Scena seconda

Nerone.

- E con te pur la tua virtú mentita,

altero Stoico, abbatterò. Punirti

seppi finor coi doni: al dí, ch'io t'abbia

dispregievole reso a ogni uom piú vile,

serbo a te poi la scure. - Or, qual fia questa

mia sovrana assoluta immensa possa,

cui si attraversan d'ogni parte inciampi?

Ottavia abborro; oltre ogni dir Poppea

amo; e mentir l'odio e l'amore io deggio?

Ciò che al piú vil de' servi miei non vieta

forza di legge, il susurrar del volgo

fia che s'attenti oggi a Neron vietarlo?

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