SCENA QUINTA.

Doretta

adagio adagio apre la porta di destra, entra, senza essere vista, s'avvicina trepidante a Luciano, il quale sentendo un rumore di passi, esclama:

Luciano.

Come? Sei ancora qui?

Si volta, vede Doretta e alzandosi di colpo, con tono sempre più dolce:

Credevo che fosse Candiani.... Non ti avevo sentita entrare.

Doretta.

E andato via?

Luciano.

Sì.... E per molto tempo credo che non lo vedremo più.... Parte. Anche lui se ne va!... Tutti si allontanano da me....

Doretta.

guardandolo commossa.

Luciano....

Luciano.

Sì, Doretta, anche tu.... anche tu mi sei lontana....

Doretta

c. s.

Io?!

Luciano

con dolce rimprovero.

Perchè ti chiudi sempre in te stessa?... Perchè mi eviti?... Perchè non mi parli mai?

Doretta.

Che posso dirti?

Luciano.

Molte cose.... che mi impedirebbero certo di farne molte altre....

Doretta.

Lo credi?... Non sarebbe peggio?... Mettermi contro di te?... Come potrei?... Con quale forza?...

Luciano.

Fai male, Dori.... Fai male!... Questa tua rassegnazione non è quella che ci vuole per me. Devo dirtelo? Mi intimidisce, mi allontana.... aumenta fra noi una distanza, stabilisce una freddezza che può farmi apparire cattivo e crudele.

Doretta.

subito.

No. Non lo sei stato mai, cattivo e crudele. Sei sempre stato un ragazzo. Non hai mai saputo esattamente quello che facevi. Ma ai ragazzi si perdona ogni cattiveria appunto perchè non sanno....

Luciano

a voce bassa.

Ora tutto è finito.... Lo sai?...

Doretta.

Ma quante altre dovrò perdonartene, Luciano!...

Luciano

con piccolo gesto di ribellione.

Ecco, vedi! Non lo devi dire!

Doretta.

So, purtroppo, che sarà così. Domani vedrò ancora la tua tranquillità in pericolo.... Ancora ti brucerai le ali.... Nè io posso pretendere....

Luciano

subito.

Sì, che puoi pretendere!... Voglio che tu pretenda!... Sono stanco di protezione!... Non sono un bambino!

Doretta.

Lo sei. È così che io ti considero. Niente altro che così: un mio figliolo viziato, abituato a cogliere tutto quanto di appariscente, di luccicante, di effimero la vita può offrire. È una necessità per te! Lo capisco, lo so. Hai sempre sentito il bisogno di camminare facendoti largo con l'esuberanza dei tuoi vent'anni eterni.... Ma effettivamente che cosa hai trovato che ti potesse fermare?

Luciano

sussurra tristemente:

Niente.

Doretta.

Come sono contenta che tu lo riconosca! Questo, vedi, mi fa sperare. Molto sperare. Quella mattina che ti ho visto la prima volta toccato dalla commozione, ho sentito in te il germe di un mutamento che verrà compiendosi: ne sono certa. Fino da allora ti allontanavi un poco dalla folla, dal fragore, per avviarti verso la solitudine di un sentimento.... Ma non posso convincermi che tu sia già arrivato....È troppo lunga la strada.... Molto è ottenuto; lo so. Lo sento. Ma per ottenere di più bisognerebbe che io fossi giovine, che io fossi bella....

Con dolce rassegnazione.

La bellezza non si acquista, la gioventù non ritorna, e allora, per averti tutto, non mi resta che aspettare che passi la giovinezza tua.

Luciano

ha piegata la testa, commosso, senza parlare.

Doretta.

Che hai?... Perchè chini la testa?... Ti faccio la morale, vero?... Hai ragione.... Smetto subito. Non voglio diventarti noiosa.

Luciano.

No, non tacere!... Non tacer più!

Doretta.

Che cosa vuoi che ti dica?...

Lo guarda un momento, con tenerezza.

Vuoi che ti dica un mio sogno?... Un mio curioso sogno?... Ho sognato che eri vecchio....

Sorridendo con grazia.

Avevi una gran barba grigia, molto autorevole.... Ti stava bene, sai!... Eri proprio un bel vecchio.... Eravamo laggiù, nella villa di Valfonda, seduti in due grandi poltrone, davanti a una bella fiamma.... Si parlava del passato.... Si rievocavano persone, episodi lontani, tranquillamente, come se non fossero più cose nostre, sorridendo di quello che ci aveva fatto soffrire.... Io dicevo: ti ricordi?... Tu dicevi: ti ricordi?...

Un breve silenzio.

Luciano.

E poi?

Doretta.

Basta. È finito.... Eravamo felici. – Eravamo felici come possono esserlo soltanto due vecchi che si vogliono bene e non hanno più nulla da temere l'uno per l'altro.... La tua esuberanza, la tua irrequietezza, la tua ansia, s'erano ormai placate nell'affetto.... l'unico sentimento che è veramente profondo, e che per questo rimane.

Altro silenzio.

Pensa, Luciano: tu.... eri vecchio come me.

Luciano.

