SCENA QUARTA.

Un lungo silenzio. Candiani, per darsi un contegno, accende un «virginia» e misura a larghi passi la stanza, sempre scrutando Luciano, in attesa di un interrogatorio che lo turba.

Luciano.

È molto tempo che m'aspetti?

Candiani

sempre con mal celata preoccupazione.

Dieci minuti.

Luciano.

Credevo di dover tardare di più.... T'avevo lasciato un biglietto....

Candiani.

L'ho avuto.

Un silenzio.

Luciano.

E dunque?

Candiani.

Che cosa?

Luciano.

Aspetto.

Candiani.

Che cosa aspetti?

Luciano.

Che tu mi dica.

Candiani.

Non ho niente da dirti....

Luciano

fissandolo.

O non vuoi dirmi niente?

Candiani.

Perchè non dovrei volere?

Luciano.

Ah! è questo appunto che non so, e che non mi spiego. C'è qualche cosa di irritante nel tuo contegno. E se penso che la colpa è tutta tua, vedi, mi irriti anche di più.

Candiani.

Colpa mia?

Luciano.

Eh! sì, caro. Se tu fossi stato attento, se tu avessi sorvegliato, questo non succedeva. Ma che ci stavi a fare intorno a Valentina?

Candiani

stupito.

Io? Intorno a Valentina?

Luciano.

Sì: tu. E che ci stai a fare intorno a me?

Candiani

c. s.

Io? Intorno a te?

Luciano.

Tu, tu!... Quando ci si attacca a una persona, e a una persona come me, si ha il dovere di camminargli vicino guardando per terra....

Candiani.

Guardando per terra?

Luciano.

Sì: guardando le piccole cose, quelle piccole cose che io non posso curarmi di vedere e nelle quali potrei inciampare....

Candiani

ironico.

Ah! già!... Perchè tu guardi in alto, vero?

Luciano.

No: io non guardo. Io vado avanti!... Era tuo il dovere di dirmi: stai attento che c'è una biscia. L'hai vista tu la biscia?

Candiani.

No. Non l'ho vista.... la biscia.

Luciano.

E mi hai lasciato pungere. Come posso fidarmi di te!... Ma pazienza questo! Commesso l'errore, un altro si sarebbe fatto in quattro per sapere. Ti sei fatto in quattro tu? Hai saputo ancora dirmi chi è che ha offerto mari e monti a Valentina?

Candiani.

Ci pensi ancora?

Luciano.

Si capisce.

Candiani.

E non ti decidi a lasciar andare?

Luciano.

Mi secca di dover lasciar andare.

Candiani.

Perchè ti secca?

Luciano.

Perchè a quello là, vedi, una sciabolata sulla faccia, forse non gliela levava nessuno.

Candiani

portandosi istintivamente la mano alla guancia.

Non so perchè te la prenda tanto a cuore. Se tu fossi innamorato di Valentina, ancora ancora lo capirei, ma in tutta questa faccenda finisci col non preoccuparti più di lei per pensare a lui.

Luciano.

Se fossi innamorato di Valentina?... Ma innamorato non lo sono stato mai.... Mi piaceva.... Mi è sempre piaciuta.... Era un piccolo oggetto decorativo di cui non volevo privarmi. Ma se capita uno a portarti via un oggetto che ti piace e che è tuo, vuoi anche ringraziarlo?

Candiani.

Nel tuo caso, sì: lo ringrazierei. Perchè quel piccolo oggetto che piaceva a te, poteva forse dar dolore a qualche altro.

Luciano

serio.

Te l'ha detto mia moglie?

Candiani.

Non me l'ha detto tua moglie: lo capisco io.

Luciano

rasserenato.

Ah! volevo ben dire.... perchè Doretta sa benissimo valutare che importanza può avere questo.... sì.... – come dire? – questo mio giocattolo. Prova ne sia che non ne ha mai parlato.

Candiani.

Oh! lo credo! Quella donna non so cosa farebbe, piuttosto che portare il più piccolo turbamento nella tua magnifica carriera di egoista.

Luciano.

Sei crudo nelle tue espressioni!

Candiani.

Eh! senti! Una volta o l'altra bisogna pur chiamare le cose col loro giusto nome! Il tuo egoismo non solo ti impedisce di vedere un palmo più in là di quello che interessa te stesso, ma ti conduce anche a trovar naturale quello che qualunque persona assennata troverebbe illogico!

Luciano.

Tutto è logico nella mia vita.

Candiani.

....secondo la logica tua!

Luciano.

Vuoi che io ragioni con la testa di un altro?

Candiani.

Io non voglio niente. Osservo. Tu troveresti logico, per esempio, che tua moglie si compiacesse di vederti far ballare sulle ginocchia una donnetta carina; trovi logico impedire che questa donnetta carina ti sia portata via; trovi logico magari fare uno scandalo di questo episodio, per dimostrare al mondo che sai mettere tutti a posto.... Oh! la conosco la tua logica!

Luciano.

Sei diventato psicologo?

Candiani.

