SCENA NONA.

Doretta

si avanza senza parlare, fermandosi di fronte a Luciano. Una cappa di seta nera avvolge la sua figura che ha quasi del misterioso, nella penombra.

Luciano

un poco sorpreso e imbarazzato.

Ah.... scusi.... Era lei, signorina Dori?... Avevo vista un'ombra fra le piante, ma non riuscivo a distinguere.... e allora mi sono permesso di domandare....

Per avviarsi.

Mi scusi.... Buona notte....

Doretta

con voce ferma.

Dove va?

Luciano.

Dove vado?... Non so.... Forse scendo a raggiungere la comitiva.

Doretta.

Non è vero. Non c'è più nessuno.

Luciano.

Non importa.... Passeggerò solo.

Doretta

con ansia.

No.... Non vada!

Luciano.

Perchè?

Doretta

Ho visto adesso Candiani.... Mi ha detto....

Luciano

subito.

Candiani?... Ma Candiani è pazzo! Cosa s'è messo in testa? Di farmi anche sorvegliare?... Ah! È incredibile quello che mi va succedendo stasera!... Tutti si occupano dei fatti miei!... Si è venuto stringendo intorno a me un cerchio di interessamento che può lusingarmi, ma può anche diventare noioso!

Doretta

umilmente.

Mi perdoni....

Luciano

subito, con tono dolce.

Oh! non dicevo per lei, signorina Dori!... Ma le assicuro che non è proprio il caso di sorvegliarmi. Candiani mi attribuisce delle intenzioni.... che non esistono.... Mi ha visto un po' turbato, e s'è montata la fantasia!... Me lo sono levato d'attorno, e non gli è bastato. Ha sentito il bisogno di spedirmi una persona di fiducia!... È il colmo!...

Doretta

La sua situazione può giustificare l'ansia di chi gli vuol bene.... Chi può misurarsi, in certi momenti?...

Luciano

con ostentata tranquillità.

Io!... E poi, perchè dovrei perdere la serenità e la fiducia? Ho sempre chiesto alla vita quello che volevo, la vita, molto gentilmente, me l'ha sempre concesso.... Dove non arrivava la mia volontà è arrivato il mio denaro, e adesso che non ho più denaro m'affiderò ciecamente al caso, simpaticissima persona che vi tende la mano proprio quando meno ve l'aspettate....

Doretta.

Sono parole.... Lei non è di quelli che s'affidano all'ignoto: lo so. Il disastro di questa notte non è lieve: so anche questo. Non mi sono mai disinteressata ai suoi casi, Luciano. Mi pareva di averne quasi un certo diritto....

Avvicinandoglisi, affettuosamente.

Ma non ha mai pensato che tutto questo sciupìo di energia, di nervi, di ansie, di denaro, è un'amara, inutile cosa che deve finire?...

Luciano

dopo un silenzio che tradisce l'emozione.

Sì.... L'avevo pensato, un giorno. Il caso, allora, non ha voluto. Vi avevo incontrata.... M'eravate piaciuta.... Molto piaciuta.... Vi siete spaventata.

Prevenendo una risposta.

Non ve ne faccio un'accusa: avevate ragione. Il mio passato non era tale da offrirvi una garanzia per l'avvenire. Certo è stato un bene: credo che non mi sarei cambiato, tant'è vero che quell'altra vita mi ha subito ripreso. Ci siamo incontrati ancora, più volte. Nè io nè voi abbiamo ricordato mai, forse perché nè io nè voi abbiamo mai rimpianto.

Doretta.

Io sì, Luciano.

Luciano.

Quando?

Doretta.

Stasera.

Luciano.

È la mia rovina che vi ha risvegliato il rimpianto?

Doretta

Non so.... Può darsi....

Luciano

con risentimento.

E che cosa mi offrite?

Doretta

turbata dal tono di lui.

Luciano?

Luciano.

Domando: perchè la pietà è un sentimento che disprezzo, e dell'elemosina so di non avere ancora bisogno.

Doretta

schiettamente.

Vi offro molto di più, o molto di meno: la mia vita, vi offro.... la mia esperienza....

Luciano.

Sotto che forma?

Doretta

lo guarda, senza rispondere.

Luciano.

