Finchè, al principio di settembre, un ombrello intervenne a risolvere tutte le questioni.
Era stata una giornata calda come d'agosto; non un fiato d'aria nemmeno all'approssimare del tramonto; non una nuvoletta in quella chiarità biancastra.
E Boldrighi apparve all'amico, che l'aveva preceduto ai Giardini, recando un ombrellone nero invece del bastone dal manico di corno.
— Nevica! — gli urlò contro, dal sedile, Ceccuti, e rise.
L'altro sedè soffiando.
— Prima di notte, pioverà.
— Chi ve l'ha detto?
— I miei piedi.
— Oh! guarda dove voi tenete la scienza!
— Più sicura della vostra, che l'avete in testa.
— Io so che il barometro è alto.
— E io so che il barometro sbaglia.
Si capisce dall'esordio come il colloquio procedesse quella sera; ad argomento scientifico, con urti e cozzi di opinioni intorno all'influenza atmosferica sui calli, i budelli, i nervi ecc., intorno alla pressione e alla densità, dell'aria ecc.; intorno al gracidar delle rane e al pizzicar delle mosche ecc.
In cognizioni di tal sorta Ceccuti superava e discorreva con più lena; ma, pur interrompendo di quando in quando, Boldrighi se la spassava a considerar il cielo verso sud-ovest. A un tratto indicò là e disse:
— Vedete?
Si offuscava la montagna sotto un cielo divenuto plumbeo.
— Calura; nient'altro che calura! — l'amico oppose.
— Non sentite? Lassù tuona! — insistè Boldrighi.
Ebbene, non ci poteva essere elettricità nell'aria anche senza vapore acqueo?
Ah i segreti della natura! ah i misteri della fisica! Tuonare anche a ciel sereno, o quasi!
Boldrighi lasciava dire. Aspettava con un sorrisetto ironico sotto i baffi; poichè vedeva grosse nuvole avanzare in fretta, aderendo; sempre più nere nel mezzo e livide ai lembi. E il tuono rombò forte ad ammonire Ceccuti che smettesse di far lezione.
Ceccuti tacque. Poi, per non confessarsi vinto riattaccò. Disse, acido:
— Voi non siete di buona razza; portate l'ombrello e andate in tram. I Romani conquistarono il mondo a piedi, e ombrelli non se ne sognavan nemmeno. Quando pioveva, e si bagnavano, facevano come faccio io: andavano a casa ad asciugarsi, bevevano un bicchiere di vino, e a letto a sudare! Capite?
— Voi fate proprio così? — Ora Boldrighi, nell'ironia della dimanda, nascose il suo pensiero. Aveva deliberato di cedere l'ombrello a lui, credendo gli spiacesse rinunciare, per il temporale, alla passeggiata igienica; ma giacchè l'amico non aveva paura di bagnarsi, anzi ci avrebbe gusto a far il Romano, l'ombrello, egli, lo terrebbe per sè. E avendo l'ombrello egli non aveva bisogno di scappare come quelli che da ogni parte dei Giardini trottavano a rifugiarsi in città.
I goccioloni cominciavano a mordere la polvere; eppure nessuno dei due voleva esser primo ad alzarsi in piedi. Finchè una saetta guizzò, scoppiò poco lontano. Allora scattarono, si avviarono.
Alla barriera Ceccuti ristette a guardar in alto.
— Non piove più; spruzzola, dicono i toscani.
Dunque: — buona notte! — E s'incamminò impavido per la sua strada, a passo da bersagliere.
Ma Boldrighi ebbe un senso di rimorso e attese.
Pochi istanti dopo si aprì la cateratta; l'acqua precipitò con furia.
— Ceccuti! Aspettate, Ceccuti! — Boldrighi si diè a gridargli dietro, e si mise a inseguirlo con l'impeto di una smania riparatrice.
Correva, il vecchietto, stupito lui stesso di aver le gambe ancora così svelte.
— Fermatevi! Aspettate, Ceccuti! L'ombrello servirà a tutti e due!
Ma l'altro tirava innanzi senza badargli.
Pensava: — Si stancherà, tornerà indietro; e io mi riparerò sotto la Porta Castiglione.
Se non che d'improvviso ebbe un dubbio; un senso di rimorso anche lui. E si voltò.
— Siete matto a correre così, voi? Suderete! vi prenderete un malanno! — urlava.
La compassione lo inchiodava, il buon Ceccuti, ad aspettar sotto lo squasso.
E nell'atto che Boldrighi, il quale non ne poteva più, porgeva l'ombrello all'amico, una raffica rovesciò l'arnese, e nel frangente rimasero a inzupparsi, stretti insieme, come pulcini.
Quasi non bastasse, il tram su cui pure il camminatore impavido si era rassegnato a salire, tardò parecchi minuti, che parvero secoli, e sotto la Porta Castiglione spirava un vento freddo e violento.
Poveri vecchi! Si sentirono gelar il sudore addosso.
***
... Nè la polmonite, che si buscaron tutti e due, doveva lasciar tempo all'uno di cantare una