Con te, caro mio, ci vuol poco. È vero che mi hai sempre detto che io non sono all'altezza di capirti, ma t'assicuro che sei un tale libro aperto, e stampato a caratteri così cubitali che anche un analfabeta vi può leggere tutti i capitoli.

Luciano

tranquillamente.

A che capitolo sei?

Candiani.

All'ultimo, spero.

Luciano.

Leggi, analfabeta.

Candiani.

Subito: non vuoi più lasciar andare Valentina.

Luciano.

Sbagli di colpo.

Candiani

con gioia.

Come? Ti sei deciso?

Luciano.

Sì.

Candiani.

Ah! meno male!

Luciano

Ma le metto una condizione.

Candiani

rabbuiandosi.

Quale?

Luciano.

Voglio che parta.

Candiani

contento.

Hai perfettamente ragione: partirà.

Luciano.

Ma voglio che parta sola.

Candiani

smontato.

Che idee!... Che ti importa?... Parta sola o in compagnia, è la stessa cosa.

Luciano.

E già che è la stessa cosa, parta sola.

Candiani

dopo una breve riflessione.

E va bene!... Partirà sola.

Luciano

meravigliato.

Come lo affermi con sicurezza!

Candiani

per prendere tempo.

Io?

Luciano.

Sì: tu. Io chiedo che parta, rispondi partirà. Chiedo che parta sola, rispondi partirà sola.... Sembra che tu sia diventato l'arbitro dei destini di Valentina.

Candiani.

Io no.... Io avrei soltanto cercato di persuaderla a seguire tutti i tuoi desiderii....

Luciano.

Queste sono buone intenzioni di un buon amico.... Ma come fai, attraverso la volontà di una terza persona? E se quel tale di cui non conosciamo la faccia, non volesse rinunciare alla sua bella impresa? Perchè è proprio questa rinuncia che io esigo. Ti confesso che c'è dell'orgo

glio.... No, ecco, orgoglio è un po' troppo.... dirò più modestamente dell'amor proprio in questa esigenza. Ma mi sentirei troppo umiliato permettendo l'assoluto compimento di un idillio fiorito a mia insaputa – a nostra insaputa – sotto il mio, – cioè anche sotto il tuo, – sotto il nostro naso.

Candiani.

Sono cose che succedono a tutti.

Luciano.

Ma che non devono succedere a me.

Candiani.

A te come agli altri, caro mio. Un tempo, quando ero giovine, mi succedeva sempre.

Luciano.

Ma che succedesse a te, era giusto.

Candiani

risentito.

Perchè? Chi sono io?

Luciano.

Non sei me.

Candiani.

Non farei a cambio.

Luciano.

Lo so: perchè faresti troppo goffamente la mia parte. Tu sei un buon uomo. Te l'ho sempre detto. Niente di più. Nei tuoi panni, trovandomi nelle mie circostanze, sarei già tranquillo e rassegnato. Ma nei panni miei, è molto naturale il mio desiderio di poter almeno conoscere l'individuo che ha potuto scalzarmi.... Ah! perbacco! Deve avere delle qualità, delle grandi qualità quest'uomo che intende di sostituirmi! Valentina non è una donna che si lasci facilmente prendere dal primo che capita. È una donnetta che vale.... Io l'avrei buttata via senza pensarci.... Ma se tu sapessi quante cose si butterebbero via se non avessimo paura che gli altri le raccogliessero.

Candiani.

Te stesso! Sempre te stesso! Sempre grand'uomo!

Luciano

tranquillamente.

Lo sono.

Candiani.

No che non lo sei.... Non lo sei più.... Te l'ho detto anche ieri: vai perdendo il tuo fascino.... Vai diventando normale.... E ancora non sapevo quello che ti sarebbe successo: sei stato tradito.... Più normale di così!...

Luciano.

E la tua piccolezza che viene a galla?... Mi credi a terra, al tuo livello, e ti monti la fantasia....

Battendogli sulla spalla.

Povero Candiani!... Per tradir me, ce ne vuole!

Candiani.

Non sembra.

Luciano.

Vuoi scommettere una cosa? Tutta questa storiella di Valentina è una frottola.

Candiani

con presunzione.

Lo credi?

Luciano.

È furba quella donnetta! Ha sentito che il mio entusiasmo languiva e per rialzarne il tono, conoscendomi bene, ha giocato d'astuzia. Non è cattiva la trovata: si fa balenare la possibilità di un nuovo aspirante e il giochetto riesce!... Caro Candiani: non sono e non sarò tradito!

Candiani

provocante.

Ti illudi!

Luciano.

Con che arie lo dici!

Candiani.

Mi metto al livello della tua presunzione.

Luciano.

Ci arrivi?

Candiani.

Ci arrivo benissimo. Valentina non gioca nessun gioco.

Luciano.

Che ne vuoi capire, tu!

Candiani.

Più di quello che tu non creda. Adesso, vedi, sei tu che mi fai ridere. Perchè, se vuoi proprio saperla la verità, ti dirò che un altro non solo c'è, ma lo conosco.

E si ritrae istintivamente, impaurito della sua stessa audacia.

Luciano

stupito, cambiando tono.

Lo conosci?

Candiani

debolmente.

