SCENA IX.

Alberto, Elena,i precedenti, poi un Servo

Elena — (entra da sinistra salutando l’uno dopo l’altro festosamente gli amici, disposti in quest’ordine) Ippolito, Tomaso, Remigio, Cavaliere... (ad Alberto che entra da destra) Guarda!

Alberto — (stesso gioco) Cavaliere, Remigio, Tomaso, Ippolito...

Elena — Ma siete stati cattivi! Meritereste...

Alberto — Che vi mettessimo alla porta!

Ippolito — Ahimè! La servitù ci ha traditi! È mancato il colpo di scena!

Elena — Credete?... Sono commossa!

Ippolito — Un momento! Prima di una doverosa commozione, poche, ma sentite parole. (assumendo un atteggiamento di comica superiorità) Signori e Signore! Memori dell’antico affronto che non dimenticheremo giammai vi abbiamo per sei lunghi mesi cordialmente odiati. – Pur indovinando quale profondo e incancellabile rimpianto, quale vuoto desolante avesse lasciato il nostro abbandono – monumento di dignità e di fierezza – mai un istante di smarrimento ci vinse. Malgrado il tempo pessimo – e lo dichiaro con orgoglio – non avreste forse più goduta la inenarrabile gioja della nostra presenza, se improvvisamente due desolate, tenere e umilianti lettere vostre...

Alberto — (interrompendolo) Scusa, come hai fatto a riceverle?

Ippolito — (turbato) Come ho fatto? Questo non ti riguarda. Basta sappiate che siamo qua solo perchè mi sono arrivate.

Alberto — Se le abbiamo spedite stasera!

Ippolito — E con questo? Che cosa provi?

Alberto — Provo semplicemente che siete giunti prima di riceverle. Ci tengo a stabilirlo.

Ippolito — Ah! Sì?... E allora io stabilirò un altro fatto inconfutabile: che le avete scritte prima che noi arrivassimo! Ti sfido a smentirmi.

Un Servo — (apre le cortine della sala da pranzo)

Tomaso — (voltandosi) Oh! Ecco quello che tronca ogni discussione!

Ippolito — (ad Alberto ed Elena) Siete sempre fortunati (si avviano tutti).

Alberto — (ad Elena, in disparte) Nuccia!... Che gioja! Che gioja! (baciandola intensamente) To’! te lo meriti!

Elena — (con un brivido) Ah!... Quanto tempo che non mi baciavi così!

(Gli amici, due a due, fanno ala alla porta della sala, e quando Elena e Alberto s’avvicinano, Ippolito comanda un «attenti».... Poi, con profondissimo e comico inchino, salutano l’Amore che passa e va a pranzo).

FINE

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