Ah! Capisco. Non ce n'è che una. Ma se non ci siamo uniti allora che la mia ricchezza poteva valere la vostra, tanto meno sarà possibile adesso che la vostra ricchezza dovrebbe rappresentare la mia risorsa! Signorina Dori, io vi ringrazio: volendo impedirmi di morire, vi siete sentita in dovere di offrirmi il modo di vivere, non è vero?... Innegabilmente è un bel gesto.

Doretta

Non vedete altro che il gesto, voi! È naturale. La vostra vita è tutta fatta di gesti. Avete sfiorato la superficie e vi siete sempre guardato in uno specchio. E siccome ogni atteggiamento non era comune e interessava o stupiva gli altri, avete creduto di essere un uomo superiore che poteva assumere tutte le pose più assurde. – Ora, l'accettare quello che io schiettamente vi offro, vi pare una menomazione. Avete torto. Ma non sono io che posso dimostrarvelo, come non siete voi che potete giudicarvi quale veramente siete.

Luciano

alzandosi.

Preferisco restare così, per non aver delusioni: mi piaccio troppo.

Doretta

Allora, non ho altro da dirvi.

Gli tende la mano.

Se non ci incontrassimo più, Luciano, perchè ora ho finalmente capito che seguirvi è inutile, è bene sappiate che vi sono grata di una cosa che mi faceva quasi tremare quando vi ho parlato.

Luciano

con dolcezza.

Di che cosa, Doretta, se sono stato così aspro e così ingiusto con voi?

Doretta.

È difficile dirlo.... Ecco: della mia offerta non avete considerato che il lato materiale....

Luciano

subito.

Ve ne chiedo scusa.

Doretta

sorridendo, triste.

No. È anzi di questo che vi ringrazio. Perchè c'era un altro lato che mi avrebbe fatto apparire ai vostri occhi sotto un aspetto troppo umiliante per me.

Luciano.

Quale?

Doretta

Non mi avete più considerata da allora? Guardatemi un momento....

Avanzando verso di lui.

Si dice che la donna che sente sfiorire la vita, s'aggrappi spesso a una vita più giovine....

Luciano.

Come potrei pensarlo, di voi?

Doretta

Ma lo avrebbero pensato gli altri. Nessuno potrebbe credere che soltanto un sentimento di sorella, quasi di madre mi spingeva a cercar di comporre su una via di saggezza la vostra vita bizzarra!

Luciano.

La credo un'impresa troppo difficile....

Doretta.

In ogni caso sarei io sola a sopportarne le conseguenze.

Luciano.

Ma pensate: mette conto di correre questo rischio?

Doretta

Sì. Mette conto.

Luciano.

E se la prova fallisse?

Doretta

Aspetterei.

Luciano.

Che cosa?

Doretta

È il mio segreto.

Luciano

dopo un momento di esitazione.

No.... no.... Lasciate che mi perda. Mi conosco troppo.

Doretta

Non del tutto, Luciano....

Trasalendo, con stupore.

Sentite?... Le campane!...

Luciano.

Povera Doretta !... L'alba.... per colpa mia.

Le prende le mani con tenerezza.

Doretta

respirando gioiosamente la purità del mattino.

No.... mi piace.... è così bello! Pare di svegliarsi da un sogno.

Dai paesi vicini e lontani lungo il litorale, i richiami delle campane tremano nell'aria bianca e fredda. Doretta scotendosi, quasi con un brivido.

Datemi il mantello....

Luciano raccoglie il mantello che Doretta aveva abbandonato su una sedia, e lentamente glielo posa sulle spalle. Doretta ravvolgendosi tutta nella cappa ampia.

Grazie.... Addio....

Gli tende la mano.

Luciano.

Non volete che v'accompagni?...

Doretta.

No. Voglio andarmene sola.... È il mio destino....

Luciano

esitante, commosso.

Potrò vedervi domani?

Doretta

fissandolo.

Perchè?

Luciano

insistendo, con voce che trema.

Rispondete: potrò vedervi domani?

Doretta

a fior di labbro, con gioia.

Sì.... Sì.... Luciano.... domani.... vi aspetto.

E sparisce, lieve come un'ombra; raggiunge la gradinata, senza più voltarsi.

Luciano

dopo essere rimasto fermo, indeciso, perplesso, corre sul limitare del parapetto, si sporge, guarda lungo la via. D'un tratto trasalisce: Doretta si è voltata, lo ha visto. Egli tende la mano in segno di saluto, lentamente, dolcemente. Fra uno scampanìo festoso nasce il giorno.

Sipario.

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