Sì. Lo conosco.

Luciano

con grande fermezza.

Ah ! Bada che non esci di qui senza dirmene il nome!

Candiani.

E quando lo saprai?

Luciano.

Questo non ti riguarda. Adesso parla.

Candiani

sempre più scosso dalla fermezza di Luciano.

Che devo dirti?

Luciano.

Non giocare con la mia pazienza, Candiani. È la verità?

Candiani.

Sì.

Luciano.

Lo conosci veramente?

Candiani.

Sì.... Lo conosco.

Luciano.

Vuoi dirmene il nome?

Candiani.

Sì.

Luciano.

Chi è?

Candiani

con un filo di voce.

Sono io!...

E si lascia cadere, sfibrato di ansia e di paura sul divano verso il quale Luciano, incalzando, lo aveva sospinto.

Luciano.

Tu?...

Il suo stupore e la sua eccitazione cessano di colpo. Fissa Candiani. Ripete ancora:

Sei tu?...

Poi con tono tranquillo e sorridente:

Ma allora non me ne importa niente!... Perchè non dirmelo prima?

Candiani

intontito.

Dirtelo prima?

Luciano.

Ma che tipo!... Mi va a tenere in ansia da ieri!

Candiani

con irritazione.

E la mia ansia, tu, non la consideri?

Luciano

tranquillamente.

Cosa vuoi che m'importi della tua ansia!

Candiani

fuori di sè.

Ah! perdio!... Non ne posso più!

Luciano.

Senti, caro; è inutile che ti arrabbi: non posso mica essere geloso di te!

Candiani

c. s.

Perchè non puoi?

Luciano.

Ma perchè, caro, capisco perfettamente il tuo gesto: è un tratto di bontà squisita.

Candiani

esasperato.

Non è vero!

Luciano.

Ma sì!... È verissimo. Ti conosco. Un tratto di bontà squisita verso Valentina che non resterà più sola, verso di me perchè me la levi d'attorno.... Non insistere dunque perchè ti faccia una scenata di gelosia! Io non posso che ringraziarti.... E adesso mi spiego molte cose....

Candiani.

Cosa ti spieghi?... Cosa?...

Luciano.

La tua delicatezza di ieri, per esempio. Non hai voluto portarle il mio denaro. Hai fatto bene, dal momento che adesso pagherai tu.

Candiani.

Io ti piglierei a schiaffi, guarda!

Luciano.

Perchè? Perchè ti sono riconoscente?... Ma dovresti esserne contento. Anch'io sono contento.... Non so perchè, ma sono contento.... Mi sento più leggero.... più sereno.... Forse mi fa piacere di vederti finalmente intricato in un'avventura.... Tu che le disprezzavi tanto! Mi fa piacere! Cosa vuoi, l'idea di un ignoto vicino a Valentina ti confesso che mi turbava. Mi turbava al punto che, come estremo rimedio, avrei pregato te di portarmela via. Non hai fatto che prevenirmi. Una volta almeno, senza volerlo, l'hai imbroccata.

Candiani.

Ancora volevi sacrificarmi ?... Come hai sacrificato tutti!

Luciano.

Chi?

Candiani

con grande serietà.

Tutti quelli che ti sono intorno: io, Valentina, tua moglie.

Luciano.

Ti prego di non confonderci mia moglie!...

Altro tono.

E non esagerare!... Andartene con Valentina non è poi un gran sacrifìcio. E anche se lo fosse, per un riguardo a me, non dovresti dirlo. Valentina sarà un'amica deliziosa, se riuscirai a non farla riflettere.

Candiani.

Quello che sarà Valentina è l'ultima cosa a cui penso.... Te l'assicuro. Era tanto tempo che volevo fare un viaggio.... Ora che ne ho l'occasione, bagaglio più, bagaglio meno....

Luciano.

Perchè? Avete deciso di partire?

Candiani

turbato.

Non vuoi?

Luciano

sorridendo.

Io?.... Io, oramai, che c'entro? Vi lascio liberi.... Non dirai ancora che penso sempre a me stesso! Soltanto ti chiedo una cosa: Non dirmelo. Non parlarmene più. Non facciamo nè saluti, nè commiati. Inteso?

Altro tono, dopo un breve silenzio.

T'avverto che questa è l'ora in cui lei m'aspettava.

Candiani

timido.

Vuoi che vada?

Luciano.

Ah! Fai come credi! A me lo domandi?

Candiani

dopo una lunga esitazione, tendendogli la mano.

Addio, Luciano....

Luciano

freddamente.

No.... te l'ho detto: niente strette di mano, niente saluti.... Guarda: io mi siedo qua....

Siede voltandogli le spalle.

Tu esci.... Io dopo mi volto.... Sei sparito.... Non so più niente di te.

Candiani

esita un istante, e come Luciano non si volta e non parla, lentamente, in punta di piedi, quasi che volesse sparire senza turbarlo, esce.

Luciano

accende una sigaretta, si adagia meglio sulla poltrona, e con un senso malinconico di isolamento, sussurra:

Cercherò di abituarmi anche alla solitudine....

Altro silenzio.

Solo!

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