SCENA IV.

RobertoCarmine

Roberto — (col solito tono sospettoso) Chi è?

Carmine — (seccamente) Non te l’ho presentata?

Roberto — Non basta per sapere!

Carmine — (aspra) Se credi che io ne sappia di più...

Roberto — (che ha capito d’aver sbagliato strada, riprendendosi e compassionandosi, comicamente) Sono cinque notti che non dormo!

Carmine — Ne ho tanto piacere!

Roberto — Cinque giorni che non mangio!

Carmine — Ti sta molto bene!

Roberto — Tu hai dormito?

Carmine — Come un tasso!

Roberto — Hai mangiato?

Carmine — Sì: tanta rabbia!

Roberto — Meno male! C’è un Dio di giustizia.

Carmine — Ah! senti: non parlarmi di giustizia, perchè mi trovi in un brutto quarto d’ora.

Roberto — I tuoi quarti d’ora, da un mese, sono tutti pessimi!

Carmine — Bella scoperta! Perchè da un mese, qua dentro, la giustizia non esiste più!

Roberto — Non esiste più l’equilibrio.

Carmine — Puoi dirlo.

Roberto — Tutti squilibrati!

Carmine — A cominciare da te!

Roberto — Ah! io te lo ammetto! Sono sincero: non mi escludo! Avrò esagerato... ma più esagerati di voi, scusa, è difficile essere! E se mi sono ridotto a sbroccare, bisogna proprio che ci sia stato tirato per i capelli!

Carmine — Ma se non cercavi che questo! Non cercavi che questo!

Roberto — Io?!

Carmine — Tu. – E lasciami parlare, perchè stavolta tocca a me! Succeda, dopo, quel che ha da succedere, non me ne importa! Ma se non ti apro l’anima, se non ti apro l’anima mia... credimi... crepo!

Roberto — E anche adesso esageri!

Carmine — Io esagero?! E tu?.. Se hai cominciato prima che arrivasse!

Roberto — Me l’hai già detto!

Carmine — Non interrompermi! Te la sei presa per il cuoco! Ti avvelenava? No. Per la livrea di Domenico! Per l’entusiasmo di mio padre! Pretendevi che piangesse perchè l’altro arrivava? Non credo. E allora?

Roberto — Non era questo, lo sai bene!

Carmine — Sì. Da principio era questo. Poi, è venuto dell’altro. Ti sei messo in testa che anch’io partecipassi alla carnevalata! Ti sei atterrito, perchè avevi paura che il grand’uomo ti offuscasse! Ma caro mio, se invece di giudicare così, alla superficie – come facevi tu – avessi saputo penetrar fino in fondo – come ho fatto io – lo vedevi dove andava a finire il «grand’uomo». Lo vedevi! (e travolta dalle sue stesse parole e dalla sua stessa intima reazione) Povero grand’uomo, così uguale al più misero mortale! Con la sua bella vita scintillante di dorature all’esterno, ma con tutto il fardello della sua schiavitù sul groppone!... Ma tu no!... Tu no! Ci vedevi il rivale, tu! Per me!... Ma figurati se io potrei essere la donna per lui! Ci vuol altro! La vestale, ci vuole!

Roberto — Carmine!...

Carmine — L’alimentatrice del fuoco sacro, ci vuole!

Roberto — Chi è?

Carmine — Eccolo col «chi è?» Col tuo solito tono sospettoso! Avevi paura che mi rapisse anche lei? No, caro, chetati. Io resto. È lui che si farà rapire, a cento chilometri all’ora! dieci ore di volante... e via! nell’infinita libertà dello spazio... con dieci anni di catena ai piedi, povero grand’uomo!... (e come Roberto l’ascolta sempre più sbalordito) Hai capito, adesso? Sei contento? No? C’è qualcosa che ancòra vuoi sapere?

Roberto — (quasi senza voce) Carmine...

Carmine — Non aver paura! Interroga! Andiamo fino in fondo! Grattiamolo, il grand’uomo! Vedrai che cosa ci resta!

Roberto — (c. s.) Carmine!...

Carmine — Vuoi sapere perchè è venuto qui? Sì: è una delle cose che non riuscivi a capire! Poichè ci siamo, ti spiegherò anche questo! Per ispirarsi, è venuto! Sicuro! Eh! la grande villa.... la fattoria addormentata... no: la fattoria sveglia, e la città laggiù in fondo che dorme... Buona notte! E la casa! e la casa con tutti i suoi fascini e con tutti i suoi difetti! Ah! quelli... i difetti, dovevamo offrirgli! Ecco il nostro sbaglio!... Il cuoco? licenziarlo! La livrea di Domenico? bruciarla! Sì... in questo avevi ragione! Ti do pienamente ragione! E l’entusiasmo di mio padre, anche... hai ragione, soffocarlo!.... o tutt’al più proprio per dargli l’ultima soddisfazione, quando se ne sarà andato, se la nostra casa e la nostra ospitalità gli avranno ispirato davvero il capolavoro, una bella domenica inviteremo i Marchini, la Concetta, i figliuoli, il Rocchi, e magari il sindaco, e mureremo sulla facciata una lapide, a imperituro ricordo!

Roberto — (rasserenato, con slancio) Vuoi un bacio?

Carmine — No.

Roberto — Perchè?

Carmine — Perchè quando non si capiscono certe cose, bisogna sopportarne le conseguenze.

Roberto — In castigo?

Carmine — In castigo!

Roberto — Fino a quando?

Carmine — Fino a quando mi piacerà.

Roberto — Stabilisci.

Carmine — No.

Roberto — Tutti i condannati conoscono il limite della loro pena.

Carmine — Io voglio aggravarti la condanna abolendo il limite.

Roberto — Se lo abolisci, me lo dai sùbito.

Carmine — No. Adesso, tu, te ne vai... Lascia tempo al tempo... Non pretendere che sùbito passi... Bisogna che mi senta... che mi senta serena completamente. Adesso, va’!

Roberto — Non m’inviti nemmeno a colazione? Sono cinque giorni che non mangio!

Carmine — (sforzandosi a non ridere) Come sei sciocco!

Roberto — Come sei cara! (e la bacia di sorpresa, con impeto)

Paolo — (apparendo sulla porta di fondo) Bene!

Roberto — (voltandosi, soddisfattissimo) Ha visto?

Paolo — Come avevo ragione! Piccole nubi che passano: serenità che torna a risplendere. Ora posso partire contento.

Roberto — (con gioia schietta) Lei parte?

Carmine — (vivamente) Roberto!

Roberto — (subito, con falso rammarico) Lei parte?

Carmine — Se non te ne vai, non ti invito più a colazione.

Roberto — La minaccia è troppo grave! Scappo! (ed esce rapido)

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