SCENA PRIMA.

De Vincenti – Cloe – Un Giovine – Valentina – Signori – Signore – Camerieri.

De Vincenti è un bell'uomo sulla cinquantina, assai ben portante, aristocratico, serio, decorativo, ma semplice e senza pose.

Siedono vicino a lui – in primo piano – a destra Cloe, una donnina elegante, originale di tipo e di vesti, magrissima, nervosissima, ossigenata e maquillée; e un giovine imberbe, lucido, biondo, esageratamente blasé.

Valentina, la graziosissima amica di Luciano, alta, sottile, flessuosa, assai simpatica, è appoggiata al parapetto, a sinistra, mezzo nascosta dalle palme, e guarda verso il mare.

Cloe, la testa reclinata un poco sulla spalliera della poltroncina di vimini, una gamba accavallata sull'altra, segue con il movimento del piedino scoperto e con il battere del piccolo ventaglio di madreperla sul tavolo, il ritmo della musichetta, in contrattempo.

Il Giovine.

Cloe: vuoi farmi un piacere?... sta ferma.

Cloe

guardandolo appena e continuando più forte.

Perchè?... Ti urta?...

Il Giovine.

Moltissimo.

Cloe.

Bene.

E continua.

Il Giovine

con un calmo sorriso indulgente.

Sbagli il tempo e romperai il ventaglio.

Cloe

irritata.

Davvero?... Lo credi?...

Batte un colpo più forte sul tavolino. Rompe infatti il ventaglio. Lo getta con disprezzo sul vassoio, si alza di scatto.

Ecco! Sei soddisfatto?

E si allontana senza dar tempo a risposta.

Il Giovine

imperturbabile, a De Vincenti.

Sempre così!

De Vincenti

equivocando gentilmente.

Un ventaglio ogni sera?

Il Giovine.

Oh! no! Ogni sera una scenata. Non tollera osservazioni. Nemmeno le più insignificanti.

De Vincenti.

E perchè gliene fate?

Il Giovine.

Appunto perchè non le tollera.

De Vincenti.

E la cosa vi diverte?

Il Giovine.

Mio Dio.... sì. Che volete? Questi legami sono così invariabilmente noiosi che non mi par vero di approfittare di tutto per ravvivarli. Gli urti improvvisi mi procurano almeno, più tardi, il piacere della riconciliazione, tanto più saporosa quanto più si presenta difficile.

De Vincenti.

Scusate la mia indiscrezione: perchè vi affaticate a complicare così inutilmente la vita?

Il Giovine.

Perchè anche la più piccola emozione rappresenta un diversivo eccitante. Ho trovato un buon soggetto isterico: lo sfrutto.

De Vincenti.

Vi costa molto lo sfruttamento?

Il Giovine

abbozzando un sorriso composto.

L'avete visto: un ventaglio.

De Vincenti.

Meno male: piccola emozione, piccola spesa.

Il Giovine.

Ah! non sono l'uomo dall'emozione in grande, nemmeno qui dove si respira il baccarat!

De Vincenti.

Come? Non giocate?

Il Giovine.

Non ho giocato mai.

De Vincenti.

Strano! Una bella qualità!

Il Giovine.

O un grave difetto?... Non so. Certo, laggiù, c'è della gente che si rovina, e dell'altra che raccoglie con ansia febbrile.... Avete visto quel giovanotto....

De Vincenti

interrompendolo e accennando a Valentina.

Badate! Quella è la sua amica.

Il Giovine.

Lo so. Ed è una donnina deliziosa. Dicevo che quel giovanotto, evidentemente, prova rovinandosi a un tavolo da gioco un'emozione grandissima, che non è fatta per i miei nervi tranquilli.

Cloe

che è riapparsa durante queste parole, si pianta risolutamente davanti al giovine, tendendogli la mano.

Prego! cento franchi.

Il Giovine

la guarda, leva di tasca il danaro, lo porge, imperturbabile.

Ecco.

Cloe

evidentemente contrariata.

Vado a puntarli.

Il Giovine

c. s.

Bene.

Cloe

con crescente esasperazione.

Come? Non mi impedisci di giocare, stasera?

Il Giovine.

No, se ti fa piacere.

Cloe

con voce che trema di collera.

Lo fai per esasperarmi?

Il Giovine.

No, se questo è il tuo desiderio.

Cloe.

Ma non il tuo!

Il Giovine.

Ogni tuo desiderio mi è comune.

Cloe

minacciosa.

Bada che se perdo continuo.

Il Giovine.

Si capisce. Ora ti raggiungerò per non farti rifare la strada nel caso che t'occorra dell'altro denaro!

Cloe.

È deciso?

Il Giovine.

È deciso. Puoi andare.

Cloe

ha un gesto di dispetto, se ne va furiosa.

Il Giovine

dopo aver accesa una sigaretta.

Avete visto? È irritatissima perchè non ho reagito.

De Vincenti.

E se aveste reagito?

Il Giovine.

Avrebbe irritato me, facendo il contrario. Così, ho ottenuto il duplice scopo di esasperarla e di non perdere la mia calma.

De Vincenti.

Mi vado convincendo che la vostra vita dev'essere veramente incantevole!

Il Giovine

alzandosi.

O Dio.... non me ne posso proprio lamentare.

Tendendo la mano a De Vincenti.

Ci vedremo dopo, barone?

De Vincenti

pure alzandosi.

Ci vedremo domani, vorrete dire. È tardi. Vado a dormire. Non so in quale categoria di emozioni voi registriate il buon sonno, ma per me l'emozione del letto morbido quando si ha sonno non è superata che dall'emozione della buona tavola quando si ha fame.

Il Giovine.

Siete perfetto nella vostra normalità.

Gli serra la mano.

E allora, buon sonno.

De Vincenti.

E buona riconciliazione a voi.

Il giovine entra nel vestibolo. De Vincenti s'allontana a destra. Ora il suono dell'orchestra è cessato.

Share on Twitter Share on Facebook