SCENA I.

CarmineAdelina

(Carmine e Adelina siedono vicine presso il pianoforte. S’odono, mentre si alza il sipario, gli ultimi accordi in minore. – Poi, Carmine, nervosamente, si alza e domanda:)

Carmine — Dimmi sinceramente: ho fatto bene o ho fatto male?

Adelina — Ecco: vorrei smorzata ancora di più la cadenza.

Carmine — Ma no! Non ti chiedevo se ho suonato male: questo lo so! Ti chiedevo se ho fatto male a rispondere a Roberto.

Adelina — Cara, è difficile dire.... Bisognerebbe che sapessi esattamente che cosa Roberto ti ha scritto.

Carmine — Due righe: «posso passare da te domattina? Ho bisogno di parlarti».

Adelina — E tu?

Carmine — Ah! io una riga sola: «Se non è per fare scenate, passa pure». — Ma ad ogni buon conto, anche per evitare che altri vedano o sappiano, ho fatto in modo che stamane papà trascinasse il signor Paolo verso non so quale fattoria.

Adelina — Hai fatto benissimo. E per il resto, vedrai, Carmine, che con un po’ di buona volontà le cose si chiariscono subito.

Carmine — Bisognerebbe che questa buona volontà ci fosse!

Adelina — Dal momento che è lui che chiede di parlarti...

Carmine — Ah! lo so! Da parte sua, so bene che non desidera di meglio! E deve aver ben capito che con me non si scherza! Son passati due giorni da quel pomeriggio famoso e ti assicuro che se non si faceva vivo lui, ne potevano passar venti... duecento... duemila, che per me era lo stesso!

Adelina — (dolcemente) Ma no, Carmine...

Carmine — Ah! te lo garantisco! E poi, cara mia, ormai quello ch’è fatto è fatto! Se l’è voluta? tanto peggio per lui! E se lo ricevo è proprio per dirglielo! E ci resterà male! Oh! se ci resterà male!

Adelina — Perchè ti agiti così?

Carmine — (concitatamente) Io mi agito? Sono calmissima! calmissima! Trovo soltanto inutile doverlo rivedere... dover tornare a discutere! Era l’altro ieri che doveva ascoltarmi! non aggredirmi con quella violenza! Se n’è andato! Peggio per lui! Continuare a esser fiero doveva! Si stava così bene! Fiero lui, fiera io...

Adelina — (sùbito, con un sorriso) E al primo incontro un bell’abbraccio e pace fatta!

Carmine — (vivamente) Ah! no!

Adelina — Ma via, Carmine... Credi che si possano distruggere così tre anni di fidanzamento e di amore?

Carmine — Quattro!

Adelina — Ragione di più!

Carmine — Perchè tu non sai!

Adelina — No, Carmine: perchè so!

Carmine — (colpita) Che cosa?

Adelina — Tutto.

Carmine — (con ansia) E da chi?

Adelina — Non fosse altro, da questa tua interrogazione... da questo tuo turbamento.

Carmine — Io non sono turbata.

Adelina — E perchè, allora, non vorresti riceverlo?

Carmine — Ti ho detto che lo ricevo!

Adelina — Ma questo ti preoccupa.

Carmine — Perchè temo le sue violenze!

Adelina — O perchè temi le sue ragioni?

Carmine — Tu dunque hai parlato con Roberto?

Adelina — No, Carmine: ho soltanto letto nell’anima tua!

Carmine — Hai letto male.

Adelina — E continuo a leggervi, (e attirandola a sè, con commossa semplicità) Oh! Lo so bene: tu puoi dirmi taci. Puoi togliermi il diritto di parlare... Io sono niente... lo so.... Ma posso essere tutto, perchè ti voglio bene. Non sono un’intrusa, o una curiosa che voglia carpirti un segreto. Tu mi hai visto tremare di paura, quel giorno. Ed hai risposto alla mia paura con un’affermazione così violenta, che mi ha convinto anche di più che cercavi di difenderti...

Carmine — Non c’era niente da difendere, allora!

Adelina — Il che vuol dire che – adesso – da difendere c’è!

Carmine — (febbrilmente) Ebbene... sì... è vero... Da pochi giorni non sono più io... non sono più io... E per quanto mi sforzi di dominarmi... di nascondere... non ne ho più la forza... non ne ho più la volontà.... In certi momenti... vedi... mi pare che la mia anima si sia improvvisamente trasformata... Mi pare d’aver raggiunto il culmine della felicità.... E vorrei gridare questa mia gioja... Vorrei gridarla, capisci?... non fosse altro che per uscire dal dubbio, dall’incertezza, dal sogno... Vorrei che qualche cosa di violento, magari, di crudele, mi scuotesse tutta, per dirmi se è vero, o se non è che un’illusione!... Ma non ne ho il coraggio... non ne ho il coraggio... E allora preferisco abbandonarmi... lasciarmi andare... ad occhi chiusi... così!

Adelina — (con pacata serenità) E tu credi, Carmine, che nella vita si possa sempre sognare?...

Carmine — Io non credo più niente... ma non posso più vivere così!

Adelina — Perchè senti che tutto questo è fuori della tua realtà...

Carmine — (debolmente) Non dirmi...

Adelina — Sì... se quello che ti dico può farti del bene... Qualche cosa di te s’è offuscato, Carmine. Ma quello che tu credi una luce, non è forse un’ombra che ha velato per un momento, solo per un momento, il tuo spirito e la tua ragione?

Carmine — (c. s.) Non lo so...

Adelina — Sì... perchè me l’hai detto tu stessa. È un sogno... m’hai detto. Ma quando l’illusione ti passa vicino, non bisogna chiudere gli occhi... Ma aprirli ben bene per non lasciarci travolgere... per riafferrare quel qualchecosa di noi che ci sentiamo portare via.

Carmine — Oh! tu! come puoi sapere...

Adelina — (semplice, commossa) Come una mamma che ti ha seguito trepidando, e che, ora, con coraggio, ti parla... Eppure tu sai che io non ho mai avuto coraggio... Che la vita mi ha sempre fatto terribilmente paura... Che sono rassegnata al mio angolo quieto... Ma, qualchevolta, guardando lontano, vedo... vedo, Carmine.... E quello che mi pareva un rimpianto, sento che è, invece, una grande serenità... Piccola, se vuoi, semplice, timida... Ma così chiara che, guardando l’affannosa aspirazione degli altri, mi convinco che solo chi s’accontenta può trovare in sè la sua pace.

Carmine — Oh! tu puoi... perchè hai rinunciato!

Adelina — E non vuoi potere tu, che non devi rinunciare?...

Carmine — Sarebbe così triste!

Adelina — No. La rinuncia è triste quando intorno a noi non troviamo più niente che ci scaldi... Ma quando – come te – si ha vicino l’amore, si ha la cosa più glande.... per piccola che – ora – ti possa sembrare....

(Sulla porta appare Adriana Clarson. Non più giovanissima ma fisicamente e originalmente elegante nel suo costume da automobile; s’arresta per un momento sulla soglia, indecisa).

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