Almachilde, Romilda, Ildovaldo, Soldati.
Almac. | T'arresta. |
Romil. | Oh ciel! |
Ildov. | Chi mi ti mena innante? |
Romil. | Cinto d'armati!... |
Almac. |
Ove i tuoi passi volgi? T'arresta. Assai dirti degg'io. Non vengo ad usarti forza, ancor ch'io 'l possa, a oppormi vengo alla forza tua. Tu di soppiatto in armi aduni i tuoi piú fidi in campo: dimmi; perché? Forse in un giorno istesso scudo al tuo prence e traditor vuoi farti? |
Ildov. |
Ch'io ti fui scudo, il taci; altra non feci macchia al mio onor; nol rimembrar: se nulla lavarla può, certo il puoi tu, col darmi la mercé, che mi dai. |
Romil. |
Perfido, ardisci venirne in armi al mio cospetto, e fingi pur moderata voglia? |
Almac. |
Io, no, non fingo. Poiché co' detti invan, forza è coll'opre ch'io ti provi il mio amore. |
Ildov. | Iniquo... |
Romil. |
Ed osi ancora?.. |
Almac. |
Ove il vogliate, udir farovvi accenti non di re: ma, se il negaste, mi udreste, a forza. Alla fatal mia fiamma piú non è tempo or di por modo: invano io 'l volli; invan voi lo sperate. Ascosi mezzi adoprar per acquistarti, io sdegno; ma, ch'altri t'abbia per ascosi mezzi, nol soffrirò giammai. Tu di rapirla tenti; di te degno non parmi; imprendi strada miglior; presto son io, tel giuro, a non mi far di mia possanza schermo. |
Ildov. |
E se non fai del mal rapito scettro al mio furor tu schermo, or di che il fai? Di nobil cor qual menzognera pompa osi tu far, quí d'ogni intorno cinto di satelliti infami? |
Almac. |
Al fianco io tengo costoro, è ver, se tu mio egual per ora farti non vuoi. - Di re corteggio è questo; ma questo è brando di guerrier; sol meco resta il brando; costor spariscon tutti a un mio cenno, se l'osi. Or via: la prova te n'offro; il piú valente abbia Romilda. |
Ildov. | Muori tu dunque or di mia mano... |
Romil. |
I brandi!... Che fate?... Oh ciel!... Cessa, Ildovaldo; or merta di venir teco al paragon costui? |
Ildov. |
Ben parli. A che voll'io, caldo di sdegno, abbassar me? |
Romil. |
Non che il suo brando, il guardo puoi sostener, tu d'Ildovaldo? e s'anco sorte iniqua pur desse a te la palma, creder puoi tu, ch'io sarei tua? Non sai, ch'io piú assai di me stessa amo Ildovaldo, e che ti abborro piú ancor che non l'amo? |
Ildov. |
Averla or debbe il piú valente in arme, o in tradimenti? Parla. |
Almac. |
E che? mentr'io mio egual ti fo; mentre a combatter teco quanto per me tor ti potrei, son presto; risponder osi ingiuriosi detti a generoso invito? - A me tu pari esser non vuoi? dunque nol sei: dunque oggi, come il maggior suole il minore, io debbo tua baldanza punir. Da pria per dritta, per ogni strada io poscia al fin prefisso venir, se a ciò mi sforzi, in cor m'ho fitto: a niun patto Romilda a te non cedo. Io primiero l'amai: l'oltraggio fatto con la mia destra a lei, può sol mia destra anco emendarlo: io vendicarla; d'ogni suo prisco dritto, d'ogni ben perduto io ristorarla, io 'l posso; e tu nol puoi, né il può persona. |
Romil. |
È ver; tu aggiunger puoi, a perfidia perfidia, e il puoi tu solo. Va, traditor: non fossi altro che ingrato alla tua donna tu, troppo anco fora per farti a me esecrabile. Non curo morte: che parlo? ad Alarico andarne vittima certa io vorrei pria; quí schiava al rio livor della crudel madrigna in preda sempre anzi starei, che averti né difensor mio pure. |
Ildov. |
Ed io vo' dirti, che a me non festi oltraggio mai piú atroce, che in voler farmi eguale a te. Non m'hai giá offeso tu con questo amor tuo stolto. Sei tu rival ch'io tema, ove l'amore d'una Rosmunda non contendi? Ed una, non piú, ve n'ha, ben tua. - Né piú mi offende in te tua fella ingratitudin: vero re ti conosco a ciò. - Per qual piú vile man tu vorrai, fammi su palco infame scemo del capo rimaner; ma cessa di chiamarmi a tenzone; in ciò soltanto mi offendi. Ho forse io di notturno sangue macchiato il brando mio, sí che al tuo brando or misurarlo io possa? |
Almac. |
È troppo: e basti. Pugnar non vuoi, che della lingua? avermi rival non vuoi? Re ti sarò. - Soldati, si disarmi, s'arresti. |
Romil. | Ah! no... |
Ildov. |
Vil ferro, che un tiranno salvasti, a terra vanne. Inerme io fommi; altri non mai... |
Romil. |
Fra lacci il duce vostro? Ahi vili!... Or tu m'ascolta; sospendi... Io forse... Oh stato orribil!... M'odi... |
Ildov. |
Che fai? chi preghi? - Io t'amo; al par tu m'ami: ch'havvi a temer da noi? |
Almac. |
Su via, si tragga dal mio cospetto. |
Ildov. |
Vadasi. Il tuo aspetto fia la sola mia pena. - Ov'io non deggia piú vederti, o Romilda, in un l'estremo addio ti lascio, e il saldo giuramento d'eterno amore, oltre la morte... |