Scena quinta

Almachilde, Ildovaldo, Rosmunda, Romilda,

Soldati, e seguaci d'Ildovaldo.

Ildov.

In traccia vieni

di me tu forse? eccomi...

Almac.

A freno i brandi,

miei prodi, a freno: assai giá strage femmo.

Dal piú ferir si resti.

Ildov.

Ancor ti avanza

da uccider me: ma pria...

Rosm. Svenalo.
Almac.

M'odi,

forte Ildovaldo, pria; Romilda, m'odi. -

Voi, soldati, arretratevi; l'impongo.

A un tempo quí, quant'io cercava, incontro. -

Ildovaldo, tu il vedi, invan difesa

or contra me faresti: a ognun de' tuoi

oppor de' miei poss'io ben cento. Hai salva

oggi tu a me la vita; oggi la vita

io dono a te: nulla piú omai ti deggio. -

Del tuo destin, Romilda, arbitra voglio

te stessa; e di noi donna, e di costei.

S'io ingannarti pensassi, omai tu il vedi.

Rosm.

Donna di me costei? di me? Nel petto

io questo stil giá giá le immergo...

Ildov. Ah! ferma...
Almac. T'arresta, deh!...
Rosm.

Nullo appressarsi ardisca,

o il ferro io vibro.

Romil.

E vibralo: morrommi

cosí almen d'Ildovaldo...

Rosm.

Or, qual di noi

è donna quí?

Almac. Tu il sei... Deh!... cessa...
Ildov.

Oh rabbia!...

Romilda... Oh cielo! e non ti posso io trarre?...

Rosm. Re sol di nome tu, depon quel brando. -
Almac. Eccomi inerme...
Rosm.

Or tuoi soldati tutti

fuor della reggia manda.

Almac.

Ite, sgombrate,

affrettatevi, tutti...

Rosm.

E tu, che nieghi

con un delitto d'acquistar l'amata,

freddo amator, tosto il tuo stuol disperdi.

Ildov. Ecco, spariro...
Rosm.

Or ben cosí. - Ragauso

tosto or quí rieda, e le mie guardie in armi...

Almac. Venga, deh! tosto...
Rosm.

Ecco Ragauso. - Io sono,

io son quí dunque ancor regina?

Almac.

Il sei

tu sola. Deh!...

Ildov.

Di qual di noi vuoi pria

vendetta prendi... Ma Romilda... oh cielo!...

Vuoi tu ch'io pera? ecco al mio petto il ferro

rivolgo io giá...

Rosm.

Del sangue vostro omai

l'ira mia non s'appaga. Allor dovevi

ferir tu, quando a te l'imposi: e noto

t'era qual sangue io ti chiedessi. In tempo

mi pento ancor, d'aver vendetta tanta

fidata in te, codardo; - e in te, spergiuro,

d'aver creduto io mai. - Ma, intera tengo

fra mie man la vendetta: or sí, che intera

nomarla ardisco. - O tu, che in te raguni

gli odj miei tutti, or chi sbramarli a un tratto

meglio di te può tutti? Al furor mio

tu basti, quasi. Ahi stolta! e darti io stessa

volli all'amante riamato? a vita

te riserbar, che dai morti a me mille?

Ildov. Deh! per pietá!...
Rosm. Trema.
Romil. Ildovaldo!...
Almac.

Morte

spiran suoi sguardi!... A me quel ferro...

Rosm.

A lei

pria il ferro, in lei. Muori.

Ildov. Ah!... Tu pur morrai.
Rosm. Guardie, entrambi si accerchino.
Romil.

Ildovaldo...

moro... almen... tua...

Ildov. Seguirti...
Almac. Vendicarti...
Ildov.

Sopravviver non posso. O tu, che resti,...

fanne vendetta...

Almac. Io vendicarla giuro.
Rosm.

Ho il ferro ancor; trema: or principia appena

la vendetta, che compiere in te giuro.

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