formarono più tardi l'aristocrazia feudale. Ed essi s'andarono nell'Austrasia stringendo sempre più intorno al Maestro di Palazzo: qualche volta lo elessero e riconobbero come loro capo. Così a poco a poco egli fu più potente dei Re merovingi, che rapidamente decaddero, divenendo tanto deboli e spregevoli, da essere chiamati rois fainéants: da ultimo dovettero cedere il posto ai loro rivali. Alla dinastia merovingia successe allora quella assai più potente, più intelligente ed anche più morale dei Carolingi.

[353]

Dopo la morte di Clodoveo II (656) i Maestri di Palazzo erano divenuti nell'Austrasia così potenti, che pareva tendessero a formare colà un Ducato separato ed autonomo. Ma i legami sempre stretti fra Salici e Ripuari, e l'unità territoriale del paese spingevano invece inevitabilmente alla formazione di un solo regno con la prevalenza dei Ripuari. E questo nuovo regno fu iniziato per opera di Pipino, detto d'Héristal dal suo castello. Egli era Maestro di Palazzo nell'Austrasia, dove assunse anche titolo di Duca, e finì coll'esser di fatto padrone di tutto il Regno. Alla sua morte (16 dicembre 714) seguì un periodo di disordine e di lotte fra i suoi eredi, dalle quali uscì finalmente vittorioso Carlo Martello suo figlio naturale, che sebbene non arrivasse ad essere altro che Duca nell'Austrasia e Maestro di Palazzo nella Neustria, pareva invece che fosse successo al padre come un principe ereditario di tutto il regno. Uomo d'alto ingegno politico e di grande valor militare, riuscì a fondare stabilmente la sua dinastia.

Con una serie di guerre vittoriose contro i Sassoni, i Frisi, i Bavari e gli Alamanni (718-30), pose termine alle invasioni germaniche; e quando si fu assicurato da quel lato, si rivolse contro gli Arabi, i quali, essendosi coi Musulmani d'Africa avanzati nella Spagna, avevano già passato i Pirenei. Nel 732 dette loro a Poitiers una rotta, che fu davvero memorabile, non solo pel gran numero dei morti, i quali la leggenda fece ascendere a 375,000; ma anche perchè venne con essa fiaccata in Francia la minacciosa potenza dei Musulmani, che furono poco dopo respinti al di là dei Pirenei. Nel 737 Carlo Martello occupò anche la Provenza, e così riuscì ad esser padrone di tutta la Francia, che tenne fino alla sua morte (741).

[354]

Share on Twitter Share on Facebook