Tomaso – Ippolito – Remigioe Antonietta
(Ippolito, Tomaso e Remigio, sono seduti presso il tavolo. Antonietta sta servendo la prima colazione).
Remigio — (fermando il braccio di Antonietta che versa) Alto là!... Sai che non prendo latte.
Antonietta — Ha ragione, scusi.
Remigio — Dammi il burro.
Tomaso — E versa a me anche la sua parte. Io ne prendo molto.
Antonietta — (eseguendo) Ecco. Hanno sentito che temporale stanotte? (i tre si guardano senza rispondere) Pareva che rinfrescasse ma invece minaccia di far più caldo di ieri. Non è vero? (nuovo silenzio) Trentadue gradi all’ombra, ieri!... (terzo silenzio) Trentadue gradi!
Ippolito — Abbiamo capito. Trentadue gradi. Mi fa tanto piacere.
Antonietta — Hanno avuto zanzare?
Ippolito — Sì. Molte zanzare. Sei contenta?
Remigio — Vuoi vedere le punture?
Antonietta — Strano! Ero salita apposta a chiudere le imposte per tempo, iersera...
Ippolito — Molto grati. Hai versato a tutti?
Antonietta — Sissignore.
Ippolito — Manca niente?
Antonietta — Nossignore.
Ippolito — Brava. Sei una perla. Lasciaci in pace.
Antonietta — Come? Gli altri giorni sono loro che mi trattengono.
Ippolito — E oggi no. Non è bello suscitare più oltre le gelosie di Vladimiro. Ti diamo riposo. Ringrazia e saluta.
Antonietta — Oh! non dubiti! (allontanandosi) Che maniere! Che gente! Vladimiro ha ragione: veri parassiti! (esce)