Ma no, Doretta!... No!... Perchè mi dici sempre così? Fino da quando ci siamo incontrati hai insistito in una curiosa e ingiusta rinuncia. Si direbbe che i riflessi dei tuoi capelli hanno data una falsa luce al tuo spirito! Ti sei ostinata ad essere vecchia! Te ne sei compiaciuta! Lo hai voluto! Hai sentito il fascino di un tramonto che non esisteva, ed hai finito per convincerne non solo te, ma anche me stesso! Ecco il tuo errore!... Hai amata la vecchiaia come un'aspirazione di tutta la tua vita, ed hai rinnegata quella fresca grazia che è in te....

Doretta

con smarrimento.

Oh! fosse vero!... Ma non potevo rinnegare quello che non ho!... Vorrei, vorrei!... Se tu sapessi come! Se tu sapessi quanto!... Non per me, per te, Luciano, perchè quand'anche ti avessi dato tutto, rimpiangerei di non aver più niente da darti!...

Luciano.

Ecco, vedi!... Ancora insisti!... Ancora ti nascondi.... Ma adesso, basta!... Adesso, ti vedo!... Non voglio, capisci?... Non voglio più!...

Avvicinandosi a lei che sempre più si smarrisce, quanto più Luciano verrà dominandola.

È così!... È così!... Hai qualche capello grigio, ma che vuol dire?... Ne son passati tanti nella mia vita dei capelli d'ogni colore, senza lasciare una traccia, che guardo adesso questa tua ciocca bianca con infinita tenerezza. Mi pare che essa sia il simbolo della tua schietta onestà! Pare dirmi: ecco, sono io, come sono!... E m'acquista un valore così puro di poesia, come tu non puoi credere!... Ci vedo tante cose.... ma una sopra tutte, che ti porta in alto, tanto in alto, distante da ogni altra!... Adesso non hai più ragione di averne paura, se è soltanto questa paura che ti ha tenuta lontana da me.

Doretta.

Lontana da te, io?... Ma non vedi come sono smarrita? Non senti che non mi appartengo più?... Mi si affollano tutti gli avvenimenti che si concludono nelle tue parole.... E l'improvviso avverarsi di un incredibile sogno.... Non oso ancora di credere.... Sono la cosa tua.... non ho vita.... non ho pensieri.... tranne uno, uno solo: vorrei riunire in me le attrattive di tutte le donne per poterti piacere....

Luciano.

Ne hai tante, Doretta!... Il tuo viso è così luminoso, il tuo occhio così vivo, la tua bocca così fresca.... e le tue mani....

prendendole fra le sue

le tue piccole, care mani....

Doretta.

presa dalla vertigine del contatto.

Non illudermi, Luciano!... Non illudermi!...

Luciano.

Non ti illudo!... È la verità!... Che vuol dire qualche anno di più?... Che vuol dire?... E poi, credi che sia su di te che hanno lasciato traccia gli anni?... No. È su di me....

Doretta.

con crescente smarrimento.

Non illudermi....

Luciano.

Sì: è su di me.... Pare che io sia giovine.... ma non è vero.... Guardami bene.... Sono stanco.... Non sono più quello che tu hai incontrato.... Ho molto vissuto, sai! Ho vissuto troppo intensamente. Se tu sapessi come invecchia vivere così!... Sento vicino il mio crollo!... Non credi?... Vedrai!... Io sono di quelli che invecchiano da un momento all'altro, perchè gli anni, per me, sono passati due alla volta.

Doretta.

rovesciando un poco la testa e ridendo di un riso nervoso.

....Come sei sempre bambino!

Luciano.

No.... Non dirmi bambino!...

Doretta.

Come vuoi che ti chiami?

Luciano.

Dimmi Luciano.... così.... a fior di labbro.... chiudendo un poco gli occhi.... Ecco.... chiudi gli occhi.... Adesso, anch'io li chiudo.... Zitta....

Doretta.

c. s.

Che vuoi fare?

Luciano.

Zitta.... Noi due soli.... Chiudi gli occhi.... Così....

Le accarezza lievemente le palpebre. Dorella s'irrigidisce in uno spasimo dolcissimo. La stanza è ora nell'ombra.

Luciano

sfiorando con le sue mani il pallido viso di Doretta, continua.

....Così.... Adesso devi ripetere: «Voglio essere giovine».

Doretta.

ripetendo con voce spenta.

Voglio essere giovine....

Luciano.

« ....Luciano è più vecchio di me.... ».

Doretta

con un singhiozzo.

Luciano è più vecchio di me....

Luciano.

«....E mi vuole tanto bene....».

Doretta.

aggrappandosi a lui.

....Tanto bene....

Luciano

continuando, solo.

....perchè sono una creatura di bontà.... una dolce, cara, squisita creatura.... Tanto dolce.... tanto cara.... tanto.... tanto.... tanto....

E durante queste parole soffiate dalla commozione, Luciano si è inginocchiato ai piedi di Doretta che si piega lentamente fra le braccia di lui, sfinita, ma tutta vibrante di amore e di desiderio. – Le loro labbra si uniscono. – Al contatto l'anima di Doretta si scioglie in un pianto gioioso, sommesso e dolcissimo, mentre essa mormora perdutamente:

Doretta.

...Mio.... mio.... mio!...

Sipario.

FINE.

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